La tragedia del treno Piacenza – Salerno: un cortometraggio per non dimenticare - Le Cronache
Salerno

La tragedia del treno Piacenza – Salerno: un cortometraggio per non dimenticare

La tragedia del treno Piacenza – Salerno: un cortometraggio per non dimenticare

di Clemente Ultimo

L’ingresso della galleria reso ancor più nero dal fumo denso che fugge verso l’esterno, le giacche arancioni dei vigili del fuoco che spiccano sul fondo scuro, i vagoni anneriti dalle fiamme trascinati in stazione: le immagini della tragedia consumatasi il 24 maggio 1999, il rogo del treno Piacenza – Salerno costato la vita a quattro giovani tifosi granata, sono profondamente incise nella memoria collettiva della città, tuttavia il tempo inevitabilmente tende a sbiadirle.

A tenere viva la memoria di Simone Vitale, Vincenzo Lioi, Ciro Alfieri e Giuseppe Diodato contribuirà il cortometraggio che sarà presentato il prossimo 25 maggio presso il Cinema Augusteo, alle ore 18.30. “24 maggio 1999” nasce su iniziativa di Fernando Inglese, che di questo corto è autore e regista. Dopo aver realizzato diversi lavori dedicati a tematiche sociali, dal bullismo alla violenza sulle donne, Inglese ha deciso di affrontare questa ferita ancora aperta nella memoria non solo della tifoseria, ma dell’intera città.

«Era da tempo che riflettevo su questa possibilità, la promozione in seria della Salernitana nel 2021 è stata la spinta decisiva. È in quel momento che inizia il mio lavoro di raccolta di testimonianze e informazioni e poi la scrittura della sceneggiatura. Un lavoro che mi ha impegnato per circa un anno, mentre per le riprese abbiamo impiegato tre mesi. Gli attori che hanno lavorato a questo cortometraggio non sono professionisti, ma hanno una solida formazione ed esperienza teatrale».

Quali voci ha raccolto e quali fonti ha consultato per ricostruire la tragedia del treno Piacenza – Salerno?

«Ho ascoltato i racconti di molti tifosi che quel giorno erano di lì, su quel treno. Poi ho lavorato molto sui giornali di quei giorni e ho cercato di recuperare tutto quel che è stato scritto e raccontato negli anni successivi. Devo dire che molto importanti in questa fase sono state le interviste rilasciate nel corso degli anni dal padre di Simone Vitale, tra le quattro vittime di quella giornata quella che, senza dubbio, mi ha più colpito».

Perché?

«Il suo generoso tentativo di salvare delle vite mi ha sempre affascinato, l’ho visto non come un supereroe, ma come una persona che ha scelto di farsi carico di una responsabilità. È per questo che la sua figura è centrale nel cortometraggio».

Come si sviluppa il cortometraggio?

«Ho scelto di evitare un taglio documentaristico, ho deciso di puntare, in particolare, sulle emozioni trasmesse attraverso i dialoghi dei protagonisti per trasportare gli spettatori in quei drammatici momenti, coinvolgendoli così da fargli vivere in prima persona l’esperienza dell’assurdo viaggio dei tifosi salernitani verso casa».

Perché assurdo?

«Perché quel treno probabilmente non sarebbe mai dovuto partire o, una volta partito, avrebbe dovuto arrestare la sua corsa ben prima di Salerno. Le condizioni in cui hanno viaggiato circa 1.500 tifosi salernitani erano incredibili, stipati in un numero insufficiente di vagoni, con solo dodici poliziotti incaricati di garantire la sicurezza a bordo: una missione impossibile con un clima che si surriscalda sempre di più. Ecco, pensare di far arrivare il convoglio a Salerno in quelle condizioni è stata una scelta senza senso».

Nella preparazione del cortometraggio ha avuto modo di confrontarsi con la tifoseria salernitana?

«Sì, grazie ad alcuni amici che fanno parte del mondo ultras ho avuto diversi incontri con alcune realtà della tifoseria granata: in ogni occasione ho riscontrato grande interesse verso il progetto del cortometraggio, segno di quanto questa tragedia sia parte importante della stessa storia del tifo salernitano. Del resto l’amore per la Salernitana è una parte importante del vissuto della città, anche per questo il cortometraggio si conclude con l’omaggio ad alcuni tifosi granata: da Giuseppe Plaitano a Bruno Carmando, da Carmine Rinaldi alias “il siberiano” a Fulvio Di Maio».

Debutto il 25 maggio al cinema Augusteo con la proiezione seguita da un dibattito.

«Grazie alla sensibilità dell’amministrazione, e in particolare del vicesindaco Paky Memoli, è stato possibile non solo organizzare la proiezione di “24 maggio 1999”, ma anche dare vita ad un convegno dedicato non solo alla tragedia della galleria Santa Lucia, ma più in generale al tema del tifo organizzato; tra i relatori ci saranno Corrado De Rosa, psichiatra e scrittore, e l’avvocato Ciro Romano».