di Monica De Santis
“Ho ascoltato la conferenza stampa di Draghi che ho trovato per un verso sconcertante e per un altro verso insopportabilmente demagogica”. A parlare è il presidente De Luca, che torna sullo scontro con il Governo sul tema della chiusura delle scuole. “All’inizio della conferenza Draghi ha delimitato il recinto nel quale i giornalisti potevano muoversi. Francamente incredibile che si dica ai giornalisti le domande che si possono e non possono fare. Queste cose avvengono nelle democrazie protette. Draghi è libero di mandare al diavolo o di non rispondere al giornalista ma non credo possa delimitare l’ambito delle domande. Mi pare che stiamo in un paese in cui si è determinata una narcotizzazione della ragione critica. Poi – prosegue – ha parlato per mezz’ora con il Ministro della Pubblica Istruzione contro la didattica a distanza generalizzata che in Italia non ha chiesto nessuno. Ha scelto un obiettivo di comodo per parlare per mezz’ora candidandosi anche lui a iscriversi nel club degli sfondatori di porte aperte. Chi gliel’ha chiesta la didattica a distanza? Così come ho trovato sconveniente che non ci sia stata data una risposta di merito relativamente al problema posto dalla Regione Campania che puntava a dare due settimane di respiro, limitate alle elementari e alle primarie di primo grado, per organizzarsi al meglio. Oggi avremo scuole nelle quali i bambini sono senza mascherine perché non sono arrivate le mascherine FFP2. Nel frattempo mi dicono che ieri ci sono stati bambini delle elementari che sono stati costretti a stare in classe con le finestre aperte, con i cappotti addosso e con i cappelli in testa. Si sarebbe dovuto parlare di questo. La mia sensazione è che siamo chiamati a dire, da qui all’elezione del Presidente della Repubblica, che in Italia va tutto bene, che tutta l’economia è aperta, le scuole sono aperte e viviamo nel migliore dei mondi possibili. Io penso che la lettura della situazione dell’Italia debba essere meno pacificata e un po più ragionevole”. Poi tornando sul tema della scuola il Governatore ha proseguito “Siamo tutti per la scuola in presenza ma non tutti condividiamo la necessità di parlare un linguaggio di verità. Bisogna partire dalla realtà per quella che è per tutelare, per vero e non per finta, la salute dei nostri bambini. Adesso si è aperto tutto e per quello che ci riguarda, al di là delle considerazioni di ceto politico, noi saremo impegnati all’ultimo respiro per ampliare il più possibile la platea dei bimbi vaccinati. Già lunedì abbiamo avuto un bel risultato: siamo a 59mila vaccinazioni nella fascia bambini 5-11 anni, faremo l’impossibile per arrivare per fine gennaio oltre i 100-120 mila bambini vaccinati” afferma ancora il Governatore De Luca che conclude il discorso con il suo immancabile sarcasmo. “Come ha detto in maniera limpida e fluente il professor Brusaferro, il Covid non è una banalità. Però se può fare piacere, anche la Campania può dire da oggi che va tutto bene, che è tutto aperto, che il Covid è un raffreddore. E se volete – conclude il governatore – posso anche giurarvi di aver visto il presidente Draghi camminare sulle acque del Tevere”.