Dopo l’aggressione ai due vigili urbani di qualche giorno fa, da parte di un cittadino salernitano, la polizia municipale non si sente più al sicuro. Per ovviare al problema, il Csa (Coordinamento Sindacale Autonomo) di Salerno ha avviato un’azione legale (“class action”) per ottenere il riconoscimento dei tempi di divisa per gli appartenenti della Polizia municipale. Il Csa consapevole delle precarie condizioni di lavoro in cui versano molti Comandi della Provincia di Salerno, costringendo i propri operatori a lavorare indossando già dalle proprie abitazioni la divisa di servizio, ha dato mandato ai propri legali di avviare l’azione legale e comunica che gli operatori prenderanno parte allo sciopero nazionale del 12 febbraio. Cento le diffide presentate mentre per oggi è prevista un’assemblea per discutere della questione ed eventualmente dare mandato ai legali. Per tempi di divisa s’intendono “i tempi che i colleghi, non potendo indossare o togliere la divisa sul luogo di lavoro, devono indossare la stessa presso la propria abitazione”. Per altre categorie di lavoratori (Polizia penitenziaria, Carabinieri e Settore trasporti) tale riconoscimento in forza di alcune sentenze è già avvenuto, infatti ai lavoratori in questione gli è stato riconosciuto in alcuni casi una indennità di 20 minuti giornalieri per ogni giorno di effettiva presenza con una retroattività decennale. Sulla questione si è espresso anche il sindacalista della Cisl Fp Salerno, Raffaele Vitale, che dichiara: “Ben venga la tolleranza zero contro questi episodi. Siamo stanchi di vedere mortificati, fisicamente e non solo, professionalità assolute al cospetto di chi vuole farsi ragione con la forza. Ma adesso, oltre la sicurezza, serve altro” continua Vitale: “gli operatori della Polizia Municipale con i notevoli compiti di ‘ordine pubblico’ cui sono destinatari senza alcuna indennità riconosciuta, con il quotidiano impegno nel tentativo di assicurare un po’ di vivibilità e sicurezza ai cittadini, sono ancora una volta costretti a subire, sulla loro pelle, le conseguenze di atti di inciviltà ma, spesso, di servizi non dimensionati alla tutela della loro incolumità”. Brigida Vicinanza
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