L’associazione «Il parco dell’amicizia» di San Marzano apre al ristorante Malaga un interessante ciclo di incontri, dal 19 al 23 ottobre, denominato «Dall’oro al rosso». Al primo incontro hanno partecipato diversi professionisti: Ermelinda Solino – docente, responsabile del gruppo archeologico «Terramare3000» -; Pasquale Califano – storico -; Rosa Oliva – coltivatrice diretta -; Rocco De Prisco – ricercatore Cnr dell’università di Portici -; Tommaso Romano – presidente consorzio tutela Dop San Marzano -; Pasquale D’Acunzi – vicepresidente Anicav -; Gennaro Esposito – chef stellato -. «Il nostro intento è di valorizzare il pomodoro San Marzano, il quale dovrà fungere da volano per lo sviluppo economico e turistico del territorio della Valle del Sarno. Il vero pomodoro San Marzano viene lavorato manualmente piuttosto che nelle fabbriche, noi vorremmo far aumentare la produttività del pomodoro, così anche da far aumentare il numero di lavoratori da impiegare nel settore agricolo– spiega Domenico Schiavone, presidente dell’associazione “Il parco dell’amicizia” -». Lo chef stellato, Gennaro Esposito, manifesta la sua totale vicinanza nel tutelare il pomodoro San Marzano: «Bisogna puntare a fare davvero le cose perbene, sul serio, occorre camminare uniti, di condividere gli obiettivi. Gli agricoltori vanno tutelati dal punto di vista professionale, così da creare importanti opportunità commerciali sul territorio della Valle del Sarno. Bisogna partire dal valore del pomodoro per dare un’immagine del territorio completamente diversa, migliore. Noi non siamo qui per visibilità né di opportunità economica, ma siamo qui perché innamorati di questo pomodoro, che rischia di scomparire». Il pomodoro San Marzano si traduce dunque non solo in ricchezza economica, ma anche in quella culturale. Infatti lo conferma Ermelinda Solino, professoressa e responsabile del gruppo archeologico «Terramare3000», «il pomodoro San Marzano è profondamente un elemento storico, soprattutto è un elemento che viene da fuori, poi viene inglobato nella Valle del Sarno tanto da diventare la cucina mediterranea per eccellenza. Se pensiamo che tra il 1500-1600 non era presenta nella Valle del Sarno, è il segno che quando qualcosa piace, si adotta, diventa parte di noi, dunque diventa un elemento identitario. Dal pomodoro San Marzano bisogna far scattare una serie di input che collegano ai vari siti archeologici della Valle del Sarno, la quale amo definirla “valle del tesoro”. Io non vivo in questo luogo, ma ne sono innamorata perché è così ricco di storia, biodiversità, bellezza, per cui è difficile restare indifferenti». Valorizzare il pomodoro San Marzano significa anche valorizzare un prodotto salutare, perché viene utilizzato come alimento di prevenzione anti-cancro. Proprio su questo punto Rocco De Prisco, ricercatore del Cnr dell’università di Portici, prende parola: «Nel nostro territorio abbiamo 11 alimenti, tra cui il pomodoro San Marzano, che la ricerca scientifica mondiale li identifica come prodotti potenziali per prevenire il cancro. Su questi 11 prodotti una società seria investirebbe nelle nuove tecnologie per produrre alimenti biologici. Il pomodoro San Marzano è uno dei più copiati al mondo, mentre paradossalmente scarseggia nella Valle del Sarno il vero pomodoro San Marzano. Inoltre non va sottovalutato il fiume Sarno che va a intaccare la qualità del pomodoro. Tuttavia i mezzi di ultima tecnologia sono in grado di mettere da parte i metalli pesanti e i pesticidi nel pomodoro San Marzano, ciò significa che il prodotto finale è pulito. Ovviamente, c’è bisogno dell’aiuto economico da parte delle istituzioni affinché questi mezzi vadano in funzione». C’è grande fiducia per questa iniziativa da parte di Carmela Zuottolo sindaca di San Marzano: «L’amministrazione di San Marzano sul Sarno ha dato il proprio patrocinio morale all’evento. Questo non si limita semplicemente a una narrazione del pomodoro San Marzano, ma è soprattutto una rete tra i vari comuni dell’Agro Nocerino Sarnese che ha come fine di valorizzare le proprie bellezze e risorse».
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