Wind Orchestra, una sferzata d’energia - Le Cronache
Musica

Wind Orchestra, una sferzata d’energia

Wind Orchestra, una sferzata d’energia

Continua il calendario di esibizioni delle formazioni del Liceo Musicale “Alfano I”: stasera alle ore 20, in cattedrale performance dei fiati, diretti da Giovanni D’Auria

Di Olga Chieffi

Passaggio di bacchetta, stasera in duomo tra Nicola Samale che ieri ha diretto l’orchestra al completo del Liceo Musicale “Alfano I”, che ha eseguito un interessante programma, e Giovanni D’Auria, il quale salirà sul podio della Wind Orchestra dell’ Istituto diretto da Elisabetta Barone. La tradizione dei fiati e forte e confermata in città da oltre un secolo e i ragazzi che andremo ad applaudire siamo speranzosi saranno degni eredi di un magistero che continua ad imporsi in campo nazionale ed internazionale. Il concerto che vedrà comunque un organico allargato ai ragazzi delle scuole medie del territorio oltre la Scuola Media Monterisi e le Gennaro Barra, per un semplice medley natalizio, il Preludio del Te Deum H 146 in Re Maggiore di Marc-Antoine Charpentier. Forse nessun pezzo di musica rievoca la nostra immagine della corte di Francia del Re Sole. Eppure, anche se Luigi XIV può aver ascoltato qualche volta questo inno durante una liturgia, in realtà non è stato scritto per la corte, ma, con ogni probabilità, per una delle chiese di Parigi con cui lo Charpentier collaborava tra il 1688 e il 1698, il Collegio dei Gesuiti della chiesa di Saint Louis-le-Grand in rue Antoine. Il solo di timpani apre il preludio iniziale dando subito il senso militaresco, strutturato sulla base di una fanfara in forma di rondò. A chiusura di questo prologo verrà naturalmente, eseguito, il Canto degli Italiani. La serata verrà inaugurata dalla Celebration Fanfare di Franco Cardaropoli, un omaggio al maestro che ci ha lasciato, con il suo brano d’elezione, una pagina energica e solenne, che farà esplodere la sezione brass della formazione. Un salto a Vienna, terra di Waltz e operette con Wiener Blut op.354, lineare e semplice, la vena melodica di che scorre attraverso le varie parti di questa pagina, giungendo ad una coinvolgente coda, e Im Krapfenwald polka di Johann Strauss Jr. op.336, dedicata alla zona dei boschi viennesi, situata tra il sobborgo di Grinzing, le colline di Kobenzl e Kahlenberg, dove Franz Josef Krapf, in precedenza, aveva aperto la sua taverna Krapfenwaldel, rinomato luogo di ritrovo dei viennesi durante le escursioni del fine settimana. Escursione nel paese del Sorriso con Ferenc Lehar , sulle note di “Tu che m’hai preso il cuor”: il brano è, nella sua versione originale, un duetto d’amore tra la giovane occidentale Lisa ed il principe cinese Sou-Chong. I due innamorati, disposti a inseguirsi tra Vienna e la Cina, sfidano le difficoltà derivanti dalle diverse culture ma alla fine riusciranno a giurarsi amore eterno. Finale coi proiettili volanti della Polka Schnell Freikugeln op.326,  di Johann Strauss jr. che prende spunto dall’opera di Carl Maria von Weber Der Freischütz e ai proiettili magici del cacciatore dell’opera. “O fortuna velut luna statu variabilis semper crescis aut decrescis vita detestabilis nunc obdurat et tunc curat ludo mentis aciem egestatem potestatem dissolvit ut glaciem”. Questo breve interludio è tratto dal primo dei due movimenti – forse il più famoso – di Fortuna Imperatrix Mundi, sezione iniziale dei Carmina Burana, una raccolta di canzoni medievali composte da studenti e chierici tedeschi anonimi intorno al 1150. I versi pongono in rilievo l’impotenza umana di fronte alla cecità della fortuna e alla crudeltà della cattiva sorte; un sentimento costantemente presente nel cuore degli uomini del Medioevo, quando guerra e peste falcidiavano inesorabilmente le popolazioni e rendevano molto precaria la condizione quotidiana di vecchi e giovani, miserabili e ricchi. Lo riproporranno con la sua potenza i ragazzi dell’Alfano I, quale talismano scaramantico per il nuovo anno. Ed ecco Condacum  stato composto in occasione del 25° anniversario dell’Arts Council nel distretto belga di Kontich, città natale del compositore Jan Van der Roost. È una pagina originale per questa formazione, interessante in cui la storia di questa comunità belga è rappresentata nel suono. L’apertura ricorda l’avanzata dell’esercito romano, mentre lo sviluppo dinamico è pieno di vitalità. Nel Blu dipinto di Blu di Domenico Modugno, la sua forza innovativa e coraggiosa, la sua modernità, la generosità, il fascino travolgente e intramontabile del suo stile, il simbolo del sogno di un’Italia che stava risollevando la testa. La musica natalizia prenderà il via con la Christmas Overture per Symphonic Band di Stefano Martinotti, ammiccante anche a certo raffinato e scintillante gusto americano. Finale interamente dedicato ai canti tradizionali del Natale, con il “Tu scendi dalle Stelle di Sant’Alfonso, in cui tutti i linguaggi, del presente e del passato, del dotto e dell’uomo, del nobile e del poverello si sposano, un’epifania, come quella della morte di Luca Cupiello, in cui tutto diventa chiaro e intelligibile, Astro del ciel, Adeste Fideles, fino all’ Happy Xmas di John Lennon e il tradizionale gospel Oh Happy Day, in un incrocio sonoro di grandi tradizioni musicali e religiose. Un concerto, che diverrà un bell’esempio di come si possa recuperare la cultura popolare proponendola nella veste originale ma, al contempo, con arrangiamenti brillanti, vivi, affascinanti, mai ridondanti ma sempre attenti all’aspetto filologico per rendere i brani con il giusto pathos, e riuscire ancora a “contagiare”, la grande bellezza e la gioia della Musica.