De Luca aspira al terzo mandato, qualcuno gli sta bruciando il terreno intorno - Le Cronache
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De Luca aspira al terzo mandato, qualcuno gli sta bruciando il terreno intorno

De Luca aspira al terzo mandato, qualcuno gli sta bruciando il terreno intorno

di Alberto Cuomo
Secondo Roberto Saviano a Raffaele Cutolo non era gradito il termine “sistema”, usato spesso dai giornalisti per indicare la sua organizzazione criminale preferendo ad esso la parola “camorra” che incuteva paura. Chi ha coniato quindi la definizione “sistema De Luca” per indicare il gruppo politico allestito dal nostro presidente regionale non voleva quindi sicuramente proporre una analogia, quanto solo un tipo di conduzione del potere basato su relazioni amicali e familistiche. Del resto, in vista delle varie declinazioni del capitalismo e della politica, Fabio Armao, politologo, docente di Relazioni Internazionali presso il Dipartimento interateneo di Scienze e Politiche del Territorio, ha rinvenuto in esse il carattere dell’oikocrazia, ovvero della gestione politica ed economica da parte di clan familiari, modellati sulla struttura delle organizzazioni criminali, e spesso interessati all’investimento immobiliare. Ciò anche nei paesi del tutto democratici, come gli Usa, dove i Roosevelt, i Kennedy, i Bush, i Cuomo-Pelosi, i Carter sono stati presenti per generazioni in istituzioni pubbliche e private con modelli di gestione familiare non dissimili da quella descritta ne “Il padrino” di Mario Puzo. Analizzando la relazione storica tra città e Stato, con le prime luogo di concentrazione e distribuzione del capitale e il secondo quale sistema di potere coattivo, mutata con la globalizzazione, essendo mutati anche i rapporti tra società politica, società economica e società civile, Armao mette in luce come l’assoggettamento della città allo Stato, nel mondo globale privo apparentemente di distanze, si sia invertito e come le nuove sovranità dell’oikocrazia tendano a territorializzarsi nelle diverse “citta integrali” da cui muovere alla conquista di altre frontiere: “la città contemporanea vede la compresenza di spazi, tempi, e reti di relazioni multipli, che connettono siti e soggetti locali, per poi frammentarsi in innumerevoli network globali di varia natura – al punto di configurarsi in una multiplex city”. Ciò non vale solo per le grandi città, come New York, Londra, Parigi, Dubai che si sottraggono ai poteri centrali, ma anche per quelle più piccole che, raggiunta una relativa autonomia, in Italia con i sindaci ed i presidenti regionali, mal sopportano le ingerenze dello Stato. Naturalmente non c’è niente di male ad organizzare un gruppo politico in base alla fiducia personale, sebbene, quando esso si estende, i filtri possano divenire larghi e accogliere persone poco affidabili. Tra i dieci arrestati qualche giorno fa per riciclaggio e truffa vi è per esempio Vincenzo Bove che già nel primo governo di De Luca sindaco di Salerno fu investito dell’incarico di “assessore alla movida” e che, nella 90ma audizione della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata, tenutasi il 2 febbraio 2006, veniva indicato, da uno dei partecipanti auditi, il magistrato Maurizio Cardea, della Procura della Repubblica si Salerno, “come aggancio sul comune per ottenere agevolazioni” utili a Domenico Zeno e Mario Perrella, quest’ultimo associato con Cutolo. E sarà un caso che il sindaco di Capaccio-Paestum e presidente dell’ente Provincia Francesco Alfieri, noto come elargitore di fritture ed elevato da De Luca a proprio consigliere regionale per le attività agricole, abbia ricevuto un avviso di garanzia con ipotesi di corruzione e turbativa d’asta nell’ambito di una inchiesta della procura di Salerno riguardante due appalti comunali che avrebbero visto la ditta vincitrice affidare servizi a membri della sua famiglia, non indagati. Lo stesso Francesco Alfieri che candidò tra le fila della sua lista alle elezioni comunali la moglie di Roberto Squecco, finito diverse volte sotto la lente degli inquirenti, imprenditore di servizi sanitari e funerari arrestato secondo i magistrati per aver favorito il clan Marandino. Certo, i processi, se mai ve ne saranno, si celebrano nelle aule giudiziarie e tuttavia la politica dovrebbe tenersi ben lontana anche dalle zone grigie, mentre, a leggere le carte delle inchieste e delle commissioni parlamentari riguardanti Salerno si resta almeno perplessi sugli affari e gli arricchimenti che si determinano all’ombra dei palazzi istituzionali. È il caso comunque di dire che, mentre De Luca aspira al terzo mandato, qualcuno gli sta bruciando il terreno intorno.