Villani verso l'Appello. Le sentenze si rispettano ma si possono commentare - Le Cronache
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Villani verso l’Appello. Le sentenze si rispettano ma si possono commentare

Villani verso l’Appello. Le sentenze si rispettano ma si possono commentare

di Salvatore Memoli
Le sentenze dei giudici non si commentano ma non si accettano nemmeno passivamente. Si può restare in silenzio davanti alle sentenze definitive, sebbene la storia giudiziaria ci ha abituato ai casi in cui gli errori in judicando viziano la ricerca della verità.
Non senza una partecipazione emotiva, dettata dalla stima per l’uomo, l’imprenditore di successo ed il politico, ho voluto rileggere gli atti processuali del Tribunale di Salerno che ha condannato Angelo Villani ed altri coimputati. Ne ho tratto elementi che hanno rafforzato la mia stima per il condannato ed alimentato in me l’idea che il processo non abbia valutato tutti gli elementi che ora in appello potrebbero correggere complessivamente la decisione assunta.
É la situazione di sempre che trasferisce sul piano accusatorio fino a scivolare verso la bancarotta, comportamenti concreti di imprenditori che hanno a cuore la loro azienda, soprattutto quando coincidono con il patrimonio familiare. I giudici che hanno ritenuto le attività di governo aziendale uno sviamento, una sottrazione di beni aziendali, non hanno creduto che la riorganizzazione posta in essere dalla proprietà del Gruppo Alvi, con l’aiuto del sistema bancario, fosse esente da censura. La verità sul Gruppo Alvi di Villani é collegata alla crisi finanziaria degli anni 2007/2010 che ha generato compressione dei consumi, vitali per le attività del Gruppo che, nonostante un MOL margine operativo lordo positivo di tutte le società del gruppo, risentiva di difficoltà finanziarie. Fu questo il fattore determinante che spinse i Villani ad un ulteriore intervento di razionalizzazione della loro rete di vendita al dettaglio, con la chiusura di alcuni punti vendita e la ricerca di un partner commerciale affidabile ( incarico affidato a M P S Capital Seevice SPA) per rilevare l società o i singoli vendita del gruppo ALVI spa.
L’offerta arrivata non fu accettata per comprensibile inadeguatezza rispetto alla domanda, in particolare perché non idonea a risolvere i problemi del Gruppo. In questo contesto s’inserisce un episodio di un “impagato” di un assegno, nonostante la capienza della provvista ed una mera indisponibilità, in quando entro due giorni sarebbe maturata la valuta. Cose che fanno rabbrividire, seppure tutto é stato fatto nella corretta logica bancaria, per la mancanza di elasticità verso correntisti rispettabili che normalmente non viene mai lesinata. Questo banale episodio é centrale nel travolgimento della vita del Gruppo e nella interpretazione dei correttivi adottati di convogliare gli incassi sui conti non affidati, nel tentativo di evitare eventuali revoche di affidamenti in corso.
Altri problemi sono legati alla valutazioni delle merci, alle loro cessioni, agli inventari delle merci giacenti nelle piattaforme del Gruppo e nei punti vendita. Situazione contabile complessa, vulnerabile, soggettiva, intricata, in cui ognuno legge le cose secondo un metodo che porta a risultati contrapposti. Come fu per i Villani e i curatori, i CC TT del PM!
In questi casi normalmente le parole di una parte non valgono quanto quelle di un’altra parte, specialmente se portano direttamente alla individuazione di delitti di bancarotta per distrazione, così come contestati ai Villani con riferimento a tutte le società del Gruppo.
Siamo in molti a ritenere che il Gruppo Alvi non doveva fallire, che la famiglia Villani resta un fiore all’occhiello della nostra imprenditoria salernitana, che il no, opposto alla cessione, ad una proposta di acquisto conserva tutta la forza di tutela del patrimonio familiare, faticosamente costruito in anni d’impegno di tutti.
É successo a Villani quello che qualcuno contestava al Cav. Amato che non volle cedere il suo Pastificio ad Agnelli. Dopo poco il declino, i debiti e i rigori giudiziari.
In linea generale, l’appello ci si augura possa rivedere radicalmente la sentenza di primo grado, cosa che avverrà se impegna tutte le sue energie per accertare la verità dei fatti secondo gli elementi forniti ed indicati dalla qualificata e competente difesa di Villani.
Sarebbe un risultato che restituisce giustizia ed onore a chi ha speso una vita, senza conoscere pause, tempo libero, sacrificando affetti e ambizioni, in vista di obiettivi da costruire per il bene del Gruppo, dei lavoratori, della somministrazione e dei territori interessati.
Angelo Villani é persona di grandi doti umane, professionista rispettabile, si é ispirato ai migliori valori democratici e popolari, onorandoli con apprezzabile coerenza.
Nei rapporti interpersonali ha dato sempre prova di umiltà e disponibilità, soprattutto nella professione di medico.
La sua condotta é stata sempre di specchiata onestà. L’uomo privato non può essere diverso dall’uomo che vive la vita pubblica come imprenditore, professionista o politico!
La differenza sta nella giusta lettura processuale degli atti di difesa che hanno ricostruito l’intera vicenda di un grande patrimonio familiare che nessuno avrebbe messo a rischio con comportamenti fraudolenti o irresponsabili che il Tribunale ha censurato con una misura che ha lasciato in tutti stupore ed incredulità.
Tante piccole défaillances hanno permesso il crollo di una valorosa impresa. Nella sostanza restano la storia di un grande gruppo societario del Mezzogiorno e la sua importanza per i territori serviti, soprattutto il salernitano. Un gruppo societario che insieme ad altri importanti e prestigiosi gruppi con nomi impegnativi, ha scritto la storia economica e sociale di Salerno. Attività meritorie che richiedono un esame prudente, attento, rispettoso come bene sa fare la Corte di Appello. Non vorremmo che la mancanza di un’attenta valutazione possa negarci il piacere di veder restituire la dignità offesa e l’onore meritato ad imprenditori come Villani che restano un esempio di crescita industriale, in un territorio complesso, difficile ed in lenta evoluzione.