di Cesare Guarini *
In questi giorni, si è riaperta la discussione sul futuro dell’Auditorium annesso al Conservatorio Martucci. Sull’argomento c’è stato un dibattito in Commissione Trasparenza con la partecipazione del Direttore Generale del Comune che, tra altre cose, avrebbe comunicato l’orientamento dell’Amministrazione a indire una gara pubblica per il suo affidamento a operatori privati. Da alcuni Consiglieri, sarebbe stata espressa l’opposta posizione favorevole all’indirizzo originario, certamente più logico, della concessione al Martucci. In tutto questo, è mancato il parere di un Assessore alla Cultura, semplicemente perché la delega è rimasta nel limbo. Forse è considerato un Settore strategico, da tenere sotto controllo. Comunque, pur con le tante discussioni, a otto anni dalla fine dei lavori, nel 2016, e a cinque dalla inaugurazione, nel 2018, una struttura vitale per la formazione e la crescita dei talenti, a maggior gloria anche della Città, resta sbarrata, senza una comprensibile motivazione. Nessuno sa dire perché sia chiusa ovvero, chi sa, non ritiene di avere il dovere di dire. Ma l’Auditorium è un bene della Comunità e, come tutti gli altri, è affidato alla gestione dell’Amministrazione pro-tempore con l’obbligo di curarne la valorizzazione e la gestione con finalità economiche e/o sociali nell’esclusivo interesse dei cittadini-proprietari. E, quindi, questi hanno diritto di sapere, anche perché approfondire è un’impresa non agevole.
I problemi iniziano già con riferimento ai fondi utilizzati per la ricostruzione della struttura, denominata ‘La Villetta’, nella quale è inserita la sala. Alcune notizie di stampa citano i Fondi del progetto PIU Europa del 2007-2013. Infatti, sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 59 del 12/10/2015, si può leggere il Decreto Regionale n. 400 del 09/09/2015 con l’elenco dei progetti finanziati dal PIU e, tra essi, quello dell’Auditorium per l’importo di € 10,3 milioni. Nel Gennaio 2017, l’architetto-progettista dichiarò in una intervista che i lavori erano stati completati a Maggio 2016 con quei fondi, fornendo anche la descrizione degli interni, composti da due sale piccole, per lo studio, e una grande, di oltre 300 mq, con 307 poltroncine disposte in tre settori a differenti altezze. Poi, chissà perché, tutte le fonti successive hanno inserito l’opera tra i progetti finanziati con i fondi di un altro programma europeo, il PICS, del 2014-2020. Ma tra le schede del PICS, non sembra sia presente, fatto salvo ogni e qualsiasi errore. Se così fosse, avendo inaugurato l’opera a fine 2018, cioè oltre due anni dopo la data di fine lavori dichiarata dal progettista, questo mese scadrebbero i termini per i controlli quinquennali della rendicontazione delle spese. Due quesiti: – “c’è stata davvero una diversa attribuzione dei fondi”? – “conta qualcosa la scadenza del periodo valido per i controlli”? Sarebbe utile saperlo. Bisogna aggiungere che sul sito del Comune non è disponibile alcun documento relativo alla copertura finanziaria.
Sulla destinazione dell’Auditorium, non ci sono mai stati dubbi, almeno in origine. Il progettista lo definì a servizio del Martucci e altre dichiarazioni del 2018, anche al massimo livello di responsabilità, considerarono quella concessione una semplice formalità. Si doveva solo firmare la convenzione. Poi, nulla più, finché non si sentì parlare dell’affidamento al Teatro Verdi che nella struttura avrebbe potuto tenere concerti e corsi di formazione. Ancora una volta, nulla più. Passato qualche tempo, si è letto della impossibilità dell’utilizzo per la mancanza di parcheggi. Difficoltà superata, nel 2021, sia con la previsione di realizzarlo nel campetto della Scuola, sia con la messa a disposizione dei fondi. Peccato che, appena dopo, sia stata rilevata la pericolosità del luogo per frane incombenti, benché si sapesse da sempre e benché nel frattempo fosse stata trapanata l’area di San Leo che presenta il massimo livello di rischio, come denunciato dall’arch. Pica Ciamarra per le gallerie di Porta Ovest. Eppure, non è finita. Tra le spese per opere da fare nel 2024, il Comune ha inserito un impegno di 1 milione di euro per il parcheggio. Si vedrà. In ogni caso, queste vicende non possono non stupire e alimentare il sospetto di comportamenti volti intenzionalmente a perdere tempo. Se si può aprire oggi, perché si può fare? Cosa è cambiato rispetto a cinque anni fa?Adesso, però, il problema è un altro: l’Auditorium sarebbe inutilizzabile. Secondo le dichiarazioni fatte in Commissione Trasparenza, per rimetterlo a posto ci vorrebbero 100.000 euro. Ma, c’è chi teme non bastino perché, già nel 2016, si leggeva della presenza di umidità nelle pareti e qualcuno dice, oggi, che ci sarebbero infiltrazioni causate dalle piogge. Così, non si possono escludere gravi danni agli arredi che, da informazioni di stampa, alla data dell’inaugurazione erano notevoli: pannelli e finestre oscuranti automatiche; uno schermo retrattile per proiezioni; una strumentazione tecnologica per le registrazioni, i video e il controllo della luce e del suono; pannelli orientabili a soffitto con cambio automatico della posizione in base al tipo di musica prodotta. Poi, poltrone ultramoderne dotate di un sistema di aereazione dal basso per rendere confortevole la seduta. E, quindi: – “è ancora tutto funzionante”? – “sono rispettate le prescrizioni in materia di sicurezza”?
Prima di parlare del futuro, sarebbe opportuno un sopralluogo da parte dei Consiglieri e del Presidente del Martucci, con l’ausilio di tecnici. Un atto dovuto ai cittadini.
Nel 2021, il Comune dichiarò di essere pronto a concedere l’Auditorium a fronte di un compenso annuo di 180.000 euro. Nei cinque anni dall’inaugurazione, con questa cifra, avrebbe incassato 900.000 euro. Una somma importante che può senz’altro attribuire gravi responsabilità. Ma, sono fonti di responsabilità anche lo stato di abbandono e i paventati danni agli arredi. Omettere la gestione dei beni della Comunità è un inadempimento grave rispetto a precisi obblighi imposti dalle leggi civili e dalle leggi morali. Rappresentare gli interessi dei cittadini non può essere solo un motivo di vanto.
*Futura Salerno