di Arturo Calabrese
Se non si fosse certi della nazionalità dell’eminente filosofo greco Socrate, la frase per antonomasia a lui attribuita porterebbe a credere ad una sua vicinanza al Cilento ed in particolare al borgo di Lustra. Platone ha fatto a noi pervenire uno dei capisaldi del pensiero occidentale e cioè quel famoso “so di non sapere”. Non è questo il luogo per aprire dibattiti filosofici o filologici, ma quanto accaduto nel Palazzo di Città lustrese fa tornare di attualità le disquisizioni liceali ed universitarie. A Lustra, amministratori e funzionari sanno di non sapere dato che non sono a conoscenza dei decreti ingiuntivi ricevuti ed emessi da Tribunale di Vallo della Lucania in favore di Consac Gestioni Idriche Spa.
Il non sapere è facile deduzione dato che, qualora essa ci fosse stata, il comune si sarebbe potuto opporre, cosa che però non è avvenuta. Il decreto ingiuntivo dl 13 agosto 2021 è dunque divenuto esecutivo il 19 novembre successivo con notifica del 31 gennaio 2022. La somma dovuta era di 180.765,93 euro. Inoltre, il 4 luglio e il 3 ottobre seguenti è stata reiterata la richiesta in via bonaria via Posta Elettronica Certificata ma anche qui, come scrive il Tar, è mancato il riscontro. Adesso le somme dovute non sono più quelle di cui sopra, ma sono arrivate a 193.380,52. Inoltre, il Tar condanna il comune di Lustra al pagamento delle spese di giudizio, liquidate in 1200 euro oltre il costo per acquisizione e l’Iva. Insomma, non è dato sapere se il comune sia distratto o smemorato, se il sindaco Luigi Guerra, attivissimo sui social e pronto a denigrare l’altrui mestiere utilizzando epiteti da lui ritenuti offensivi ma capaci solo di offendere rispettabilissime categorie lavorative, sia totalmente preso da altro tanto da non avere il tempo per costituirsi in giudizio ed arrivare dunque ad un accordo con la parte debitrice. E adesso cosa succede? Il Tar ha già nominato un commissario ad acta il cui compito, qualora l’ente dovesse ancora essere inadempiente, sarà quello di pagare le somme dovute.
Di concreto per i cittadini, invece, si staglia all’orizzonte lo spettro di un aumento dei balzelli dai quali, poi, si trarranno le risorse necessarie. Da parte dell’opposizione comunale, adesso, si promette battaglia. Il consigliere comunale Michele Rizzo si è già recato a Palazzo di Città per chiedere lumi sull’accaduto ma pare che la cosa abbia arrecato fastidio ai funzionari, forse punti nell’orgoglio. In ogni caso, Rizzo ha dichiarato di voler andare in fondo alla questione per capire le motivazioni che hanno spinto il sindaco e i suoi a non costituirsi in giudizio. Un elemento, questo, sul quale chi di dovere dovrà intervenire, a prescindere da eventuali richiesti provenienti dalle opposizioni. Il caso in oggetto sta facendo molto discutere e sta valicando i confini comunali. Interviene anche Gerardo Spira, attivista e storico segretario di Angelo Vassallo: «Cosa è accaduto nei conti? – scrive – la partita era prevista nei bilanci pregressi? E se esisteva perché il Comune non ha pagato? Se invece il debito era fuori bilancio, sorgeranno altre conseguenze ancora più grave. E i controlli?». Domande legittime che di certo rimarranno inevase, almeno dai diretti interessati.