Il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi: “Gravi ritardi soprattutto da parte dei ministeri: risorse a rischio” A quattro anni dalla scadenza originaria dei Programmi 2020, poi slittata al 2025) e a poco più di un anno dalla scadenza definitiva e improrogabile, l’Italia ha ancora 17 miliardi da spendere per Programmi Operativi Regionali 2014-2020, pari a 64,3 miliardi (di cui 14,4 di React-EU aggiunti nel 2020). I pagamenti al 31 dicembre dello scorso anno sono fermi al 74,2% (47,7 miliardi). È quanto si evince dall’ultimo bollettino statistico della Ragioneria Generale dello Stato, aggiornato appunto al 31 dicembre 2024: le Regioni italiane hanno dimostrato maggiore efficienza nell’utilizzo dei fondi strutturali europei, superando i ministeri con un divario del 16,73%. Con l’82,43% di pagamenti già effettuati rispetto al totale dei fondi assegnati – scrive Il Sole 24 Ore – le Regioni hanno messo in luce una gestione più efficiente rispetto ai ministeri, fermi al 65,7%. Questo dato evidenzia un cambiamento significativo rispetto alla percezione comune riguardante la velocità di utilizzo delle risorse comunitarie e nazionali. Tuttavia, ancora una volta, queste disponibilità finanziarie si scontrano con le capacità di gestione e di spesa di alcune amministrazioni. In Campania i pagamenti sono fermi al 74,3% (3,6 miliardi sui 4,8 disponibili): finanche la Puglia recupera lo storico “gap” di efficienza, raggiungendo il 97,8% (restano da spendere un centinaio di milioni di euro dei 4,4 miliardi disponibili). “Soprattutto a livello centrale – commenta il presidente nazionale di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi – e quindi nelle misure di diretta gestione ministeriale, permangono dei ritardi gravi sia nell’attuazione dei programmi, sia nella spesa. Le regioni hanno dimostrato una maggiore efficienza in qualche caso, come per l’Emilia-Romagna e il Friuli Venezia-Giulia, andando in overbooking. Altre (Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Provincia di Bolzano) assestandosi su percentuali molto vicine al 100%. Ma per il resto, soprattutto nel Mezzogiorno, permangono ritardi ed urgono interventi di accelerazione che scongiurino il rischio sempre più incombente di una revoca dei finanziamenti”. Abruzzo, Molise, Calabria e Sicilia le regioni più indietro, con una percentuale dei pagamenti (sempre al 31 dicembre dello scorso anno) che oscilla tra il 62 e il 70%.
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