di Red.Cro.
Voto di scambio politico-mafioso. Si aggrava la posizione dell’ex vice sindaco di Cava Enrico Polichetti, dopo la notifica della chiusura indagini fatta dal Pm Senatore della Procura Antimafia. Enrico Polichetti per farsi eleggere alle scorse amministrative metelliane non ha disdegnato ed anzi cercato l’appoggio di personaggi contigui al crimine organizzato. La tesi dell’accusa, corroborata da accertamenti della Dia di Salerno, è che Polichetti abbia chiesto voti a Dante Zullo, figura di spicco della malavita metelliana con numerose condanne per usura ed estorsione ed attualmente detenuto. Il boss cavese con la passione per i cavalli.A condurre il candidato Polichetti da Zullo è Antonio Santoriello, marito di Elvira Zullo nipote di Dante Zullo. In particolare si legge nella chiusura indagine che il Santoriello, si presentava presso la scuderia di Dante Zullo e in presenza dello stesso Polichetti disse: “Cumpà, qui ci sta Enrico che ha bisogno di voti”. E Dante Zullo rispose: “Qual è il problema, stiamo qua”. E successivamente rivolto al candidato disse: “te li faccio avere io i voti, non ti preoccupare”. E Santoriello aggiunse: “tenendo Enrico là quello che ci serve putimm’avè”. E qui secondo l’accusa nasce la proposta dell’ex vice sindaco di preparare una cooperativa per ex detenuti per controllare i lavori del Comune”. Trovando l’accordo con lo stesso Zullo. A quell’incontro ne seguirono altri, proma del procacciamento dei voti, prevalentemente nelle frazioni di Santa lucia e Sant’Anna, ricadenti sotto il controllo di Zullo. Qui Polichetti e Santoriello dovevano dire ai loro interlocutori che li mandava zì Danduccio, accompagnando a questa frase il santino elettorale. In queste due frazioni Polichetti prese 51 voti, preceduto da ben 13 candidati per numero di preferenze, di cui 9 originari o residenti a Santa Lucia e Sant’Anna. Polichetti risultò il primo degli eletti con oltre 650 preferenze e questo per il pm della DDA Vincenzo Senatore basta a configurare lo scambio elettorale-politico mafioso. Ma queste non sono le sole accuse che sono formalizzate nei confronti di Polichetti. Nel procedimento istruito dalla Dda si contesta all’assessore anche l’accusa di abuso d’ufficio aggravato dall’aver agevolato l’organizzazione mafiosa di Zullo. Secondo l’accusa, Polichetti, in combutta con il funzionario comunale Angelo Trapanese, avrebbe consentito lo svolgimento di una manifestazione culinaria – la Festa della Pizza – con il patrocinio del Comune di Cava, attraverso autorizzazioni ‘carpite’ al sindaco Vincenzo Servalli. L’evento fu fatto senza nulla osta e senza alcuna richiesta di autorizzazione depositata al comune. Un carteggio a ‘mano’ che permise all’associazione Promocava di fare la manifestazione ottenendo un vantaggio patrimoniale e gravi danni nei confronti dell’amministrazione comunale. Secondo l’antimafia, l’associazione che promosse l’iniziativa era riconducibile a Dante Zullo, tanto che tra i partecipi c’erano Vincenzo Porpora – direttamente interessato all’organizzazione della ‘Festa della pizza’ e proprio a settembre coinvolto insieme a Zullo in un’altra inchiesta per droga e estorsioni, e Carlo Lamberti, delegato per il servizio d’ordine. L’evento si tenne, aggirando tutte le regole e la prassi comunale grazie all’interessamento di Enrico Ppolichetti, nel settembre del 2016. L’evento ottenne il patrocinio del Comune di Cava, senza che la giunta firmasse il provvedimento, ed inoltre la Promocava ebbe un grosso sconto, circa 16mila euro, sulla tassa da pagare per l’occupazione di suolo pubblico, grazie alla falsa comunicazione sullo spazio effettivamente occupato dalla manifestazione. L’avviso di conclusione indagini per l’ex vicesindaco di Cava de’ Tirreni- cui il sindaco Servalli revocò la delega subito dopo aver appurato il suo coinvolgimento nell’inchiesta dell’antimafia- è il seguito dell’operazione denominata Ippocampo su presunti scambi politico-elettorali aggravati dal metodo mafioso. Per questa inchiesta sono indagati, oltre lo stesso Polichetti Dante Zullo, Antonio Santoriello e Angelo Trapanese, cavese 65enne, funzionario del Comune di Cava de’ Tirreni, accusato – in concorso con Polichetti – di abuso d’ufficio aggravato dalla circostanza di aver agevolato un’associazione di stampo camorristico per l’organizzazione di un evento culinario, la festa della pizza, nel settembre del 2016.. Ora 20 giorni per gli indagati per presenatre memorie difensive prima della richiesta di rinvio a giudizio.