Il Tar di Salerno dà ragione all’Acse e annulla la determina dell’Ente Idrico Campano (Eic) con la quale era stata vietata l’autorizzazione alla partecipata di Scafati per lo sversamento delle acque di dilavamento del piazzale per la sosta degli autocompattatori nelle fogne. “Il ricorso è fondato- scrivono i giudici del Tar, Salerno, accogliendo il ricorso dell’avvocato Ippolito Matrone- ed è assorbente la censura di omessa comunicazione di avvio di procedimento di autotutela, a fronte della quale la ditta istante avrebbe potuto eventualmente far constare l’intervenuta rimozione dei rifiuti indicati dall’Arpac….”, si legge nella sentenza di Nicola Durante presidente estensore, Paolo Severini consigliere e Gaetano Marena referndario. Non costituiti in giudizio l’Ente Idrico Sarnese Vesuviano e la Regione Campania. L’Azienda comunale servizi esterni di palazzo Mayer si era opposta alla revoca del provvedimento di “assimilazione delle acque reflue” per lo stabilimento sito in via Domenico Catalano. La vicenda trae origine da un sopralluogo di Arpac e Carabinieri Forestali di Sarno avvenuto lo scorso 15 dicembre. Nella circostanza, a seguito di un’ispezione dei tecnici dell’Arpac, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, veniva costatato che nei piazzali dell’Acse, dove avviene la sosta e la movimentazione di circa 30 automezzi per la raccolta dei rifiuti, si verificava lo scarico di acque reflue di dilavamento nella fognatura pubblica. Il verbale dell’Arpac era stato poi trasmesso al Comandante dei Carabinieri Forestali di Sarno che notiziato, a sua volta, il Dirigente del Distretto idrico dell’Ambito sarnese-vesuviano. Secondo l’Eic, l’Azienda municipalizzata aveva dichiarato, al fine di ottenere il rilascio del provvedimenti di “Assimilazione delle acque reflue domestiche” che lo scarico nelle fognature era costituito esclusivamente dai servizi igienici. Mentre, non risultavano autorizzazioni per lo scarico delle acque meteoriche e dei reflui di dilavamento. Una violazione dei regolamenti regionali in materia che aveva indotto l’Eic guidato da Lusca Mascolo alla revoca delle autorizzazioni.
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