Vincenzo Falcone e la Frittatina Margherita: golosa pietanza a firma Gino Sorbillo - Le Cronache
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Vincenzo Falcone e la Frittatina Margherita: golosa pietanza a firma Gino Sorbillo

Vincenzo Falcone e la Frittatina Margherita: golosa pietanza a firma Gino Sorbillo

Di Marco Visconti
L’imprenditore cavese Vincenzo Falcone l’anno scorso è stato definito da Food Service e A4D «tra i migliori 40 imprenditori under 40, che hanno contribuito a cambiare in meglio lo scenario dell’ horeca nel mondo della ristorazione». Per Vanity Fair «ha portato in Italia il concetto di Food Porn di qualità emulando in chiave nazionale, quella che è una delle cose più ricercate negli States». Questo prodigioso imprenditore ha lavorato in precedenza, per 8 anni, come animatore nei villaggi Valtur, e proprio con Valtur ha avuto l’opportunità, colta al volo, di conoscere il mondo americano, che è l’impero dei burger. Partito da Delicious a Cava de Tirreni, Falcone è stato insieme al socio food influencer Gian Andrea Squadrilli, l’ideatore di Golocious, che frequenta assiduamente i suoi 15 locali, da Milano a Palermo passando per Firenze, Roma, Napoli e Caserta. Golocious da poco ha compiuto i suoi primi 3 anni, ed è diventanto “grande” anche per l’interesse del mercato: pochi giorni fa è stata annunciata l’acquisizione da parte di Fedegroup, con cui il brand ha iniziato a collaborare già da poco dopo la sua fondazione e che lo ha «esportato» in Oman, dove sono già presenti e attivi 2 ristoranti, prevedendone un ulteriore sviluppo in Italia e all’estero nei prossimi mesi.
Falcone racconta come nasce la sua passione per la gastronomia, cosa sono Delicious e Golocious, e fornisce interessanti chicche sulla «Frittatina Margherita». Questa golosa pietanza, a firma Gino Sorbillo, è stata presentata recentemente al compleanno di Golocious.
Quando è iniziato il suo amore per la gastronomia?
«Mio padre è stato il proprietario del Porky’s, Fellini, di Salomé, della Taverna del gusto, e quindi la ristorazione ha sempre fatto parte della mia vita. Io sono da sempre un fan di McDonald’s, e gli attribuisco un grande merito: aver inventato il sistema fast food degli hamburger».
Mi spieghi meglio, qual è il suo rapporto con l’America?
«Da sempre ho guardato con interesse all’America. Ho avuto l’occasione, quando sono stato alle Maldive come animatore con Valtur, di conoscere una coppia di imprenditori che vedendomi lavorare mi hanno offerto una possibilità di andare nel loro ristorante italiano a San Diego in California come cameriere. Io ho accettato l’invito, perché sapevo di andare nella patria degli hamburger. 4 anni dopo la mia esperienza, sono riuscito a portare ciò che ho visto in USA, ovvero il concetto di cibo godurioso per il palato. Abbiamo arricchito il Food Porn americano con i prodotti gastronomici italiani, lavorando su una ricerca meticolosa di prodotti di qualità ed eccellenze del territorio, e poi abbiamo dato vita al brand Delicious a Cava de Tirreni».
Quando ha pensato di investire altrove?
«Nel 2018 dall’incontro con Gian Andrea Squadrilli. Io avevo la necessità di uscire dalla città di Cava de Tirreni, dagli schemi cavesi. Io e il mio socio abbiamo fatto un upgrade del nome Delicious, creando un nuovo brand: Golocious. Questo è accaduto un mese prima della pandemia da Sars-CoV-2. Siamo stati uno dei pochi food brand ad aver fatto 11 aperture l’anno della pandemia, anche grazie alla partnership con Fedegroup che da subito ha creduto nel progetto e ci ha aiutati a entrare sul mercato nel Nord Italia, partendo da una dark kitchen in hotel a Milano e poi con 6 aperture sinergiche in altre città».
Come avete vissuto il periodo della pandemia?
«Come dice Albert Einstein: “I momenti di crisi sono eventi da non temere ma ai quali reagire, perché possono portare a nuove opportunità”. Golocious è stato capace di “entrare” nelle case in un momento in cui la ristorazione funzionava solo in delivery e poi di portare i consumatori e le consumatrici “fuori da casa” e all’interno dei locali al momento della riapertura. Questo ci conferma che chi sceglie Golocious si affeziona al nostro brand e alla nostra proposta food&beverage, diventa parte di una community, anche social, e torna con piacere a godere dell’esperienza che offriamo nei nostri ristoranti».
Qual è il ricordo più bello che ha donato questo brand?
«Il ricordo più bello l’ho appena citato, in piena pandemia tutti chiudevano, c’era una grande depressione nel settore della ristorazione e noi con un po’ di coraggio e intraprendenza, ma con grande leggerezza, che è un tratto che mi contraddistingue, abbiamo pensato di dar vita al brand Golocious. Salta alla mente il ricordo tragicomico di quando ci cacciarono da un locale perché la proprietaria lamentava di esserci troppa gente che andava a ritirare solo i panini in delivery».
Golocious ha da poco compiuto 3 anni, in merito alla festa dedicata al brand, lei ha pensato di festeggiare con volti noti del settore gastronomico e artistico, come mai c’è stata questa sinergia?
«C’è stato prima di tutto un incontro tra amici. Conosco Luca D’Amore da 2 anni, è una persona squisita, abbiamo fatto gruppo, ci aiutiamo a vicenda. Lui ha l’arte del saper parlare, rende potabile l’arte a chi non la capisce. Con Gino Sorbillo ho un’amicizia dal 2017, siamo entrati subito in sintonia, è una persona molto disponibile con me. Quando ancora dovevamo partire con l’espansione tramite Golocious, ho chiesto spesso consiglio a lui, che c’è sempre stato. Sorbillo è una persona meravigliosa. E poi, Gianpiero D’Alessandro, tra i migliori graphic designer al mondo, lo conosco da 10 anni, è stato coinvolto nell’operazione “Frittatina Margherita”. Ciò che abbiamo voluto far uscire dal progetto è l’appartenenza al nostro territorio, alla nostra terra».
Come si cucina la «Frittatina Margherita»?
«Con bucatini, pomodoro San Marzano, basilico, provola, gocce di fonduta, besciamella, cacio, pepe. Tutto questo viene avvolto da una deliziosa panatura di pizza, da qui si riprende il noto nome “Margherita”».
Oltre alla «Frittatina Margherita», Golocious ha pensato ad altre golose pietanze?
«Sì, da poco abbiamo introdotto una nuovo menu vegetariano al nostro pubblico. In tutti i panini e nei burger si può sostituire la carne con alternative plant-based per chi non ama la carne o vuole limitarla. Un’altra grande novità sarà l’uscita del nuovo menu di Sbam Burger, uno dei nostri format che propone i famosi burger in versione smashed.
Qual è il vostro obiettivo?
«L’obiettivo condiviso con Fedegroup e con Quadrivio è di arrivare a 40 aperture in Italia entro il 2024 e 10 ristoranti nel mondo, partendo dall’Europa».

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