di Andrea Pellegrino
Il sondaggio pubblicato ieri dal Corriere della Sera riporta numeri importanti: quattro italiani su cinque (l’83% degli intervistati) ritengono che De Luca dovrebbe rinunciare alla candidatura perché, se venisse eletto, rischierebbe di non poter fare il presidente. «Un falso problema», dice il deputato del Pd Tino Iannuzzi che chiarisce: «Basta confusione, il partito è con Vincenzo De Luca».
Onorevole Iannuzzi, il Corriere riporta un sondaggio non favorevole a Vincenzo De Luca, lei cosa pensa?
«Io penso che ogni candidato debba essere scelto nel territorio e dal territorio. In Campania il candidato presidente del Pd e del centrosinistra è stato scelto dalle primarie che si sono svolte in un clima di grande partecipazione e serenità. Il risultato è stato netto ed inequivocabile con la vittoria di De Luca che ha incassato non solo un risultato enorme a Salerno ma anche nelle altre province campane. La comunità di questa regione conosce meglio di qualunque altro tutta la vicenda complessiva di De Luca: ha votato con piena consapevolezza il candidato che ha ritenuto essere il migliore per conquistare e governare la Regione Campania. Ora è giunto il momento di concentrarci su un solo terreno, ossia quello della campagna elettorale. Con entusiasmo e con forte determinazione portiamo avanti la proposta di governo di Vincenzo De Luca che è un candidato con grossa autorevolezza e di grosso spessore che sicuramente potrà diventare governatore con il contributo delle donne e degli uomini del Pd».
Ma il Partito democratico è con lui?
«Assolutamente sì. Le dichiarazioni di questi giorni, a partire da Luca Lotti – da sempre vicinissimo a Renzi – fino alla vicesegretaria nazionale Serracchiani hanno chiarito la posizione di Vincenzo De Luca: è lui il candidato perché ha vinto le primarie. Dunque ora bisogna dire basta a questi tentativi che creano confusione e che tendono di rimettere in discussione una scelta definitiva e vincente per il Partito democratico».
Ma c’è sempre il caso Severino…
«Guardi innanzitutto voglio chiarire che a mio avviso il decreto adottato dal Governo è andato al di là dei criteri della legge di delega. Quella che ha assunto il nome di legge Severino, secondo me è andata bene oltre l’ambito, oggetto e criteri della delega ricevuta dal Parlamento. In più ci sono una serie di criticità che sono al vaglio della Corte Costituzionale e che dovranno formare oggetto di revisione legislativa. Il caso De Luca sicuramente è uno dei punti di debolezza di questa legge, così come sostenuto da alcuni autorevoli commentatori e giuristi, e tra cui anche dallo stesso Cantone. Ed è evidente che queste criticità saranno superare. Quanto all’immediato penso che se eletto De Luca può applicare i rimedi che sono a disposizione e che sono già stati utilizzati da de Magistris e da lui stesso a Salerno. Questa vicenda non scalfisce di un millimetro De Luca. E’ una discussione, dunque, che trovo francamente da superare a favore di un confronto sui programmi e sul progetto. Dopo cinque anni di inerzia e risultati disastrosi di Caldoro, dalla sanità ai fondi europei, è giunto il tempo che la Campania volti pagina con Vincenzo De Luca che ha già dimostrato di essere un ottimo amministratore nella sua città».
A proposito di candidature, a che punto siamo con la lista Pd. Lei al Consiglio regionale della Campania sostiene la candidatura di Tommaso Amabile, ma a quanto la lista definitiva?
«Tempi brevi. E’ in corso un confronto molto attento con il territorio. C’è una accelerata in vista della fissazione delle elezioni (al 31 maggio). Quindi entro fine aprile la lista dovrà essere ufficializzata. Ma penso che ben presto sarà completa. Penso che quella del Partito democratico sarà una lista forte e rappresentativa. Ed accanto a quella del Pd ci saranno ulteriori liste civiche e di programma altrettanto forti».