Di Cerbo: «Una città come Salerno deve avere impianti sportivi su tutto il territorio» - Le Cronache
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Di Cerbo: «Una città come Salerno deve avere impianti sportivi su tutto il territorio»

Di Cerbo: «Una città come Salerno deve avere impianti sportivi su tutto il territorio»

di Erika Noschese
Sport, impianti sportivi, fondi Pnrr, politica: sono alcuni dei temi trattati da Antonello Di Cerbo, presidente nazionale Lega Gym che esordisce nel mondo della scrittura con il suo primo romanzo “Un elefante in cristalleria” che narra l’amore per la ginnastica, tramandata da padre a figlio. Un lavoro che vuole raccontare e ripercorrere non solo i primi 20 anni di successo della Ginnastica Salerno, oggi eccellenza mondiale con una serie di successi a livello nazionale e internazionale tanto da essere punta di diamante anche a livello mondiale.
“Un elefante in cristalleria” il suo primo libro: racconta l’amore, tramandato da padre in figlio, per la ginnastica…
«Sono vent’anni di storia, iniziato in questo mondo meraviglioso come quello della ginnastica artistica. Il nome di questo lavoro riprende le parole dette da una persona a me molto cara, mia nonna: senza a spinta innovatrice di Ginnastica Salerno nulla si sarebbe mosso in questi tre anni, in questo settore ma mi disse anche di essere un elefante in cristalleria. Oggi, credo che in quella cristalleria vi erano anche dei dinosauri, un po’ complicato vivere con generazioni, cultura e formazione completamente differente».
Un’eccellenza mondiale, la prova che con tenacia, passione e dedizione si può arrivare lontano…
«Noi abbiamo vinto tre campionati di serie A consecutivi con ultimi due scudetti in A1; le nostre ginnaste sono titolari della nazionale italiana; Salvatore Maresca è il ginnasta con più vittorie in assoluto e abbiamo una squadra davvero forte. I miei “bambini” sono con me da diversi anni e abbiamo lavorato insieme sia al sogno olimpico sia alla formazione, aspetto fondamentale».
A proposito di sport, oggi Salerno è carente dal punto di vista dell’impiantistica sportiva. Si lavora per la realizzazione del Palazzetto dello Sport. Cosa ne pensa?
«Guardi, il PalaSalerno sarà una struttura utile per concerti, finali di pallavolo o basket e altri sport di questo tipo ma Salerno è la seconda città della Campania e ha bisogno di impianti sportivi nei vari quartieri, da Mercatello a Fratte. Solo così si risolve il problema dello sport. Considero Vincenzo De Luca un grande politico, uno dei più forti degli ultimi anni ma non ha la sensibilità per lo sport, non è una colpa sia chiaro ma un dato di fatto che non può essere negato. Noi abbiamo avuto la possibilità di poterci permettere una struttura sportiva, realizzata con finanziamenti privati ma non tutte le società hanno la possibilità di fare altrettanto».
Politica, amministratori: qual è il suo rapporto con la politica locale e regionale?
«Ho smesso di fare politica attiva all’indomani delle regionali del 2020. Sono stato il primo dei non eletti ma ho scelto di lasciare perché deluso, non dal risultato ma dall’atteggiamento di alcune persone che credevo fossero amiche ma così non è. Un grande politico salernitano diceva: “Antonello, ogni tanto c’è bisogno di una campagna elettorale perché così si tira una linea e si capisce davvero chi ti è vicino perché amico e chi lo fa solo per interesse” e penso che questo valga molto. Politica e sport sono distanti anni luce».
Riforma dello sport, quale secondo lei la linea da seguire?
«La riforma dello sport è stato il più grande aborto legislativo degli ultimi 30 anni perché il mondo dello sport aspettava con ansia e trepidazione questo intervento, sperando in modifiche ed integrazioni che fossero la base di un ragionamento molto più ampio per la valorizzazione dello sport nel suo insieme. Ci sono società sportive che non hanno la possibilità di pagare le utenze, a causa anche del caro bolletta. Adesso è nata una guerra senza precedenti tra sport e salute e il Coni per un problema di gestione economica».
Pnrr, quali secondo lei le priorità per il Mezzogiorno d’Italia e per la provincia di Salerno?
«Se noi fossimo cittadini della Svizzera o della Germania saremmo a buon punto perché i soldi sono tanti se non troppi. La verità è che noi non abbiamo capacità di spesa, non sappiamo rendicontare e il 70% dei fondi ritornano a Bruxelles. Altro problema da non sottovalutare l’età avanzata degli impiegati comunali che non sanno andare verso la digitalizzazione e non potrebbero scrivere un progetto per il piano nazionale di ripresa e resilienza. Credo sia l’ennesimo sogno infranto».
Quale auspicio per la città di Salerno?
«Devo fare una premessa: io sono un uomo di centro sinistra, ho sempre lavorato per questo schieramento, senza mai votare a destra ma è stato possibile realizzare la struttura di cui parlavamo grazie a Stefano Caldoro (all’epoca dei fatti presidente della Regione ndr) che mi ha permesso di partecipare ad un bando con finanziamenti economici importanti. Dico questo perché voglio evidenziare l’importanza di andare oltre gli schieramenti politici, basterebbe solo una sensibilità verso il tema. Voglio ricordare l’impegno di Antonio Iannone, senatore di Fratelli d’Italia che ha portato al Senato la sua proposta su sport e Costituzione, un lavoro straordinario perché chiede pari dignità rispetto a scuola, formazione, sanità e se riesce a passare questa legge sarebbe un importante passo avanti. Lo sport è vita, benessere e bisognerebbe agire proprio in quest’ottica».