Salerno. Avrebbero smaltito illecitamente 7mila tonnellate di scarti di provenienza urbana e miscele bitumose grazie al trucco del trasporto che sarebbe avvenuto sostituendo le targhe su mezzi noleggiati. Undici arresti disposti dal giudice del Tribunale di Salerno su richiesta della procura Antimafia che si occupa di reati ambientali e in materia di rifiuti. Tra gli 11 finiti in manette c’è anche il battipagliese Morgan Meluzio (già titolare della “Sele Ambiente” di Battipaglia in passato nell’occhio del ciclone) finito in carcere mentre sono stati apposti i sigilli a una ex area industriale nel comune di Pontecagnano Faiano. Il blitz è stato firmato dai carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica di Napoli e ha interessato le province di Napoli, Milano, Roma, Brindisi, Isernia, Chieti, Caserta, Frosinone e Salerno. Misure cautelari a carico di altri tra imprenditori, titolari di aziende di trasporto e società di intermediazione, operanti nel settore della gestione dei rifiuti, gravemente indiziati per i reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, riciclaggio e autoriciclaggio, gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva. L’indagine che costituisce l’esito di una complessa manovra investigativa, focalizzata sul fenomeno degli abbandoni di rifiuti speciali pericolosi e non, condotta dal Nucleo Operativo Ecologico di Salerno e coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Roma, ha consentito di accertare a carico degli indagati, ripetute azioni finalizzate allo smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi. Gli indagati, utilizzavano automezzi noleggiati presso una società terza estranea ai fatti, sostituendo le targhe di immatricolazione con altrettante targhe riprodotte e intestate ad un consorzio di trasporto rifiuti (estraneo ai fatti). Poi, compilavano formulari di identificazione rifiuti con dati falsi relativi al sito di smaltimento e ricevevano da ignare società produttrici di rifiuti speciali non pericolosi – in prevalenza urbani misti – e rifiuti speciali pericolosi – in prevalenza miscele bituminose – provenienti dai rifacimenti dei manti stradali, per una quantità complessiva accertata pari a circa 7.000 tonnellate. Quindi, li smaltivano illegalmente abbandonandoli all’interno di un capannone in provincia di Frosinone, su alcuni terreni agricoli in provincia di Bari e Brindisi e Lecce, nonché all’interno di una ex area industriale in provincia di Salerno. Le indagini sono partite dopo aver trovato a Sora un capannone industriale colmo di rifiuti speciali in balle, costituiti da residui dell’attività di recupero/trattamento dei Rsu. Le successive attività investigative hanno permesso di individuare le aziende produttrici dei rifiuti e le società di trasporto responsabili dell’illecito traffico. Con lo smaltimento illecito ci sarebbe stato un ingiusto profitto per un importo complessivo stimato in circa 1 milione di euro. Le somme così introitate, al fine di occultarne la provenienza illecita, erano poi oggetto da parte degli indagati di illecite operazioni finanziarie di riciclaggio. Sotto sequestro inoltre le quote delle due società, i cui titolari sono ritenuti tra i principali organizzatori del traffico di rifiuti. Nel corso delle indagini erano già stati sequestrati il capannone di Sora, alcuni rimorchi carichi di rifiuti abbandonati in una area di parcheggio di un supermercato di Mesagne (Taranto) e una ex area industriale a Pontecagnano.
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