La voce di Dee Dee incanta Ravello - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Musica

La voce di Dee Dee incanta Ravello

La voce di Dee Dee incanta Ravello

di Lucia D’Agostino

Una serata frizzante all’insegna del jazz, in un itinerario immaginario tra passato e futuro, quella di domenica scorsa al Ravello Festival con un concerto che ha visto protagonisti musicisti campani, la Salerno Jazz Orchestra diretta da Gianni Pepe e la voce di Walter Ricci, e artisti internazionali del calibro di Dee Dee Bridgewater e Tony Momrelle, frontman degli Incognito. Tutti i protagonisti non hanno solo celebrato la musica ma anche il nostro stile di vita, la nostra cultura e la nostra fortuna di vivere in un Paese tra i più belli al mondo. Ad accogliere il pubblico un Walter Ricci, classe 1989, emozionato (quasi gli dispiace lasciare il palco) che soprattutto con la sua “You are all”, qui in una versione riarrangiata, si conferma una delle voci più interessanti del panorama jazz italiano. Poi il ritmo vocale e la verve di Momrelle hanno incantato la platea grazie anche all’esecuzione di due brani più soul come “With your love” e “Labour of love” portata al successo dal gruppo degli Incognito. Una presenza scenica la sua irresistibile che si è conclusa con “She’s all I need” e una dichiarazione di amore all’Italia. Non si è fatta attendere la vera star della serata Dee Dee Bridgewater in splendida forma, a dispetto dei suoi 72 anni portati divinamente, che ha sottolineato il ruolo di testimoni del futuro del jazz di chi l’ha preceduta sul palco, mentre la sua esibizione sarebbe stata un omaggio al passato, e così è stato. Con la padronanza del palco, la simpatia esuberante che la fa flirtare scherzosamente con i componenti dell’orchestra dando vita ad intermezzi divertenti, la sua performance è stata impeccabile spaziando da “I feel good” di James Brown a “Do you know what it means to miss New Orleans di Billie Holiday e Louis Armstrong”, “God bless the child” della Holiday e “Come Sunday” di Duke Ellington, solo per citarne alcuni. Non potevano mancare “What a wonderful world” di Armstronng e “Let the good times roll” di B.B. King verso la fine. Nessun concessione ad un bis pur timidamente invocato dal pubblico. Ma a lei si perdona tutto.