Daniele De Crescenzo presenta il De Lucaa fumetti, un diario della città capoluogo - Le Cronache
Attualità

Daniele De Crescenzo presenta il De Luca
a fumetti, un diario della città capoluogo

Daniele De Crescenzo presenta il De Lucaa fumetti, un diario della città capoluogo

di Clemente Ultimo
Per passare da sindaco a sceriffo e poi a paladino basta un attimo, anzi un tratto di matita. Almeno se il primo cittadino in questione è Vincenzo De Luca che, anche nella sua attuale veste di presidente della Regione Campania, non ha mai abbandonato quello stile comunicativo aggressivo che lo ha reso celebre – e tanti consensi ha fruttato – fin dal suo arrivo a Palazzo Guerra. Uno stile che ha fatto di De Luca una vera e propria icona della comunicazione 2.0, oltre che modello per la satira: su tutto la celeberrima imitazione televisiva di Maurizio Crozza, ormai quasi indistinguibile dall’originale.
Non può certo meravigliare, quindi, che lo “sceriffo” di Salerno sia diventato anche un fumetto: lo scorso mese di dicembre, infatti., è approdato nelle librerie “Il paladino di Salerno”, volume d’esordio della casa editrice salernitana Coltura Edizioni, che raccoglie strisce e storie realizzate negli anni da Daniele De Crescenzo. A lui, infatti, si deve l’idea della trasposizione nel mondo delle nuvole parlanti di Vincenzo De Luca.
«Era il 2008 – ricorda De Crescenzo –, un momento in cui Salerno era investita dall’idea della grande trasformazione urbana voluta da un onnipresente Vincenzo De Luca, quando insieme a Maurizio Viviano, mio collaboratore dell’epoca, immaginai una trasposizione a fumetti del primo cittadino. Nacque così la striscia su Salerno by Night, con un personaggio De Luca certamente meno sfaccettato rispetto ad oggi, ma già calato nelle vesti di sceriffo. Una figura che abbiamo un po’ “rubato” a Ciro Girardi, che all’epoca impersonava De Luca su una Tv locale definendolo, appunto, sceriffo. Partendo da quella base abbiamo iniziato a caratterizzate il nostro personaggio, caricandolo ulteriormente con accessori come cappello,
pistole, stella appuntata sul petto, insomma tutto il corredo di uno sceriffo di frontiera. Con un effetto decisamente divertente. In questo, confesso, molto mi ha aiutato la mia passione per le ambientazioni western: uno scenario ideale per una figura con piglio decisionista e modi sbrigativi».
Chi è lo sceriffo?
«Poter risolvere ogni problema con una gragnuola di colpi penso sia il desiderio recondito del personaggio, l’idea di fondo è che ogni ostacolo possa essere superato con piombo e lanciafiamme, nella sua ultima evoluzione».
Come è cambiato il personaggio nel tempo, arrivando a diventare il paladino?
«Si è giocoforza adattato ai diversi moduli su cui è stato ospitato: siamo passati dalle strisce alle pagine, quindi con maggiore spazio a disposizione è stato possibile lavorare su storie e vicende di respiro più ampio.
Tutto questo materiale, raccolto in un albo, alla fine è diventato una sorta di diario minimo della città, episodi che inizialmente avevano solo un aspetto folkloristico hanno assunto un respiro più ampio, sempre in una prospettiva satirica. Un passaggio importante, a mio giudizio, è stato l’inserimento di altre figure nelle storie, dei cittadini, dei sostenitori e dei detrattori dello sceriffo. Penso sia stato un vero punto di svolta, rintracciabile nel momento in cui non sono più tanto il digrignare i denti o il decisionismo nutrito di pallottole a far nascere il sorriso, piuttosto il comportamento di chi circonda lo sceriffo, amici e nemici.
Quando il comportamento del paladino – un vigilante che non ha neanche bisogno della maschera come Batman – è accettato da tutti, credo si arrivi ad un vero e proprio corto circuito».
Che città è quella del paladino?
«Salerno è una città appiattita, non solo politicamente, ma anche culturalmente. Ci siamo accontentati di un livello minimo che viene spacciato per eccezionale; il fatto che questo minimo venga osannato significa semplicemente che la vita culturale della città è arrivata in un vicolo cieco. Salerno è terra bruciata. Questo è un territorio dove anche l’opposizione non propone e sembra non aver voglia di proporre nulla di diverso, probabilmente perché anch’essa ha accettato il ruolo predominante del paladino. La satira e l’invettiva sono, in questo contesto, la risposta a chi vuole e consente che il paladino continui ad esercitare il suo ruolo predominante, totalizzante. È certamente divertente, ma anche preoccupante. Qui c’è tutta la misura dello stato socio-culturale di Salerno».
Quanto è difficile seguire le evoluzioni di un personaggio diventato ormai fenomeno mediatico?
«Confesso che durante il periodo del Covid mi sono trovato in difficoltà, l’originale è andato oltre il personaggio dei fumetti. È stato difficile fare satira, è stato uno di quei casi in cui i modelli cui ci si ispira se ne escono con dei colpi di teatro – come dimenticare l’evocazione del lanciafiamme? – che superano la fantasia di un autore».

1 Commento

    Ritengo il periodo di governo della regione campania gestito da De luca il peggiore di tutte quelle precedenti .
    La peggiore per Napoli e la città metropolitana di Napoli che conta 3.500.000 abitanti più del 70% dell’intera popolazione della Campania .
    Questo signore non si è reso conto che ha avuto il privilegio di essere ospitato per due volte a palazzo Santa Lucia in una città che con Londra e Parigi per storia e cultura alternava la supremazia in Europa con le due precedenti indicate . Il sottoscritto e la mia famiglia , se il PD dovesse candidare per la terza legislatura il Sig, De Luca dopo 40 anni perderà i Ns. voti
    Giuseppe

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