di Monica De Santis
Nessuno slittamento, le scuole di ogni ordine e grado riapriranno come previsto il 10 gennaio. La quarta ondata della pandemia non accenna a placarsi ma il governo conferma il calendario scolastico, seppure probabilmente con alcune modifiche almeno per quanto riguarda quarantene e distinzioni tra vaccinati e non nelle classi. Le Regioni, che proprio di questo parleranno oggi durante la Conferenza, spingono per eliminare il distinguo e aumentare la soglia di positivi superata la quale le classi finiscono in Dad. A preoccupare, sono i dati che riguardano i casi di positività tra i più piccoli, quella fascia di età, cioè, che per ultima ha cominciato il ciclo vaccinale. Circa un contagio su quattro, rivela infatti la Società Italiana di Pediatria, riguarda nell’ultima settimana gli under 20. In un mese i ricoverati tra gli under 19 sono aumentati di quasi 800, 791 per la precisione, passando da 8.632 a 9.423. Dati che fanno il paio con l’andamento della campagna vaccinale, che stenta in particolare nella fascia 5-11 anni, dove si raggiunge appena il 10% di immunizzati, contro il 70% tra i 12enni e i 19enni. Proprio per questoieri governatori e sindaci hanno espresso preoccupazione in vista della riapertura delle scuole, dove stanno comunque già arrivando le prime forniture di mascherine ffp2. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha addirittura proposto di rimandare di 20-30 la ripresa delle lezioni in presenza per “raffreddare il contagio”. Un’idea che ha trovato d’accordo anche il presidente della Toscana, Eugenio Giani. A chiudere definitivamente le porte alla proposta è però palazzo Chigi, la cui linea è quella di tenere aperte le scuole e relegare la didattica a distanza solo alle strette necessità. Proprio per questo, a sette giorni dal rientro in classe, le Regioni provano a mitigare preoccupazioni e necessità lanciando la proposta di eliminare la distinzione – definita “discriminatoria” da più parti, presidi compresi – tra vaccinati e non. In vista della Commissione Salute che si riunirà oggi, l’idea è quella di rivedere la definizione di un numero minimo di contagi in classe, che permetta indistintamente a tutti gli alunni di andare in Dad. Al momento, su quest’ultimo aspetto l’ipotesi è di valutare tre o quattro contagi e, sotto questa cifra, prevedere l’autosorveglianza per tutti. Critica la posizione dell’Associazione Nazionale Presidi che, per bocca del presidente di Roma Mario Rusconi, denuncia “una serie di mancanze” in vista del rientro. “Era stato annunciato che sarebbero stati organizzati hub per fare tamponi agli studenti – afferma – ma a pochi giorni dalla riapertura non ne abbiamo contezza”. Il tema del rientro sarà comunque anche al centro del confronto di domani tra i governatori nella Conferenza delle Regioni e nell’incontro in programma tra il ministro Bianchi e i sindacati. Ma non è solo la scuola il tema sul quale si interroga palazzo Chigi, alle prese anche con l’estensione del super Green pass sul lavoro. Sono in corso infatti approfondimenti tecnici per capire la portata di una decisione simile su tutto il mondo del lavoro, in particolare sul privato dove potrebbero esserci maggiori criticità e resistenze. I tempi stringono e una decisione, soprattutto in vista di una probabile impennata di casi dopo le ferie natalizie, dovrà essere presa nei prossimi giorni per poi partire già dal prossimo mese, dando il tempo a chi non lo è di vaccinarsi o completare il ciclo con seconda dose o booster.