Quando De Masi voleva la rivoluzione per il “suo” Cilento - Le Cronache
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Quando De Masi voleva la rivoluzione per il “suo” Cilento

Quando De Masi voleva la rivoluzione per il “suo” Cilento

di Oreste Mottola
De Masi presidente dell’Ente Parco ed Angelo Vassallo, a capo dell’assemblea dei sindaci dell’importante area protetta. Era il 2008, quando questa strana coppia tenta di portare la rivoluzione vera nel Cilento. Niente inutili pronunciamenti verbali ma reali strategie per dare una spinta ad una zona della quale già allora erano note le possibilità di uno sviluppo armonico. De Masi s’inventa l’accoppiata tra alberghi della costa e paesi dell’interno “costretti” a lavorare assieme per lo sviluppo. De Masi “striglia” i vari primi cittadini tanto da arrivare a minacciare dei commissariamenti, Insomma una bella e salutare scossa ad equilibri consolidati. Poco di concreto accadrà ma la “frustata” si sentì e ci furono le reazioni locali. De Masi arrivò a Vallo della Lucania voluto dal presidente della Regione Antonio Bassolino e dall’allora ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, dal vice presidente regionale, il cilentano Antonio Valiante. Era il tempo di diverse proposte estemporanee buttate all’attenzione dell’opinione pubblica a getto continuo. Si arrivò perfino ad ipotizzare il principe Filiberto di Savoia, e qui toccò a Vassallo essere sprezzante: “i Savoia hanno già una volta dal Piemonte invaso il Cilento, Ci è bastato”. Il lavoro di De Masi ed Angelo Vassallo fu presto sabotato da molti distinguo e rallentamenti e campagne velenose di delegittimazione nelle quali si distinse in particolare il gruppo di Alessandra Mussolini animato dai dirigenti locali Farro e Bellomo. . Il 15 luglio 2008, investito anche della presidenza della Fondazione Ravello, compie il bel gesto di rimettere il mandato al Ministro all´Ambiente Prestigiacomo dalla presidenza del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano visto che era cambiato il Governo che lo aveva nominato. Un bel gesto, secondo lo stile del professore. Invece il centrodestra berlusconiano, non tanto a sorpresa, aprì una lunga stagione di caos gestionale al vertice dell’area protetta. “Viene mossa l´accusa che si sono spese ingenti somme per girotondi sotto forma di convegni e che sia stata stipulata una onerosa convenzione con il RavelloFestival – si lesse mel comunicato -. Si puntualizza che sono state organizzate cinque convention con le varie categorie sociali del territorio, spendendo poche centinaia di euro, solo ed esclusivamente con il personale interno dell´Ente. L´Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano non ha mai stipulato nessun tipo di accordo con il Ravello Festival, tantomeno di tipo oneroso”. De Masi per il parco voleva proporre un modello come il Ravello Festival “Pensavo a località come Laurino che potevano diventare centri culturali a sviluppare aree interne a creare un sistema di comunicazione e dare attrattiva ad un territorio vocato turisticamente ma che deve crescere ancora molto.” La ipotizzata “rivoluzione” di De Masi, supportata da Angelo Vassallo, per il Cilento durò non più di sette mesi, travolta dagli ostacoli interni più inverosimili e da appetiti politici nazionali che non hanno mai più abbandonato il Cilento.