di Andrea Pellegrino
Mentre Vincenzo De Luca cerca la sua nuova casa politica all’interno del Partito democratico, le anime campane rimaste vicino a Matteo Renzi spingono per un posto nel governo. La partita dei sottosegretari dovrebbe chiudersi in settimana, o al massimo all’inizio della prossima. Lello Topo e Mario Casillo, due consiglieri regionali del Pd, avrebbero fatto tappa a Roma per trattare un posto di sottosegretario. Il nome dovrebbe essere quello di Assunta Tartaglione, deputata, segretaria regionale del Pd che potrebbe approdare alla coesione territoriale e quindi al Mezzogiorno. Insomma nel ministero affidato a De Vincenti. Tra i nomi si fa spazio anche quello di Pina Picierno, attuale eurodeputata, renziana della prima ora. Scendono le quotazioni, invece, di Gennaro Migliore mentre Enzo Amendola dovrebbe ritornare alla Farnesina. Tra i salernitani in campo si fa spazio il nome di Tino Iannuzzi, vicino alle posizioni di Franceschini ed anche di Rosato. In particolare sono stati diversi gli appuntamenti che il deputato ha tenuto in compagnia del capogruppo alla Camera del Pd, in provincia di Salerno. Resta in campo anche il nome dell’ex senatore Alfonso Andria, legato politicamente al ministro Dario Franceschini. Fuori dalla corsa la componente che fa riferimento al salernitano Guglielmo Vaccaro che aveva messo sul tavolo di Gentiloni il nome di Gaetano Quagliariello. Altri campani in corsa sono Gioacchino Alfano (coordinatore regionale di Ncd) ed Antimo Cesaro, ex montiano, sottosegretario alla cultura del governo Renzi. Ancora spera anche il socialista Marco Di Lello. Resta da sciogliere il nodo Ala. In caso di accordo con Verdini non si esclude un ingresso di Eva Longo nell’esecutivo Gentiloni. Per l’attuale senatrice, ex sindaco di Pellezzano, era stato pensato anche un ruolo di viceministro. Per ora il senatore D’Anna stoppa l’accordo ma non si escludono novità nelle prossime ore. «Escluderci dal governo è una mossa ben studiata – afferma D’Anna – Con noi la maggioranza sarebbe stata più solida, ma all’ex premier la cosa non sta bene. Renzi vuole che a un certo punto sia la sinistra dem a staccare la spina, così poi potrà tuonare contro i traditori: quando faranno cadere il governo, li metterà nell’angolo al congresso. «Se va come vuole Renzi, si vota a giugno. Ma se Mattarella si mette di traverso, slittiamo a ottobre», è la previsione di D’Anna: «Ci hanno già offerto due viceministri e 5 sottosegretari – afferma – ma abbiamo detto di no anche se ci poteva fare comodo. Dopo un anno e mezzo in cui abbiamo portato la croce, due ministri li meritavamo. Volevamo – aggiunge – Zanetti alle Politiche agricole o alle Attività produttive. E Marcello Pera all’istruzione. Un nome autorevole. E invece hanno piazzato lì la Fedeli, che di scuola non si è mai interessata in vita sua».