di Alfonso Malangone
Martedì mattina, gli esponenti della Maggioranza presenti in Consiglio Comunale hanno votato a favore, con una astensione, del Bilancio di Previsione 2024-2026. Così, a parte le note perplessità sulla effettiva rappresentatività di un documento sempre puntualmente sconfessato dalle risultanze contabili, sono state ufficializzate le nuove imposizioni a carico della Comunità. E, se davvero fossero quelli i numeri, ci sarebbe da iniziare a piangere fin da adesso. In verità, qualche Consigliere non ha mancato di esprimere dolore, però sostenendo di avere la piena consapevolezza della situazione. Nessuno dubbio. Infatti, fu certamente consapevole anche il voto di delibera del Consuntivo 2020, il peggiore mai chiuso per la presenza di un Disavanzo stellare di ben € 201,9 milioni, le cui presunte ‘qualità’ furono decantate con una precisa dichiarazione: “il Bilancio è in ordine e consentirà alla Città di portare avanti i tanti progetti in cantiere ed assicurare servizi di eccellenza ai cittadini nei prossimi anni” (cit.). Purtroppo, si è visto come è finita. E, fu sicuramente consapevole anche la delibera del Consuntivo 2021, i cui equilibri furono attestati dall’allora Assessora al Bilancio che, negando la presenza dei presupposti per l’applicazione del decreto Aiuti, nel frattempo emanato dal Governo per le Città in pre-dissesto, definì la possibile adesione “solo una opportunità da valutare, non una necessità” (cit.). Peccato che, appena il giorno dopo, dichiarò che i contatti erano già in corso. E, infine, fu indubbiamente consapevole il voto di approvazione del piano di rientro del 29/12/2022 che terrà in ginocchio la Città fino al 2044. In sostanza, a questo punto non siamo arrivati per caso, ma esprimendo voti convinti. Si potrebbe ben dire che la consapevolezza sia come il ‘senno di poi’: di essa, ne sono piene le fosse nei conti del Bilancio. E’ ben noto, però, che la contabilità è materia complessa e che tabelle, prospetti e documenti sono difficili da leggere, ancor più da capire, in assenza almeno di una ‘infarinatura’. Così, può essere che sia stato il parere favorevole espresso dai Revisori a confortare i Consiglieri, già vincolati al voto di fiducia, per il dichiarato rispetto del Bilancio alle disposizioni del Testo Unico Enti Locali, allo Statuto dell’Ente, al Regolamento di Contabilità e ai principi allegati alla Legge di armonizzazione della contabilità pubblica (fonte: D.lgs. n.118/2011). In verità, la presenza dei pareri favorevoli anche per le delibere sopra elencate non ha impedito l’esito infausto delle gestioni, il disavanzo multi-milionario, la vendita dei beni comuni, la riduzione dei servizi, l’aumento dei balzelli. Può succedere. Conviene farsene una ragione. In ogni caso, nella Relazione allegata al Bilancio 2024-2026, il Collegio ha attestato la coerenza, l’attendibilità e la congruità delle previsioni con riferimento alle attività da svolgere e ai progetti da realizzare. Non solo. Ha anche verificato la copertura delle rate da versare nel triennio per ripianare il Disavanzo di € 172milioni a fine 2022. In particolare, per il corrente esercizio, ha rilevato che la rata è aumentata fino a € 33,6milioni, dagli originari € 25,2, a causa del trasferimento di una quota insoddisfatte di € 8,4 milioni dei complessivi € 18,6 da versare nel 2023. Su questo punto, in Consiglio è stato sostenuto che essa costituisce una semplice previsione e che potrà essere ridimensionata in sede di approvazione del Consuntivo. Bene. Ma, se la tecnostruttura dell’Ente ha ritenuto di doverla rilevare, vuol dire che è verosimile la presenza di un residuo, di qualsiasi importo. E, quindi, benché sia trasferibile al nuovo anno per l’assorbimento, l’Ente non potrà mancare di aumentare l’imposizione visto che “qualora le risorse derivanti dalle alienazioni patrimoniali e dalle altre misure…non dovessero realizzarsi nelle quantificazioni previste, deve prevedere ulteriori aumenti dell’addizionale comunale all’IRPEF (fonte: contratto, art. 4/c). Del resto, è successo già lo scorso anno quando, per la mancata applicazione del ‘Diritto di Imbarco’, la quota non riscossa di € 750.000 venne scaricata sui cittadini elevando proprio l’addizionale, in corso d’anno, dallo 0,90% allo 0,95%. Per favore, chi lo ha negato, in Consiglio, ci dica che nella delibera del Consuntivo non si ripeterà la manovra. Il limite attuale dell’addizionale è l’1,20%. E’ stata appena elevata all’1,1%. C’è spazio. Purtroppo. Nel merito della Relazione, va precisato che la sua elaborazione da parte dei Revisori è resa più agevole dalla disponibilità di uno schema predisposto in ‘word’ dal Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (CNDCEC) e dall’ Associazione Nazionale Certificatori e Revisori Enti Locali (ANCREL) corredato da commenti e tabelle in bianco. In sostanza, ogni attività è ‘sminuzzata’, dettagliata e anche commentata, lasciando agli estensori il compito di integrare e rettificare, di rispondere SI/NO, di precisare se l’Ente HA FATTO/NON HA FATTO o HA RISPETTATO/NON HA RISPETTATO. E’ come fare un tema a scuola utilizzando un ‘Bignamino’ e una ‘scaletta’, sebbene con diversa difficoltà. Ciò posto, leggendo l’elaborato, non possono essere sottaciute alcune perplessità per situazioni davvero singolari. Al punto 2 di pag. 3, i Revisori attestano: 1 – L’Ente non è in disavanzo; 2 – L’Ente non è in piano di riequilibrio. Ohibò. E il Disavanzo di 172milion di euro? E il contratto Aiuti? Sul ‘Bignamino’ è scritto che, se la risposta fosse diversa, si dovrebbero applicare alcune disposizioni per verificare la stabilità. Non si capisce granché, è vero, ma neppure si comprende perché siano presenti due dichiarazioni apparentemente fuori luogo. Per favore: “potete spiegare”? C’è, poi, l’anomalia rappresentata dall’importo maggiorato della rata 2024 da ripianare, come già detto pari a € 33.6milioni, a fronte di equilibri verificati sulla base di € 25,2. Una stranezza. Di seguito, si legge che è stato preso atto, senza rilievi, salvo errore, del mancato adeguamento del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, per IMU e Addizionale Irpef, e del Fondo Pluriennale vincolato per gli Investimenti. Eppure, due precise Sentenze della Corte dei Conti dispongono esattamente il contrario (fonte: Veneto, 256/2023 – Piemonte, 142/2021). E, quindi: “si può attestare la rispondenza del documento ai principi e alle norme vigenti”? Infine, nessuna previsione è stata effettuata per le Spese Legali e Debiti fuori Bilancio. Appare singolare aver accolto la decisione in presenza di almeno due giudizi milionari, per Piazza Cavour e Corso Garibaldi, e delle quotidiane cadute di cittadini nelle buche, come ‘birilli’, con le conseguenti richieste di risarcimento danni. Chissà che non sia un ‘gioco’. Sono solo alcune delle diverse voci meritevoli di approfondimento. Così, se davvero il voto consapevole dei Consiglieri fosse stato espresso confidando nelle verifiche dei Revisori, forse sarebbe doveroso fornire pubblici chiarimenti, nell’esclusivo interesse della Comunità, anche correggendo le osservazioni qui formulate. Perché, alla fine, tutto si trasformerà in maggiori imposizioni. Pur di evitarle, si potrebbe anche disporre la certificazione dei certificatori. Detto con ogni rispetto. Può essere che i cittadini siano messi nelle condizioni di risparmiare qualcosa. Altrove, fu un personaggio ‘famoso’ a pronunciare una frase ‘famosa’: “Mi rifiuto di lasciare i nostri figli con un debito che non potranno ripagare”. Purtroppo, non viveva da questa parti. *Ali per la Città