Mattinata al seguito della Polizia Municipale (2) - Le Cronache
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Mattinata al seguito della Polizia Municipale (2)

Mattinata al seguito della Polizia Municipale (2)

A cura di Erika Noschese e Monica De Santis

Donne in carriera, mamme, moglie, agenti della polizia municipale. Per strada, con quella sensibilità che solo la donna sa trasmettere e l’amore per quella divisa che non tradiranno mai. Nunzia, Renata, Elisabetta, Stefania sono solo alcune delle donne che compongono la squadra della polizia municipale, pronte ad intervenite in qualsiasi situazione, con garbo e delicatezza ma, nel contempo, con fermezza e pugno duro, se serve, nel rispetto delle regole del codice della strada, del vivere civile. Un viaggio per conoscere quegli uomini e quelle donne che, ogni giorno, sono in strada a tutela della cittadinanza. Nunzia D’Andria, Maresciallo ordinario lavora a Salerno dal 2017 grazie alla mobilità volontaria. Per inseguire il suo sogno e la sua carriera si è trasferita a Milano, poi il ritorno nella sua città: «Sono entrata, a Milano, nella polizia municipale grazie ad un concorso per ottanta posti ma, alla fine, ne hanno assunto 500, poi tre mesi di corso, il giuramento ma le problematiche di quella città sono totalmente differenti da quelle che si vivono a Salerno», ha raccontato il maresciallo ordinario che cinque anni fa ha scelto di tornare nella sua città. Sicuramente, non è tutto così semplice, tra scuola e turni di lavoro ma, dice Nunzia D’Andria, basta organizzarsi e si riesce a fare tutto, o quasi. «Sicuramente, ho dovuto iscrivere le mie figlie al nido, turni opposti, scambi davanti la porta e quando eravamo a Milano, soli, è stato sicuramente più difficile. Per fortuna, non ho mai avuto grandi difficoltà ma è stato un grande sacrificio perchè era solo casa e lavoro, senza riuscire a fare altro – ha aggiunto il maresciallo ordinario – Quando sono tornata a Salerno ho sicuramente avuto il sostegno della mia famiglia ma bisogna gestirsi anche se oggi ho la possibilità di fare tante cose; si riesce tranquillamente ad organizzarsi, anche con i figli, coinciliando il mio ruolo di mamma, lavoratrice, donna». Forse, la più grande soddisfazione è proprio quando tuo figlio guarda con ammirazione la tua carriera. «Il mio lavoro, in qualche modo, mi aiuta molto anche nell’educazione: spesso racconto loro gli interventi che, in qualche modo, possono renderle più responsabili, come nel caso di incidenti stradali, per ricordare loro il rispetto delle regole della strada, l’importanza di indossare il casco e così via», ha raccontato ancora l’agente di polizia municipale. Paradossalmente, per una mamma lavoratrice, Salerno offre più servizi rispetto a Milano, soprattutto nel periodo estivo e, in particolar modo, nel mese di agosto quando le strutture sono chiuse. «Chiaramente, avendo la famiglia a Salerno risulta sicuramente più comodo, anche nel modo di approcciarsi con gli altri, con il calore che noi del sud riusciamo a trasmettere, anche solo tra vicini di casa», ha detto ancora D’Andria. Altra esperienza di mamma lavoratrice è quella di Renata Savria, in servizio presso il comando di Salerno da un anno grazie al concorso Ripam. «E’ difficile far conciliare il lavoro, la vita privata, gli impegni extralavorativi, ci proviamo ma ci sono giornate che, fisicamente, ci distruggono ma cercheremo sempre di dare il meglio», ha raccontato l’agente Savria evidenziando la totale disponibilità del comando di polizia municipale per rispondere alle esigenze, soprattutto, delle mamme: «Sicuramente non è facile ma abbiamo la fortuna di avere un ufficio servizi che viene incontro alle nostre esigenze, soprattutto per noi mamme e le nostre richieste, nei limiti delle loro esigenze, viene accolta». Renata Savria svolge, per lo più, turni in orari mattutini così da poter accompagnare la figlia alla scuola dell’infanzia: «Mi occupo anche dei cosiddetti servizi appiedati, tra la zona del Carmine e le Poste centrali, pattuglia lungo i viali – ha detto ancora l’agente – Sarà che sono in servizio da poco ma posso dire che, per la mia esperienza, la città di Salerno offre servizi, pur non avendo termini di paragone perchè questa è la mia prima esperienza nella Municipale. Salerno offre tanto, mi trovo bene e ho tanto da imparare; credo che la città – da questo punto di vista – possa offrire le basi per migliorarci sempre di più». Tanti i servizi che investono la muncipale ma quello più sentito, forse, è il servizio scuola perchè i bambini «ci offrono tanto, ci guardano con curiosità ma un altro servizio che mi ha particolarmente colpito riguardava un ragazzo di colore che aveva difficoltà e noi abbiamo offerto supporto umano, ci siamo resi immediatamente disponibili a contattare il 118, attendere l’arrivo degli operatori medici», ha raccontato ancora la vigilessa. Sempre più spesso i vigili vengono presi di mira dai cittadini, attaccati, offesi, derisi e sempre più spesso si verificano aggressioni, verbali e fisiche. «Può succedere, è chiaro che oggi le difficoltà ci sono ma posso dire che fino ad ora non ho avuto esperienze particolarmente negative, ad eccezione di qualche cittadino che male ha accettato la sanzione amministrativa ma molto spesso, e non è da sottovalutare, mi capita di incontrare persone estremamente rispettose verso il nostro lavoro, riconoscono l’errore e accettano il verbale», ha aggiunto la vigilessa. Testimonianze che, sicuramente, potranno servire anche ai cittadini per comprendere le difficoltà che oggi il corpo di polizia municipale vive, tra mancanza di personale e importanti responsabilità che sono di competenza degli agenti di polizia municipale, nonostante l’importante e prezioso lavoro del comandante Rosario Battipaglia e della sua vice, sempre pronti a rispondere alle esigenze dei loro agenti offrendo, contemporaneamente, la massima tutela per i cittadini, cercando di rispondere alle loro richieste e segnalazioni. E a volte, bisogna fare i conti con il dolore perchè, prima di essere agenti della municipale, sono esseri umani: «essere presente sul luogo di un incidente mortale, dover comunicare alla famiglia il decesso di un familiare, inevitabilmente ti segna e ti resta dentro per sempre – ha aggiunto il maresciallo ordinario – Purtroppo, è capitato anche a me dover comunicare ad una madre e un padre il decesso del figlio ed è stato terribile, la disperazione nei loro occhi, il dolore che provi anche tu sulla tua pelle resta una sensazione terribile alla quale, ancora oggi, non riesco a farci l’abitudine perchè da mamma e donna non potrò mai abituarmi a questo dolore».