Wow! Martin Parr e la meraviglia - Le Cronache Spettacolo e Cultura
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Wow! Martin Parr e la meraviglia

Wow! Martin Parr e la meraviglia

Olga Chieffi

Wow! È esclamazione di meraviglia, sorpresa, di un ricordo positivo, l’incanto. Tempo di Natale, questo, e nel Presepe, vicino alla grotta, è posizionato il pastore della meraviglia rappresentato con le braccia e gli occhi rivolti verso il cielo, col suo sguardo pieno di stupore e d’interrogativi, un pastore dal dono prezioso, al quale è dato lo stesso privilegio dei Magi, in merito al posizionamento, che ha l’arduo compito di offrire l’incanto della venuta del figlio di Cristo, un rapimento che non si dovrebbe mai perdere ma che dovrebbe rinnovarsi ogni volta, come la sua fede: è proprio Benino, che sta sognando il presepe stesso, ovvero la sua creazione, che sta vivendo l’istante fermo dell’Arte. E’compito, quindi, delle arti “dire” le cose, dire il silenzio presente in esse e la parola, il suono, il segno, che nel domandare dovranno riaccendere la meraviglia. Meraviglia che non è solo incanto o superamento estatico della ragione, ma è, e continua ad essere, riflessione: la riflessione del cogito che prova insieme l’angoscia del silenzio – ossia della morte – e la gioia della parola, della luce delle cose. A pochi giorni dalla prematura morte del fotografo britannico Martin Parr, scomparso sabato scorso nella sua abitazione di Bristol, il Fondo Welfare culturale di Fondazione della Comunità Salernitana Ets, presieduta da Antonia Autuori, in collaborazione con l’Associazione culturale Tempi Moderni di Marco Russo e Yeast Photo Festival, presentano “Wow!”, la mostra che da stamane alle ore 13,30 all’11 gennaio 2026 sarà allestita al Tempio di Pomona a Salerno, curata da Jan von Holleben ed Edda Fahrenhorst, un progetto espositivo di Otm Company per Kids Love Photography. “Wow!” è una mostra ispirata all’omonimo libro della collana “Il Mondo nei tuoi occhi”, che invita bambini, famiglie e adulti a esplorare le fotografie di Martin Parr attraverso accostamenti ironici e sorprendenti. Le immagini, tratte dal vasto archivio dell’autore, diventano occasioni di gioco visivo e stimolo alla curiosità: un percorso che aiuta a sviluppare uno sguardo critico e consapevole sulle immagini. Il progetto, è un percorso pensato per bambini e famiglie: immagini buffe, surreali, fuori contesto che insegnano a guardare con curiosità e spirito critico. “Wow!” diventa così un piccolo laboratorio visivo sulla meraviglia, un invito a porsi domande semplici e universali che aprono, però, mondi complessi. Da sempre il fotografo britannico ha trasformato la quotidianità in una lente deformante, restituendo un’immagine del presente che oscilla tra fascino e disincanto, pubblicando oltre centoventi libri e curato retrospettive nei più importanti musei internazionali. È stato, per la fotografia documentaria, ciò che Pop Art e ironia sono stati per l’arte contemporanea: un cortocircuito di estetica e critica, un invito a guardare la realtà con occhi nuovi. Martin Parr ha dedicato la vita a esplorare le società occidentali, lasciando un segno indelebile nel panorama artistico internazionale. Laureato al Manchester Polytechnic nel 1973, ha inteso la fotografia come strumento di analisi sociologica, rivelando con colore vivace e in modo spesso grottesco le contraddizioni di un mondo in rapido cambiamento. Dal 1994 membro dell’agenzia Magnum, di cui è stato anche Presidente, Parr ha segnato un passaggio significativo nella documentazione sociale, illustrando il passaggio dall’industria pesante a una società dominata dal consumo e dai servizi. La sua fotografia non si è mai fermata alla semplice osservazione: è stata sempre un atto di critica, un modo affilato per rivelare gli aspetti più burrascosi e spesso nascosti della vita quotidiana. La sua capacità di cogliere il grottesco nel banale ha fatto sì che le sue fotografie si trasformassero in un commento acuto al consumo sfrenato e alla modernità spesso vuota di significato. Parr si definiva un “documentarista che affronta soggetti seri travestiti da intrattenimento” e questo suo stile accordava un’ironia tagliente a un’analisi delle abitudini e delle ossessioni contemporanee. Una definizione, quella di “documentarista”, non casuale, visto che Parr diresse nel 1999 il film Think of England, in cui esplorava le attività ricreative e i luoghi comuni della cultura inglese, contribuendo a far emergere le contraddizioni e le sfumature di un’identità nazionale complessa e spesso stereotipata. La sua opera si caratterizza per il forte senso di ironia e per la costante volontà di smascherare le illusioni di un mondo apparente, offrendo allo spettatore un’esperienza estetica e riflessiva allo stesso tempo. Martin Parr sensibilizza il nostro subconscio e una volta che abbiamo visto le sue fotografie, continuiamo a scoprire queste immagini più e più volte nella nostra vita quotidiana e a riconoscerci al loro interno, facendoci ridere di noi stessi, con un senso di riconoscimento e di rilascio. Il suo lavoro non si misura in una singola foto, la sua grandezza sta nell’intero progetto. L’artista, sembra sempre al posto giusto nel momento giusto, irriverente, a tratti caricaturale ma estremamente onesto. Parr da sempre racconta le classi sociali con i colori dell’umorismo al grido “Strano è bello!”. Le sue non sono foto che ci fanno dire “wow” per un particolare gioco di luci e ombre, ma perché sono significative, lasciano un segno con un’estetica a metà tra il pop e il kitsch, che è poi quello che spesso ritraggono. Sono comunicative arrivano dentro, subito e fanno pensare. Qualcuno ha detto: “Quando guardi le foto di Martin Parr non sai se ridere o piangere”, questo perché, a dispetto del fatto che siano molto divertenti e interessanti o totalmente sconfortanti, la dicono lunga sulla nostra società, restituendoci una visione di chi e cosa siamo bizzarra, ma al tempo stesso familiare, perché lui, angolando il suo vedere ci studia in un modo in cui noi stessi non siamo abituati a guardarci.