di Marta Naddei
Nemici per finta. Il rapporto tra i Rainone ed il Comune di Salerno è sempre apparso molto solido, tranne che in una occasione: la vicenda del Palazzo delle Poste. Tutto il quadro, infatti, rischia di mutare se si va ad analizzare quanto accaduto tra il 17 dicembre 2013 ed il 16 gennaio 2014. Un mese i cui avvenimenti – finora non noti – potrebbero chiarire molti aspetti, soprattutto in considerazione della recente paventata adozione di una nuova variante al Puc che possa dare il via libera al progetto dei Rainone. Una vicenda, quella dello storico edificio di corso Garibaldi, che ha visto addirittura contrapposti, in sede di Tar e Consiglio di Stato, la Rainone Real Estate – spin off immobiliare dell’impresa edile – e l’amministrazione comunale di Salerno. Materia del contendere il cambio di destinazione d’uso del palazzo delle Poste centrali, acquistato dai Rainone nel 2010 per 21 milioni di euro, al fine di farci un residence di lusso e lo stop al progetto sancito dalla variante al Puc che, di fatto, in osservanza dei dettami del Ptcp della Provincia, impediva il mutamento degli standard dell’edificio. La prima partite dinanzi ai giudici del Tar di Salerno andò ai Rainone: era luglio dello scorso anno. A settembre la determina a firma del direttore del settore Avvocatura del Comune di Salerno, Aniello Di Mauro, in cui si annunciava l’imminente ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tribunale amministrativo Regionale. Ricorso puntualmente depositato a Palazzo Spada il 17 dicembre 2013 (9131); quattro giorni prima, il 14 dicembre, la Provincia (coinvolta in egual misura) aveva depositato il suo. Insomma, il Comune proprio non voleva che il Palazzo delle Poste perdesse la sua pubblica funzione. Lo scorso 5 agosto, i giudici amministrativi hanno accolto le tesi delle due amministrazioni e hanno stoppato in via definitiva il lussoso progetto di Rainone. Tutto normale, se non fosse che il 16 gennaio di quest’anno, a giudizio pendente tra le parti, il Comune di Salerno rilascia il permesso di costruire numero 5 ad Eugenio Rainone, rappresentante legale della Rainone Real Estate con l’oggetto “Restauro confrazionamento e cambio destinazione d’uso Palazzo Poste Italiane corso Giuseppe Garibaldi 203”. Una circostanza piuttosto singolare se si considera che Rainone Real Estate e Comune diSalerno in quel frangente erano nel bel mezzo di una causa. Un’anomalia che si accentua se si valuta anche che Palazzo di Città era proponente del ricorso avverso la sentenza favorevole a Rainone. Insomma, a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina. E se davvero dovesse esserci una nuova variante…