PONTECAGNANO. “NO” Inceneritore! Non bruciamoci il futuro. E’ questo il motto della manifestazione tenutasi a Pontecagnano Faiano in piazza Sabbato, contro la costruzione di un inceneritore a Cupa Siglia. Circa 200 persone hanno manifestato, contestando duramente l’assessore comunale all’ambiente Calabrese, in quanto è stato proprio il Comune di Salerno a portare il termovalorizzatore ai confini con Pontecagnano. Contestazioni che non hanno risparmiato lo stesso De Luca (da parte degli organizzatori), assente nonostante l’invito. Ernesto Sica ha fatto gli onori di casa. Marotta, sindaco di Giffoni Sei Casali, ha dichiarato che è “una scelta scellerata, ognuno si prenda la propria responsabilità e dica se è favorevole o contrario”. “Bonavitacola e Iannuzzi facevano ridere oggi sui giornali. Io mi batterò per non far costruire il termovalorizzatore, la nostra provincia è impreparata. Il provvedimento del Senato ha dato un’accelerazione al progetto e entro 6 mesi il Commissario dovrà decidere”. Assenti i vertici del Pd. Presenti Lanzara, consigliere comunale Pd a Pontecagnano, l’ex Udc Adriano Montemurro, Michele Buonomo, il senatore dei grillini Cioffi, l’assessore Pastore, i consiglieri Ferro, Caccavo, Gallo e Bellino. Martedì si terrà a Pontecagnano un Consiglio comunale monotematico aperto a tutti. A intervenire all’incontro sono stati anche Mario Codanti, portavoce del comitato No Inceneritore Salerno, Gaetano Rivezzi, Presidene Regionale ISDE Medici per l’ambiente, Francesco Musumeci, appartenente all’associazione ISDE Medici per l’ambiente, Giancarlo Chiavazzo, Responsabile Scientifico Legambiente Campania e Vincenzo De Luca di Rete Rifiuti Zero. I motivi della protesta esposti sono molteplici. Tra questi, i più gravi sono il rischio sanitario, economico e ambientale che l’impianto porterà alla città. Oltre le grandi spese e il tempo per la costruzione, l’inceneritore non porterà neanche vantaggio per quanto riguarda i posti di lavoro. “Un inceneritore ha bisogno di circa 40-50 addetti, mentre la raccolta differenziata potrebbe dare lavoro a migliaia di persone” sostiene Mario Codanti. Ma il danno economico non è il solo: innumerevoli i rischi di tumore che portano le cosiddette “nano particelle” prodotte e i rischi di attività mutogena. Da aggiungere l’impatto contro l’ambiente e i danni che porteranno le emissioni all’aria, al suolo e alle falde acquifere; danni irreparabili e quasi impossibili da contrastare. La soluzione migliore dunque, è il riciclaggio dei rifiuti e il riutilizzo, quando è possibile. Il comitato si è detto anche contrario alla delocalizzazione delle Fonderie Pisano nella zona industriale di Salerno. L’inquinamento non risparmierebbe nessuno. Arianna Bruno
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