di Erika Noschese
Il Comune di Salerno non è né in dissesto né in pre dissesto. A smentire le problematiche che vivono oggi le casse comunali è l’assessore al Bilancio, Paola Adinolfi dettagliando la relazione sul rendiconto di gestione dell’esercizio 2021. “Il consuntivo è una fotografia delle dinamiche economico – finanziarie riferito ad un esercizio e a differenza del previsionale ci sono pochi margini di manovra”, ha chiarito l’assessore Adinolfi, specificando c’è stata una ispezione della Corte dei Conti avviata nel 2017 e conclusasi nel febbraio 2022 durante la quale non sono emerse irregolarità. La Adinolfi ha poi spiegato che rispetto al 2020, il disavanzo quest’anno ha fatto registrare un lieve miglioramento recependo tutte le indicazione della Corte dei Conti per poi continuare il processo di auditing tra impegni di spesa e uscite: il fondo crediti di difficile esigibilità impone, infatti, al Comune di accantonare una parte della disponibilità dell’ente in relazione all’andamento degli anni precedenti, a causa di una non riscossione di residui. Proprio per la tranquillità delle casse comunali, il Comune non ha ancora deciso se aggrapparsi o meno al Salva Comuni, la manovra del governo destinata ai comuni in pre dissesto. La scadenza è fissata per il prossimo 16 giugno ma l’assessore già nel pomeriggio di ieri ha tenuto il primo incontro per capire come regolarsi e se aderire o no grazie all’incarico affidato ai revisori dei Conti che hanno scelto di non basarsi sulla tecnica dei campioni ma tutte le voci dei residui, rinunciando al compenso come ha voluto chiarire l’assessore al Bilancio. “E’ stato fatto un lavoro accurato, rispettando la scadenza relativa all’approvazione del bilancio e decidere se aderire o meno, per noi il Salva Comune non è una scelta obbligata perché non siamo né in dissesto né in pre dissesto”, ha infatti aggiunto Paola Adinolfi. Il disavanzo di oltre 200 milioni di euro è riferito al 2021 mentre per il 2022 è di 169 milioni e poco più così come quello pro capite è pari a 1315.51 euro; un disavanzo comunque perché il Comune oggi ha un risultato di amministrazione ampiamente positivo ma con una serie di accantonamento di ben 197 milioni al fondo Crediti di difficile esigibilità; il fondo di anticipazione di liquidità legato agli indebitamenti degli scorsi anni per 221 milioni circa; 5 milioni e oltre per il fondo contenzioso che viene stimato dall’ufficio legale sulla base di una probabilità; il fondo se non rispettano i termini di pagamento. Accantonamenti che, da un risultato positivo portando comunque ad un disavanzo importante, fermo che non dovrebbe essere ripianato in cinque anni. “Non ci sono segnali che indicano il dissesto o il pre dissesto perché gli indicatori di equilibrio sono tutti positivi”, ha spiegato l’assessore al Bilancio, chiarendo che la spesa corrente è stata ridotta: quella per il personale, in un anno, si è ridotta di oltre due milioni nonostante le nuove assunzioni; quella per beni e servizi si è ridotta di 110mila euro; trasferimenti correnti di 7 milioni circa ma è aumentata la spesa degli interessi così come è aumentata la spesa destinata alla cultura passando a 4 milioni e oltre. Il problema è il titolo 1 delle entrate: nel corso degli anni, il Comune di Salerno ha perso molto, pari a milioni di euro a causa dei trasferimenti statali che si è ridotta con l’attuazione della riforma e prelievo fiscale, ovvero l’Imu. “L’indebitamento è cominciato a scendere grazie al Fal che ci ha permesso di avere però interessi in aumento e oggi è pari a 4 milioni e si sommano ogni anno alla spesa corrente, senza dimenticare che non ci sono state entrate nel 2021 a causa della pandemia”, ha spiegato ancora l’assessore Adinolfi. A questo si aggiunge lo stralcio delle cartelle esattoriali che ha penalizzato ulteriormente il Comune di Salerno e che ha prodotto una compensazione e non si è scelto di ripianare, con un aggravio sul bilancio. Sul titolo I sono stati eliminati 24 milioni di residui, per le cartelle sopra i 5 mila euro che sono state cancellate mentre le altre patrimonializzate e dunque non incidono positivamente sul disavanzo. “Abbiamo sicuramente un grosso disavanzo che non ha portato al pre dissesto ma ad un’attività di meticoloso ripiano. E questo decreto non prevede aiuti finanziari che comunque a noi non servono, è solo quanto concesso agli enti comunali per legge”, ha aggiunto infine la Adinolfi.