Università: Mariti e mogli, padri e figli, ex coniugi: è l'anagrafe dei docenti - Le Cronache
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Università: Mariti e mogli, padri e figli, ex coniugi: è l’anagrafe dei docenti

Università: Mariti e mogli, padri e figli, ex coniugi: è l’anagrafe dei docenti

di Antonio Manzo
«Se si vanno a guardare queste altre cose, si scoperchia…». Da quelle intercettazioni degli investigatori fiorentini partì l’ indagine della procura di Firenze sulla Concorsopoli all’università toscana che portò all’arresto di alcuni “baroni”. Che c‘entra con Salerno? Il maxi scandalo nazionale fu avviato dalla denuncia di un salernitano, Oreste Gallo, professore associato di otorinolangoiatria che ebbe il coraggio di far scoperchiare il pentolone con il fetido odore delle cattedre universitarie fatte diventare – secondo i pm fiorentini- un incontrollato mercato delle vacche all’italiana. Il processo dopo alcuni arresti quattro anni fa, non è finito qui. perché c’è ancora l’udienza preliminare davanti al gip di Firenze per rinviare a giudizio i baroni. L’ultima udienza è stata del 11 gennaio scorso. E gli atti contengono intercettazioni singolari ma dimostrative del presunto malaffare in toga dei baroni.
Da Firenze a Salerno e viceversa si può andare comodamente e metaforicamente in un rapido Frecciarossa. Perché a maggio del 2008 apparve sulla scena il professore-oracolo che scrisse al Corriere della Sera per annunciare la voluta diserzione da un concorso di storia delle dottrine politiche a Salerno ed annunciando, prim’ancora che avvenisse la proclamazione, il nome della vincitrice del concorso a suo parere già decisa. . È il 22 gennaio 2008. Paolo Farneti annuncia e scrive che lui non avrebbe partecipato al concorso perché su undici candidati, come da copione, profetizzava vincitrice la dottoressa Alessandra Petrone giudicata da una commissione presieduta dal professor Tarcisio Amato suo docente. Ora il nome e cognome di Alessandra Petrone, docente ordinaria a Salerno, è anche delegata dal rettore Loia per il settore della comunicazione. Nel giro di cinque anni, a partire dal 2009, da ricercatrice è diventata docente ordinario di storia delle dottrine politiche. Una carrriera record che non può vantare un suo collega, Tommaso Indelli, caccciato dall’Unisa dopo ben 15 anni di lavoro con la cattedra di storia medievale del professore Claudio Azzara. Ma, questa, è una storia a parte ancora da approfondire. Torniamo all’esame del foglio excel dell’amichettismo in cattedra. Ci sono decine di coniugi o ex coniugi nell’elenco dell’anagrafe familiare dell’Unisa. Sia chiaro non è un reato ma esistono singolari circostanze familiari legittime nell’elenco dell’Unisa troppo spesso ricorrenti per non ricondurre ad sospetto diffuso familismo accademico. Iniziamo da Michele Petrocelli dell’ufficio sistemi elettrico e Caterina Caliendo del Dipsum dipartimento di ateneo, coniugi; Vittorio Scarano professore ordinario del dipartimento di informatica con la moglie Giuseppina Palmieri contrattista-assegnista di ricerca Isis Lab; i coniugi Iolanda De Marco professore ordinario di ingegneria industriale con Stefano Cardea, docente associato dipartimento ingegneria, coniugi; Gianluigi De Mare professore associato ingegneria civile e Maria Macchiaroli, ricercatore tempo determinato ingegneria, coniugi; Nicola Cappetti ordinario ingegneria civile e Emilia Garofalo tecnico laboratorio, coniugi; fratelli e sorella, Stefania Zuliani professore ordinario dipartimento culturale e Marco Zuliani ufficio reclutamento Pta scienze giuridiche; Antonio Pietrosanto ordinario ingegneria civile e Arianna Pietrosanto dottoranda ingegneria civile padre e figlia; Gennaro Cuccurullo professore associato ingegneria civile e Alessandro Cuccurullo, dottorando ingegneria civile padre e figlio; Vincenzo Palma ordinario ingegneria e Diana Sannino docente associato dipartimento ingegneria industriale, ex coniugi; Francesco Donsì docente ordinario ingegneria industriale e Giorgio Donsì, professore emerito ingegneria industriale, figlio e padre; Angelo Lorusso dottorando ingegneria industriale e Francesco Colace ordinario ingegneria industriale, membri ex associazione studenti; Domenico Santaniello ricercatore dipartimento attività culturali Francesco Colace docente ordinario ingegneria e già presidente studenti ingegneria e sostenitore elettorale rettore Loia; Stefano Salvatelli vincitore master universitario poi assunto in Terna, Francesco Colace e Vincenzo Galdi, grandi elettori Loia entrambi professori ordinari ingegneria e ex presidente studenti ingegneria; Alessandro Naddeo docente associato dipartimento ingegneria e Maria Paola Landolfi PTA ingegneria civile ex coniugi; fratelli Salvatore Miranda e Sergio Miranda docente ordinario ingegneria civile, il primo, e il secondo docente associato dipartimento scienze della formazione; Gaetano Lamberti docente ordinario ingegneria e Anna Angela Barba, docente associato di farmacia, coniugi; Raffaele Cerulli ordinario dipartimento matematica, e Antonietta Cerulli, ricercatore facoltà farmacia, padre e figlio; Maria Teresa Proto, docente ordinario dipartimento scienze aziendali e figlio docente associato; Vincenzo Piluso, ordinario ingegneria civile, figlio dottorato di ricerca ingegneria civile. Il docente-oracolo, professore Roberto Farneti, disertò il concorso a storia delle dottrine politiche indetto dall’università di Salerno, per un esempio, certamente non unico, dell’amichettismo in cattedra tranquillamente praticato nell’ateneo dove conterebbero legami familiari ed amicali. Farneti volle protestare per tutti quelli esclusi dalla consorteria accademica non essendo figlio o nipoti di accademici. Il concorso del docente oracolo fu vinto da Alessandra Petrone con la carriera sprint, da ricercatore ad ordinario in soli cinque anni, grazie anche ad una benevola delibera di ateneo sul reclutamento dei professori ordinari (furono cambiate le linee guida). I casi? Ci sono quelli di Oreste Gallo salernitano che denunziò e fece avviare l’inchiesta della procura di Firenze sulla Concorsopoli toscana; ricorso al Tar di Salerno di Antonio Musio; l’esclusione dall’Unisa di Tommaso Indelli dopo quindici anni di lavoro per la cattedra di storia medievale e tanti, troppi altri casi che debbono essere ora approfonditi nell’Unisa dove l’amichettismo va in cattedra ma Salerno non è Firenze.