di Marco De Martino
SALERNO – Nel calcio passare dalle stelle alle stalle nel giro di pochi mesi è una costante. Lo sa bene Memo Ochoa che, dopo i fasti di un anno fa, sta vivendo un autentico annus horribilis. Il portiere messicano, dopo la disastrosa prestazione di Cagliari che gli è costata il posto da titolare alla Salernitana, è stato protagonista di una prova negativa anche con la maglia della nazionale messicana nella finalissima di Nations League Concacaf persa per 2-0 contro gli Usa degli ‘italiani’ Pulisic, Weah, Musah e McKennie. Entrambe le reti a stelle e striscie sono nate da altrettante valutazioni errate da parte del Memo, la prima su una conclusione potente ma abbastanza centrale scoccata dai trenta metri da Adams e la seconda su un tiro di Reyna dall’interno dell’area di rigore messicana ma indirizzata sul primo palo. Ochoa è stato nuovamente assalito dalle critiche della stampa del suo Paese che da mesi non gli risparmia nulla e spinge per un avvicendamento tra i pali della Tricolor, sponsorizzando il giovane Luis Malagon. Per il pipelet della Salernitana questo è un vero e proprio smacco visto che è Nazionale messicano dal 2005, che è il portiere con più presenze con il Messico, con il quale ha partecipato a cinque fasi finali del campionato del mondo, a due edizioni della Confederations Cup, a due Olimpiadi, a due Coppa America e a sei edizioni della Gold Cup. E l’obiettivo di Ochoa è proprio quello di fissare il record storico di sei partecipazioni ad un Mondiale mai raggiunto da nessun calciatore nella storia, traguardo che taglierebbe proprio in Messico visto che il paese centro-americano, assieme agli Usa, ospiterà la prossima edizione del torneo iridato nell’estate del 2026.
LA PARABOLA DI MEMO Dopo la grande seconda parte di stagione nel 2023 con la Salernitana, di cui era diventato un’icona con tanto di club e parrucche a lui dedicate, quello del Mondiale sembrava un obiettivo raggiungibile ma il pessimo campionato dei granata e le sue prestazioni deludenti a questo punto potrebbero addirittura pregiudicarlo. Anche perchè nelle prossime gare Colantuono potrebbe confermare tra i pali Benoit Costil, portiere che si è dimostrato meno spettacolare ma più efficace di Memo nelle poche volte in cui è stato chiamato in causa. Il discorso per Ochoa è però molto più ampio visto che, con la Salernitana ormai virtualmente in serie B, c’è da pianificare il futuro. Sulla carta il contratto con il club granata scadrà il 30 giugno 2025 ma all’interno di esso ci sarebbe una clausola che, in caso di retrocessione della Salernitana, consentirebbe ad Ochoa di liberarsi a parametro zero. Una prospettiva molto concreta che però costringerà il portiere a cercarsi un’altra squadra che, a quasi 39 anni (li compirà a luglio) e dopo una stagione molto negativa, possa garantirgli il posto da titolare in un campionato competitivo per permettergli di arrivare ben allenato al Mondiale in Messico nel 2026. Uno scenario che mai, nè Ochoa nè i tifosi della Salernitana, si sarebbero immaginati fino a qualche mese fa. Memo, dalle stelle alle stalle: anche questo è il… brutto del calcio.