Violenza sulle donne, finalmente hanno il coraggio di denunciare - Le Cronache
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Violenza sulle donne, finalmente hanno il coraggio di denunciare

Violenza sulle donne, finalmente hanno il coraggio di denunciare

di Erika Noschese

Nel salernitano, dall’inizio del 2019 ad oggi, sono aumentati i casi di violenza sulle donne. A renderlo noto le associazioni che da sempre si battono per la tutela delle donne. Oggi, infatti, si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite, invitando i governi, le organizzazioni internazionali e le Ong a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in quel giorno. Tra queste spicca Manden, l’associazione guidata dalla salernitana Grazia Biondi, simbolo delle donne che sono state maltrattate dai loro compagni ma che hanno avuto il coraggio di denunciare e ricominciare una nuova vita. «Rispetto al 2018 sono aumentati i casi perché, oggi, le donne denunciano di più», ha spiegato la Biondi sottolineando come le vittime di violenza, soprattutto in questo particolare momento storico vivono una sfiducia nei confronti della giustizia e di chi dovrebbe tutelarle. Esempio lampante è Filomena Lamberti, la donna salernitana sfigurata con l’acido da suo marito. La sua colpa? Voleva chiedere il divorzio. Dopo una lunga battaglia giudiziaria è stato il tribunale di Salerno ha mettere la parola fine, condannano l’uomo a soli 15 mesi di reclusione. Per la Biondi tante sono ancora oggi le cause che spingono una donna a vivere sotto lo stesso tetto del loro carnefice, senza il coraggio di ribellarsi, tra queste la dipendenza affettiva. Ad oggi, dati certi non ce ne sono, ad eccezione di quelli forniti dall’Istat e il rapporto dell’Eures 2019 che parlano di un fenomeno in aumento. «Non c’è un osservatorio specifico sulla volenza, pur chiedendolo da tempo per avere un quadro più preciso della situazione», ha spiegato Manuela Campitelli, vice presidente di Reama Rete per l’Empowerment e l’Auto Mutuo Aiuto – Sportello Antiviolenza online. Si tratta, di fatti, di una rete di associazioni mirate ad aiutare le donne vittime di violenza e a garantire loro sicurezza e protezione dopo un’eventuale denuncia. Sempre più spesso, le donne sono costrette a vivere con i loro carnefici per non subire ricatti anche di natura economica che le potrebbero portare lontano dai loro figli. Nasce così Codice Rosso, la legge che innova e modifica la disciplina penale, sia sostanziale che processuale, della violenza domestica e di genere, corredandola di inasprimenti di sanzione. “Non si possono fare leggi che non tengono conto della realtà”, spiega la Campitelli, secondo cui, ad oggi, sussistono problemi strutturali. La soluzione potrebbe essere semplice. Per la vice presidente di Reama, bisogna implementare gli strumenti per garantire protezione e sicurezza alle donne che denunciano. In quest’ottica, dunque, necessario è dare ai centri antiviolenza e agli sportelli maggiori fondi. Della stessa opinione anche Filomena Avagliano, presidentessa dell’Associazione Agorà di Cava de’ Tirreni, che con il progetto “resilienza” si sta occupando della violenza sulle donne. Per la Avagliano, si tratta di “una legge non aiuta a debellare il fenomeno. Bisognerebbe, di fatti, fare in modo che la politica si interessi di questi casi. Per la presidente di Agorà, a livello nazionale, vi è stato un implemento dell’1%, con un aumento relativo al fenomeno dello stalking e della violenza sessuale mentre diminuisce l’età di chi commette o subisce questo tipo di reato. Nel salernitano, dal mese di gennaio 2019 ad oggi sono aumentate le richieste perché “le donne legano di più, fanno più rete”. Importante è anche la formazione nelle scuole, sensibilizzando ragazzi e ragazze. Intanto, già nella giornata di oggi potrebbero essere sbloccati i fondi per i figli delle vittime di femminicidio, ad oggi non attivi eppure ci sia la legge. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtiero ha infatti annunciato lo stanziamento di 12 milioni di euro a sostegno dei minori in difficoltà familiare.

Donne simbolo: Hanno avuto il coraggio di ribellarsi e dire basta Esempio per tante vittime

Grazia Biondi, Filomena Avagliano, Filomena Lamberti. Sono alcune delle donne salernitane diventate simbolo di questo 25 novembre. Si tratta di donne che hanno avuto il coraggio di ricominciare una nuova vita, come nel caso della Biondi o della Lamberti o di donne che hanno messo la loro vita, personale e professionale, a servizio delle vittime. Grazia Biondi, per 9 anni, ha subito violenza fisica, psicologica ed economica. L’uomo che avrebbe dovuto proteggerla e tutelarla l’ha segregata in casa per anni. Nel 2011 decide di denunciarlo ma la giustizia non sembra fare il suo corso. Dopo una serie di rinvii, un iter giudiziario che quasi ha trasformato Grazia in carnefice e il marito in vittima, quest’ultimo è stato condannato a 10 mesi di reclusione. Sorte simile è capitata a Filomena Lamberti. Dopo 30 anni di violenza e divieti ha deciso di dire basta. Nel 2011, Filomena disse al marito che avrebbe voluto separarsi da lui, ma che avrebbe aspetattato il matrimonio del figlio. Tutto sembrava andare per il verso giusto fino a quando il 28 maggio 2012 suo marito Vittorio le lancia addosso acido muriatico. Per la donna 30 operazioni chirurgiche per salvarsi la vita. Eppure, mentre lei era ancora al Ruggi ricoverata suo marito torna in libertà: aveva scontato, patteggiando, una pena di 15 mesi. Due storie simbolo di questa giornata contro la violenza sulle donne. E Salerno può cantare, tra i protagonisti, Filomena Avagliano, psicologa e presidente dell’associazione Agorà. Forse il suo operato infastidisce, forse qualcuno ha voluto lanciare un messaggio. Fatto sta che pochi mesi fa, ignoti hanno fatto esplodere un grosso petardo distruggendo la sua automobile.