Vive in Germania da 13 anni, a Salerno per riabbracciare la moglie dopo 3 anni - Le Cronache
Salerno

Vive in Germania da 13 anni, a Salerno per riabbracciare la moglie dopo 3 anni

Vive in Germania da 13 anni, a Salerno per riabbracciare la moglie dopo 3 anni

Partito dalla Germania, dove è giunto anni fa, ha raggiunto la città di Salerno per riabbracciare la moglie dopo ben tre anni. A bordo della Geo Barents, tornata ieri mattina al porto del capoluogo con a bordo 257 persone, vi era anche la moglie di un siriano di 50 anni. A raccontare la sua storia la mediatrice culturale Loredana Paglionico raccontando un po’ il trascorso di quest’uomo che da tredici anni vive e lavora in Germania e sperava ieri di raggiungere la moglie e iniziare una nuova vita insieme: «È regolare in Germania, ha un’azienda di pulizie, sono tredici anni che lavora e dice di avere la cittadinanza tedesca – ha raccontato l’operatrice – Per lui si aprirà uno scenario diverso per il ricongiungimento e speriamo possa presto riunirsi con sua moglie. È ansioso ma per lui è normale riprendere la moglie, non capisce questi passaggi burocratici». Stando a quanto raccontato alla famiglia non sarebbe mai stato concesso il Visto e ha aggiunto l’operatrice Paglionico «questo è il problema dell’immigrazione legale; nonostante sia un uomo regolare in Germania e con cittadinanza tedesca, con un’azienda, è costretto a mettere la moglie a rischio attraverso la Libia o la Tunisia. Le immigrazioni regolari si possono fare, si devono fare per evitare questo scempio. Perché dopo 13 anni di regolarità in Germania la moglie non poteva andare? Facciamo le richieste di asilo in tempo, diamo i documenti regolari, mettiamoli a lavorare da subito e nessuno delinque; è storia, se non hai i soldi per mangiare purtroppo cerchi di procurarteli in qualche modo». A bordo della Ong di Medici senza Frontiera vi erano anche donne maltrattate e minori non accompagnati. «In origine – ha dichiarato l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno Paola de Roberto – erano 258 persone. Poi per un problema di salute, una è stata fatta sbarcare prima. I minori, in totale, sono 56, di cui 26 non accompagnati che prenderemo noi in carico come Comune di Salerno. Dovrebbero provenire prevalentemente da paesi arabi, come Bangladesh, Sierra Leone, Egitto. Per fortuna riusciamo a gestire anche questa ulteriore emergenza. In collaborazione con la Prefettura, credo che riusciamo a sistemare i 26 minori. Abbiamo allestito non una, ma due strutture in emergenza perché ci hanno palesato anche un problema di accoglienza per le donne. Non risultano donne in stato di gravidanza ma ci segnalano donne che hanno subito maltrattamenti. Questo è un tema delicato che affronteremo con psicologi e mediatori già allertati. La squadra istituzionale del Terzo Settore funziona come sempre». I servizi di ordine pubblico e l’identificazione sono stati predisposti dal questore di Salerno, Giancarlo Conticchio. Presenti sulla banchina, tra gli altri, il prefetto di Salerno Francesco Esposito, il sindaco Vincenzo Napoli, l’assessore alle Politiche Sociali Paola de Roberto. Registrati 22 casi di scabbia e i migranti sono stati visitati già a bordo dai dottori di Msf. Sono stati i primi a scendere dalla nave e continueranno le cure sanitarie già fornite a bordo nelle strutture dove verranno dislocati. «Abbiamo da tempo collaudato – siamo al 32esimo sbarco – una modalità di accoglienza che funziona pressoché perfettamente», ha detto il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli. «Con la Protezione civile, la Polizia di Stato, i servizi sociali di Salerno, e tutti i soggetti interessati, siamo sulla banchina per fare in modo che le operazioni di sbarco e di distribuzione dei migranti siano il più tempestive possibile. Nel corso del tempo abbiamo perfezionato questo modello e lo applichiamo senza problemi. Questa volta sono presenti 26 minori non accompagnati per i quali il Settore Politiche Sociali del Comune di Salerno ha predisposto l’accoglienza. Noi facciamo il nostro dovere con uno spirito solidaristico ed umanitario che credo contraddistingua il nostro Comune e i nostri concittadini», ha concluso Napoli. L’assessore De Roberto ha poi spiegato che sono state allestite per l’accoglienza delle donne e non risultano donne in stato di gravidanza. «La nostra finalità, adesso, è quella di far scendere a terra i naufraghi e poi le attività saranno finalizzate all’individuazione delle persone che hanno agevolato l’immigrazione clandestina. Il nostro obiettivo è quello di individuare gli scafisti che sono a bordo», ha dichiarato il questore di Salerno, Giancarlo Conticchio, precisando che gli altri scafisti indagati nelle precedenti operazioni «sono indagati, in attesa del processo e sono in carcere». Con i loro bimbi, alcuni anche molto piccoli, i genitori, prima di scendere dalla nave, hanno abbracciato lungamente gli operatori a bordo, scambiando parole di gratitudine e speranza. «In questo fine settimana abbiamo lavorato per l’individuazione delle strutture», ha affermato il prefetto di Salerno, Francesco Esposito. «Una parte dei migranti verrà dislocata fuori regione con un piano di riparto che è stato fatto dal ministero dell’Interno e una parte invece resterà in regione, distribuiti all’interno delle cinque province campane. Anche per quanto riguarda i minori, 56 totali e 26 non accompagnati, sono state reperite le strutture che li accoglieranno. La provincia di Salerno è molto accogliente e solidale. Questo favorisce sicuramente il nostro compito», ha sottolineato. Al Molo, come sempre, i volontari della Caritas di Teggiano Policastro che ha offerto il suo prezioso contributo. «Come Caritas diamo questo aiuto alla Prefettura con i mediatori e la Caritas di Salerno dà un supporto maggiore con l’aiuto ai ragazzi che lasciano la nave offrendo loro ciabatte, alimenti», ha detto don Martino De Pasquale. E chi sbarca, non sempre va via e, soprattutto, non dimentica la sua storia. È il caso di Enok, giunto a Salerno nel 2016 e oggi vive in provincia dove studia per diventare odontotecnico. «Sono arrivato qui nel mese di settembre del 2016, sto aiutando la Caritas con i nuovi arrivati. Sono felice di essere arrivato qui».