Claudio Lotito ha salvato la Salernitana portandola dalla Serie D alla A in soli dieci anni, anche grazie ai quasi 30 milioni di euro che la sua Ss Lazio ha erogato, dal 2017 al 2021, al club granata.
La società campana – ricorda “Il Fatto Quotidiano “in edicola oggi – apparteneva a due società riconducibili alla famiglia Lotito, ovvero al figlio Enrico, alla moglie Cristina e ai cognati Marco e Gianni Mezzaroma.
Questi soldi sono il frutto dell’acquisto, da parte della Lazio, di sette calciatori semi-sconosciuti mai scesi in campo con la maglia biancoceleste, trasferimenti finiti sotto i fari della Procura di Tivoli, che indaga per fatture false o inesistenti.
Gli indagati sono il senatore di Forza Italia e altri sei tra attuali ed ex dirigenti di Lazio e Salernitana. Tra loro il Dg (ora in uscita) Igli Tare.
Dagli atti depositati emerge che l’indagine non nasce da un sospetto sulle plusvalenze, ma da una segnalazione inviata due anni fa da Bankitalia.
La sos (segnalazione di operazioni sospette) dell’Uif di Banca d’Italia è del 3 novembre 2021.La Salernitana è appena tornata in Serie A. Secondo le regole della FIGC, due squadre appartenenti alla stessa famiglia non possono giocare nella stessa categoria. Per questo i Lotito e i Mezzaroma fanno confluire le loro partecipazioni in un trust, il “Salernitana 2021”, con il compito di trovare un compratore per il club entro il 31 dicembre 2021 (sarà l’imprenditore Danilo Iervolino).
Gli ispettori di Bankitalia si accorgono che Marco Mezzaroma e Claudio Lotito sono già sottoposti a “procedimenti penali” e allertano il Nucleo Pef della Gdf di Roma: va verificato che nel trust non siano finite “somme” di denaro “frutto di illeciti”. Qui si accende la “lampadina” dei finanzieri, che iniziano a scandagliare il player trading tra i due club per valutare se le plusvalenze realizzate abbiano impattato sui bilanci.
I risultati sono confluiti in un’informativa del 28 aprile 2022. Tra i casi limite c’è quello dell’attaccante Mattia Sprocati, nel 2017 passato dalla Pro Vercelli alla Salernitana per 110mila euro e a giugno 2018, dopo una stagione da 12 gol in Serie B, venduto alla Lazio per 3.233.498 e girato subito al Parma: la Salernitana chiuderà il bilancio con un utile di 1.129.586 euro e, scrive la Gdf, «la cessione alla Ss Lazio Spa (…) ha contribuito in maniera determinante alla realizzazione di tale risultato positivo».
Tra le cessioni determinanti anche quella di Tiago Casasola. Preso dall’Alessandria per 100mila euro a inizio 2018, la Salernitana lo cede alla Lazio per 3 milioni: in biancoceleste “gioca” una sola stagione senza vedere il campo.
Stesso discorso per gli Under 20 Andrea Marino, Emanuele Cicerelli, Mattia Novella e Biagio Morrone, che fruttano 9,8 milioni e consentono di chiudere il bilancio con un’utile di 610.565 euro.
C’è infine il caso del mediano ivoriano Jean-Daniel Akpa-Akpro, che la Lazio compra dalla Salernitana per 13,4 milioni. In totale, la somma ricavata dalla Salernitana per questi calciatori è di 29,2 milioni di euro.
Trasferimenti che hanno insospettito pure il nuovo proprietario, Danilo Iervolino, il quale nella prima assemblea del 13 gennaio 2022, «ha preso le distanze dalla precedente gestione» con una dichiarazione a verbale.