di Arturo Calabrese
Partito Democratico, Lega e Forza Italia sono tre partiti italiani. Il primo fa parte del centrosinistra, i secondi del centrodestra. Il primo è stato al governo fino a due anni fa e all’opposizione c’erano i secondi.
Il primo oggi è all’opposizione e al governo ci sono i secondi. Il primo governa in Regione Campania (almeno sulla carta), i secondi sono all’opposizione. Palese, dunque, le differenze, le rivalità tra le compagini che si dimostrano in vari e numerosi aspetti. Ovunque, anche in Europa, ma non nel Cilento. Nel Cilento, Partito Democratico, Forza Italia e Lega sono grandissimi amici, talmente tanto che votano lo stesso presidente dell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento.
Tutto è successo lunedì sera presso Palazzo Baronale De Conciliis in quel di Torchiara. Era riunito il consiglio dell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento e all’ordine del giorno c’era l’elezione del nuovo presidente dopo l’arresto del 3 ottobre di Franco Alfieri. Il designato e unico candidato era Roberto Antonio Mutalipassi, sindaco di Agropoli dove è stato eletto con il Partito Democratico. Il primo cittadino agropolese è palesemente uomo legato ai dem.
Alla votazione hanno partecipato sindaci e consiglieri delegati dei comuni appartenenti all’Unione, ma ci sono delle questioni da sottolineare. Innanzitutto, c’è la scarsa importanza che i presenti, in primis colui che ha condotto la seduta e cioè il presidente del consiglio Massimo Farro, danno alle istituzioni. L’urna scelta per accogliere le schede, essendo il voto segreto, era una scatola che conteneva birre con tanto di marca in bella vista. Confezione, tra l’altro, in formato convenienza. Ma nota di colore a parte, è molto interessante ciò che da quell’urna molto improvvisata è uscito.
I votanti erano 36 e i voti favorevoli sono stati 32, 3 gli astenuti, 1 contrario. I 3 astenuti sono stati Raffaele Pesce di Agropoli, Teresa Magnoni di Rutino e Emanuele Sica di Capaccio Paestum, il voto contrario è stato di Raffaele Marciano di Laureana Cilento. Tutti gli altri sono stati a favore. Sorprende, certo, anche il voto a favore da parte di alcune minoranze che evidentemente tanto minoranze non sono. È il caso, questo, di Salento, Ogliastro Cilento e Perdifumo, ad esempio.
Flora Santoro, Franco Santangelo e Eleonora Malandrino nei loro comuni siedono negli scranni della minoranza ma all’Unione, magicamente, passano dall’altra parte della barricata. Parte della barricata nella quale trovano posto anche esponenti die partiti di cui sopra. Giuseppe Orlotti, primo cittadino di Giungano e rappresentante della Lega, e Gianluca D’Aiuto, Castelnuovo Cilento e neo ufficializzato come tesserato a Forza Italia, hanno votato come loro presidente l’esponente del Partito Democratico.
Entrambi hanno dichiarato che non si tratta di un voto politico, ma gli altri che non hanno votato per Mutalipassi hanno espresso proprio un parere politico e di certo non sono iscritti al Pd o facenti parte di quel sistema. Si può parlare di inciucio in salsa cilentana? Di cambio di casacca a secondo della geografia? O di convenienza? Ma soprattutto, i coordinatori provinciali sono a conoscenza che loro iscritti si siedono allo stesso tavolo del Pd?