Viva i manganelli - Le Cronache
Ultimora

Viva i manganelli

Viva i manganelli

Di Michelangelo Russo
“Guerra sola igiene del mondo” scriveva nel 1909 Filippo Tommaso Marinetti nel lancio pubblicitario del Futurismo su “Le Figaro” di Parigi. Quell’annuncio bellicoso ebbe l’effetto di una scarica elettrica sulla gioventù italiana, e poi si diffuse in Europa alla vigilia della Grande Guerra del 1914 -18.
Il cinismo e la tragicità delle parole del padre del Futurismo italiano (rimasto l’unico movimento artistico moderno di fama mondiale) possono essere letti sotto una angolatura diversa. Quello contro cui Marinetti si scagliava era il conformismo e l’abulia della società contemporanea che annullavano la capacità di aggregazione delle nuove generazioni intorno alle grandi idee morali, capaci di muovere il mondo e generare il progresso della Storia e dell’Umanità. La guerra come provocazione ideale per muovere le acque stagnanti della tensione morale collettiva. E veniamo alle manganellate poliziesche sugli studenti che manifestavano per la pace in Palestina. Non c’è errore peggiore che possa fare il potere costituito che quello di prendere a bastonate le giovani generazioni che manifestavano per motivi umanitari. Anche se i cortei non sono ufficialmente autorizzati. Ho vissuto alla Procura di Milano negli di piombo del ’70. Pacifici o violenti che divenissero i cortei dei giovani (e a volte ce ne stavano quasi a giorni alterni), non ce ne stava uno solo che fosse autorizzato dalla Questura.
Ma la vecchia e sorniona Democrazia Cristiana che governava l’Italia di quei tempi anestetizzava le capacità belliche reattive delle Forze dell’Ordine. Ricordava bene l’effetto esplosivo degli attacchi della Polizia agli studenti del 1 marzo del 1968. Furono scontri sanguinosi, che innescarono e alimentarono il grande incendio del ’68. E fu la rivoluzione delle coscienze e del costume, e nulla fu come prima. Questa generazione di giovani che vediamo crescere con affetto, e un po’ d’invidia, di noi vecchi, assomiglia da troppo tempo alla gioventù priva di grandi sogni che osservava a inizio secolo scorso Marinetti. Finiti i movimenti risorgimentali nelle grandi nazioni europee, l’idea di futuro appariva appannata. Al futurista Marinetti sembrava spento il fattore determinante della forza della mutazione permanente dello spirito come fuoco di alimento della vita avesse bisogno di un detonatore per riavviarsi. In molti della generazione matura, ai nostri anni, abbiamo sperato che una scossa alla gioventù addormentata del cretinismo delle movide e dei social arrivasse dal movimento ambientalista. Greta Thunberg è stato un simbolo che pare oggi, tuttavia, meno trascinante. Ma il messaggio è arrivato alle masse giovanili di tutto il mondo. Ed è entrato nelle coscienze di tantissimi, e produrrà col tempo i suoi effetti anche se non ci sono più cortei di massa. Quello ambientalista è un sogno acquisito nel corredo morale dei ventenni europei e non solo. Ma c’è un altro sogno che riemerge nelle coscienze. Quello della Pace. Gli orrori di Gaza, dopo quelli dell’Ucraina, hanno adesso la forza dell’innesco di un risveglio collettivo dei giovani attorno ad un’opera di costruzione di un fattore identitario. Essere giovani significa lottare per la Pace. E così si crea solidarietà universale attorno un’idea capace di far immaginare il futuro. L’immaginazione al Poter. Fu lo slogan di tanti anni fa, nel ’68 parigino. Fu il grido corale contro la guerra in Vietnam. Il nemico di questa gioventù è l’arroganza del Potere demagogico che gioca il ruolo dell’ordine ad ogni costo per tenere il pensiero di tutti al guinzaglio. E allora, si usino pure i manganelli come ammonizione. Ma è il pensiero corto dei reazionari, questo. Dalla scuola Diaz di Genova nel 2001, all’assaggino di prova di Firenze e Pisa di oggi, la Destra è riuscita a dare una motivazione agli studenti per riaggregarsi. Sono molto solidali tra loro, e le manganellate produrranno frutto. Come diceva un celebre motto di Mao Tse Tung, “tutti i reazionari hanno la capacità di sollevare da soli grandi macigni nella testa, salvo poi a farseli immancabilmente rovinare sui piedi”.