Due anni e due mesi di reclusione per I.D.S., la 20enne salernitana tratta in arresto lo scorso giugno con l’accusa di atti sessuali ai danni di minorenni che adescava su internet e “iniziava” poi ai piaceri del sesso appartandosi con loro al parco del Mercatello. Il verdetto è stato pronunciato ieri dai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Salerno (Troiano presidente, Sorrentino e Perrotta a latere), che hanno accolto solo in parte la richiesta avanzata al termine della sua requisitoria dal pubblico ministero che aveva chiesto a carico della donna una condanna pari a 4 anni di reclusione. I giudici, accogliendo infatti in larga parte l’istanza avanzata dal legale dell’imputata, l’avvocato Francesco Paolo Staffieri, hanno concesso alla giovane le attenuanti generiche riqualificando l’ipotesi di reato in violenze di lieve entità. Fondamentali, ai fini del verdetto, sono state le indagini difensive espletate dai consulenti tecnici, il professore Antonello Crisci, la dottoressa Anna Di Genio ed il ginecologo De Masellis. E’ infatti stato dimostrato, attraverso una serie di consulenze mediche, che la ragazza era ancora vergine: di conseguenza le violenze devono ascriversi a semplici palpeggiamenti. La stessa, inoltre, era affetta da gravi deficit di natura affettiva. Si è chiusa così, dopo quattro udienze ed un’indagine record, una vicenda giudiziaria estremamente delicata, culminata l’estate scorsa con l’arresto della ragazza in seguito alla denuncia di una delle madri delle vittime.
Secondo l’impianto accusatorio formulato dal sostituto procuratore Roberto Penna, titolare del fascicolo, la giovanissima adescava i ragazzini, tutti minori tra gli 11 ed i 17 anni, via internet in chat. Poi fissava con loro una serie di appuntamenti. Gli incontri avvenivano per lo più all’interno del parco del Mercatello dove la ragazza si appartava nei bagni con i minorenni con i quali, secondo la tesi della Procura, aveva poi rapporti sessuali di gruppo. Secondo la versione dei fatti resa dalla giovane, che ha sempre confermato gli addebiti, le sue “vittime” erano consenzienti: un particolare, questo, confermato dalla stessa ragazza in aula nel corso della scorsa udienza ma che non le evita la formulazione delle accuse a suo carico vista la minore età dei ragazzini con i quali si intratteneva. La Procura contesta infatti alla giovane distinti capi d’imputazione: alcuni per le vere violenze sessuali avvenute all’interno del parco della zona orientale della città, altri per le videochat a sfondo sessuale con altri ragazzini. L’arresto scattò lo scorso giugno quando la 20enne fu arrestata in flagranza di reato subito dopo aver infilato un preservativo a un minorenne in una zona appartata del parco del Mercatello. Tra gli under 15 la notizia della giovane ventenne con la passione per i piccini aveva fatto il giro della città, spargendosi tra i ragazzini, molti dei quali telefonavano alla ragazza per prendere appuntamento. Sei i casi contestati di violenza sessuale: nessuna delle vittime si è però costituita parte civile. Ieri la sentenza di primo grado.
30 aprile 2013