Lavoro e arte, un binomio vincente per migliorare l’umore e alleggerire i pensieri. È partito da questa idea Giuseppe Melara, presidente e Ad di Fmts Group, quando ha deciso di sorprendere i dipendenti dell’Hub di Pontecagnano trasformando la sala riunioni della direzione in una galleria d’arte. Gli spazi del terzo piano solitamente dedicati alle sedute plenarie sono stati occupati dalle policrome opere di Federico Pepe, artista, editore, operatore culturale, designer e creativo tout court. A lui si deve nel 2006 la nascita del progetto editoriale e l’omonimo spazio espositivo indipendente Le Dictateur, considerato uno delle operazioni culturali più interessanti del panorama artistico contemporaneo italiano. Selezionato dal MoMa per la mostra Millennium Magazine e da Tate Modern per No Soul for Sale, il progetto Le Dictateur esprime una ricerca multiforme che ha avuto molteplici modalità – e occasioni – di rivelarsi al pubblico e tra le quali si annoverano gli spettacoli prodotti a New York presso lo spazio espositivo Family Business e a Parigi al Palais de Tokyo. Recentemente al Museo Civico Gaetano Filangieri di Napoli è stata allestita una monografica di Federico Pepe dal titolo “Chest’è”. Ed una selezione di quelle opere da questa settimana e per i prossimi due mesi è in esposizione nell’Hub di Fmts Group. Chest’è”, sintetizza, con una tipica espressione napoletana, l’atteggiamento con cui l’artista si approccia al suo lavoro: un mix di arte, design, grafica che non può essere spiegato in modo didascalico ma che va compreso ed accettato come un coacervo creativo in cui i segni si trasformano in quadri o in biciclette in modo apparentemente casuale. “Abbiamo sempre immaginato gli spazi dell’hub come luoghi aperti. Lo sono prima di tutto nella loro definizione architettonica. Qui le pareti sono di vetro – dice Giuseppe Melara, presidente e Ad di Fmts Group – Al secondo piano abbiamo un asilo nido, una palestra ben attrezzata, un’area relax con un angolo dedicato alla lettura, alla musica e un calcio balilla. Da tempo avevamo l’idea di portare l’arte in azienda e l’incontro con Federico Pepe ci ha permesso di realizzarla”. Quadri, sculture e personaggi si susseguono in un policromo percorso espositivo che irrompe nella quotidianità lavorativa, lasciando così che a spezzare il ritmo del lavoro siano le suggestioni artistiche. Forme e colori con Federico Pepe puntano dritto verso una dimensione di ricerca continua e diventano anche la metafora di una ricerca personale. A proposito del colore lo stesso artista sottolinea che “è un po’ come se fosse un antidepressivo, serve a far passare cose che farebbero fatica a essere veicolate. Potremmo dire che il colore è un facilitatore. Apparentemente questi miei lavori sono colorati ma nascondono cose più pesanti”.
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