Il progetto del Tav andrà avanti, assicura il ministro dell’Economia Giovanni Tria da Versailles. «Sono profondamente contrario», replica il titolare delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, contro cui il Pd ha annunciato una mozione di sfiducia. E il premier Giuseppe Conte, prima smentisce i giornali circa una sua apertura alla cosiddetta “mini-Tav”, quindi ribadisce che verrà presa, «nella massima trasparenza, la migliore decisione possibile nell’interesse esclusivo del Paese e dei cittadini, all’esito dello studio attento del dossier e del confronto politico che ne conseguirà». Insomma, nell’esecutivo regna ancora il caos totale circa la costruzione della linea di alta velocità TorinoLione. In un continuo batti e ribatti carico di tensione, tra la Lega favorevole e i Cinque Stelle contrari, non c’è certezza nemmeno sui tempi della decisione finale. Il ministro Danilo Toninelli, da almeno quindici giorni, ribadisce che il pronunciamento arriverà entro la settimana prossima. Tanto che l’azzurra Deborah Bergamini, lo prende in parola e sarcasticamente battezza il countdown come il “Conte alla Rovescia”. «Siamo a meno 6. Il Governo dirà sì o no? I forse, le mini Tav, non sono più ammesse: in palio -conclude l’esponente di Forza Italia- ci sono centinaia di milioni di euro e il futuro dell’Italia». Ma in tanti scommettono che lo showdown non avverrà prima delle prossime elezioni europee del 26 maggio. Al di là dei tempi, le opposizioni vanno alla carica. Ironica la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, secondo cui «il progetto mini Tav è in realtà un trenino giocattolo. Ora -aggiunge l’ex ministro- al Governo inizino a fare gli adulti e la smettano di giocare con le costruzioni, stanno amministrando l’Italia». Molto dura la posizione del Pd che punta direttamente a far cadere la testa di Toninelli, presentando una mozione di sfiducia. Contro di lui, attacca la dem Raffaella Paita, pesa l’accusa di «aver bloccato i cantieri in tutta Italia, aver preso in giro gli italiani e essere stato di fatto commissariato». «Toninelli lasci per il bene del Paese»,aggiunge il candidato segretario Nicola Zingaretti. Intanto le diplomazie al di qua e al di là delle Alpi sono al lavoro. Il titolare al Tesoro avanza la sua previsione a favore dell’opera parlando dopo il suo omologo francese, Bruno Le Maire, durante il Forum economico franco-italiano di Versailles. «Ci sono posizioni differenti nel Governo -ammette Tria- ma credo che ci sarà un’evoluzione positiva perché sono i fatti» che portano in quella direzione. Le Maire, dal canto suo ribadisce che la Francia è «favorevole» al proseguimento del cantiere. «Ora -aggiunge- aspettiamo che l’Italia prenda posizione». Tria in sintonia con le posizioni della Lega, ribadite anche ieri dal sottosegretario all’Economia, Massimo Garavaglia, che esamina anche l’ipotesi mini-Tav, seppur smentita da Palazzo Chigi. «Per noi la Tav è un’opera importante che va fatta, poi -osserva Garavaglia- se si riesce a risparmiare ben venga. Da una vita si sa che si possono fare delle modifiche ed è quello che prevede il contratto di governo. Se si possono fare delle modifiche migliorative e ridurre i costi perché no? -conclude-. Penso alla stazione di Susa giusto per capirci». Anche il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, entra nel merito della soluzione “mini-Tav”. «Se si intende rinunciare alla stazione di Susa disegnata da un archistar va benissimo, se invece -osserva l’esponente dem- significa eliminare il traforo tra Avigliana e Orbassano, quest’ipotesi è senza alcun senso».
red.cro.