È destinata a cambiare la geografia all’interno dell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento. A maggio scorso, diversi comuni rientrati nella grande realtà, quasi una sub provincia, sono andati al voto ed è necessario dunque fare surroghe e nuove nomine. Dei dodici comuni oggi presenti, ma se ne attende almeno un altro paio, sono due quelli che hanno cambiato amministrazione.
Agropoli, Albanella, Cicerale, Capaccio Paestum, Giungano, Laureana Cilento, Lustra, Ogliastro Cilento, Prignano Cilento, Perdifumo, Rutino e Torchiara sono gli enti asserviti e tra esse Giungano ed Ogliastro Cilento hanno nuovi sindaci o, per meglio dire, nuovi esecutivi. Giuseppe Orlotti, nel primo caso, è stato confermato. Nel secondo, Michele Apolito si riprende, dopo qualche mese di pausa, la fascia tricolore. Sistemate, dunque, queste piccole situazioni di democrazia, che ricordiamo nel Cilento è vista dal presidentissimo Alfieri come una idiozia, si deve adesso ottemperare ad altre mere funzioni burocratiche derivanti da essa. L’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento, guidata per l’appunto da Franco Alfieri (che nel frattempo ci ha ripensato e non si è più dimesso, ndr), ha necessità di avere nuovi rappresentanti. Da Giungano arriveranno il sindaco, probabilmente il confermato Franco Russomando e l’attuale rappresentante dell’opposizione Sabrina Palumbo.
Ogliastro Cilento, invece, vedrà l’inossidabile sindaco e, sempre con il beneficio del dubbio, Giancarmine Martino mentre per la minoranza dovrebbe esserci il già candidato sindaco Franco Santangelo. Da capire, adesso, come cambieranno i gruppi di maggioranza e di minoranza. Scontato che i sindaci e gli altri due si seggano, metaforicamente perché non presenti, nei banchi della maggioranza mentre è da capire cosa faranno Palumbo e Santangelo. Probabile che andranno ad ingrossare le file della minoranza. Un’opposizione che oggi esiste e che è rappresentata da cinque elementi: Raffaele Pesce di Agropoli, Teresa Magnoni di Rutino, Raffaele Marciano di Laureana Cilento, Marzia Chirico di Lustra e Francesco Longo di Capaccio Paestum. Che arrivino a sette? Tutto da vedere.
Ma i nuovi ingressi fanno sorgere un dubbio: perché la squadra di opposizione è così scarna? Perché su dodici comuni non ci sono, almeno, dodici consiglieri di minoranza? Giochi politici, ovviamente, figli di una certa politica, di un certo sistema che sta pian piano distruggendo questo territorio e che si piega al potente. In comune si sta all’opposizione, all’Unione no. In comune non si vota il bilancio o ci si astiene, all’Unione si è pronti ad alzare la mano quasi meccanicamente senza capire ciò che si sta votando. Al netto di ciò, l’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento è pronta ad accogliere Omignano e Castelnuovo Cilento, le amministrazioni hanno già deliberato in tal senso, mentre viene chiamata con forza Castellabate ma il sindaco Marco Rizzo non ha intenzione di cedere. Non è da escludere, inoltre, che il presidentissimo Alfieri, che se con la democrazia ha un pessimo rapporto ce l’ha ottimo con le fritture di pesce e con la monarchia (De Luca docet), voglia allargare ancor di più i confini sia verso nord che verso sud.
Salento, ad esempio, potrebbe essere terreno di conquista, ma anche Gioi Cilento, Sessa Cilento, San Mauro Cilento, Serramezzana, Orria o, addirittura, Battipaglia e Eboli. Tutto può succedere e non è detto che sia una cattiva notizia.