di Marta Naddei Non sono bastati gli scarsi introiti registrati nel 2013 e, con tutta probabilità bissati – se non peggiorati nel 2014 – per indurre il Comune di Salerno a contenere gli investimenti per la stagione lirico-concertistica del Teatro Verdi. Sei opere e sei concerti – dal prossimo mese di aprile e fino alla fine dell’anno – animeranno il palcoscenico del Massimo cittadino al modico costo di 3 milioni e 241mila euro. Una cifra già piuttosto consistente ed in linea con quelle degli anni passati a cui si aggiunge, ovviamente, anche la spesa per la direzione artistica che, anche per il 2015, sarà affidata a Daniel Oren: i termini del contratto con il direttore d’orchestra israeliano non sono cambiati. Per lui il cachet resta di 243mila euro. Insomma, il costo complessivo si aggira intorno ai 3 milioni e mezzo di euro, da cui bisogna detrarre le sovvenzioni statali e gli introiti di biglietti e abbonamenti, con una spesa netta che per l’amministrazione comunale si aggirerà intorno ai 2 milioni di euro. La nuova stagione lirico concertistica del Verdi è stata approvata dalla Giunta comunale lo scorso 10 febbraio e, con la medesima delibera, è stato appunto confermato il rapporto lavorativo con il maestro Oren. Ad aprire l’anno lirico del Verdi sarà il Don Giovanni di Mozart (485mila euro), in scena a metà aprile; in programma – tra le opere – ci sono l’Andrea Chénier (574mila euro), il Barbiere di Siviglia (271mila euro), la Traviata (448mila euro), la Tosca (485mila euro) e il balletto lo Schiaccianoci (100mila euro). Altrettanti saranno i concerti che si terranno presso il teatro di piazza Luciani: a Salerno si esibiranno l’Orchestra filarmonica salernitana di Oren con Diana Damrau e Nicolas Teste (65mila euro); il pianista Andrea Lucchesini (7mila euro); l’orchestra da camera Giampiero Sobrino (18mila euro); il trio violino, cello e piano (8mila euro); la violinista Patricia Kopatchinskaja (7mila euro) ed infine Daniel Oren e l’orchestra cinese (100mila euro). Altri 30mila euro andranno al direttore artistico della stazione. Sedicimila gli euro destinati al sito web, mentre per la pubbliciatà ne saranno stanziati 28mila e 40mila per il progetto grafico. Insomma, storia nota. Ed il rischio è quello che anche nel 2015, quello sul teatro Verdi, sia l’ennesimo investimento a perdere: freschi ancora sono nella memoria i 432mila euro che la stagione 2013 ha portato nelle casse del botteghino mentre ancora non sono stati resi noti gli introiti dello scorso anno che, ad una prima stima, dovrebbero essere ancora inferiori. La disputa sull’eccessivo impiego di risorse – in rapporto, si intende, alle entrate – nel teatro Verdi è stata al centro dell’attenzione nel corso degli ultimi mesi, in particolare con il consigliere comunale di Nuovo centro destra Roberto Celano che ha sollevato, in più di un’occasione, il caso. Non da ultimo, sulla gestione del Massimo cittadino, pende anche la questione della superconsulenza da 300mila euro in pochi anni ad una giovane professionista della comunicazione. In parole povere, il gioco non varrebbe la candela, soprattutto in considerazione che, se da un lato si immettono risorse nel Verdi, dall’altro il resto della cultura, a Salerno, è lasciato completamente a secco con buona pace degli artisti che qualcuno considera “minori”.
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