Il conservatorio G.Martucci si presenta nel giorno dedicato alla sua musa. Un incontro, due concerti, la banda e i fuochi d’artificio per festeggiare anche i quarant’anni dell’istituzione, passati in silenzio a causa della pandemia. E’ l’occasione di ritrovarci tra le note di una storia importante e prestigiosa
di Olga Chieffi
Il conservatorio G.Martucci di Salerno ha preparato con tenacia, zelo, entusiasmo, le celebrazioni della Festa della Musica. Tutti noi, abbiamo messo le mani nella polvere dei ricordi, tra spartiti, immagini ingiallite, programmi, registrazioni, racconti di famiglia, mentre salivamo in duomo ad ascoltare l’orchestra e il coro del conservatorio e vederla lanciare sul tappeto verde, titoli quali il concerto di Max Bruch per violino e orchestra n.1 op. 26, eseguito da Ilya Grubert e la IV sinfonia di Tchaikovsky diretta da Stefano Pagliani, o la Messa dell’Incoronazione di Wolfgang Amadeus Mozart e la Sinfonia n°9 di Dvoràk con sul podio Jacopo Sipari di Pescasseroli solo qualche giorno fa. Dietro queste esplosioni di musica, una storia non facile, che stasera racconteremo, in primis con un incontro nel Salone dei Marmi di palazzo di Città dal titolo “Risonanze-primati e prospettive del Conservatorio “G.Martucci”, previsto per le ore 17. Un’ora sola, per “dire” in breve, in immagini e parole, un cammino lungo, una storia in cui il termine “fame” nel corso di oltre un secolo si è trasformato in ricerca, produzione, didattica e internazionalizzazione. Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Vincenzo Napoli e del Presidente del Martucci Nello Cerrato, ne parleremo con i docenti Fulvio Artiano, Imma Battista e Nunzia De Falco, prima delle conclusioni del direttore Fulvio Maffia, che annuncerà nuovi progetti intorno alla salvaguardia delle memorie della massima istituzione musicale cittadina. Intorno alle ore 18, la banda di Nardò, s’inquadrerà alla stazione e proporrà il suo repertorio marciabile per le vie del centro. Dal comune ci si sposterà, quindi, a passo di marcia, per le ore 18, 30 al tempio di Pomona, ove ci attenderà l’orchestra a plettro del conservatorio, diretta dal M° Mauro Squillante. Programma particolare quello allestito dal Maestro che ha titolato il concerto “Serenate da Mozart a Martucci” che principierà con la rilettura della celeberrima Serenata dal Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart di Carlo Munier che nella seconda parte dello spettacolo, ascolteremo nella versione originale, una melodia semplice e asciutta, simbolo del seduttore che non sa amare e rimarrà per sempre solo. Seguirà un’altra amata serenata, quella di Enrico Toselli, composta a soli 17 anni, dalla scrittura tostiana che ricrea uno spirito Belle Epoque. Tre le pagine, in programma, di Raffaele Calace, detto il Paganini del mandolino, per la forza e l’espressività delle sue opere; grande concertista di liuto cantabile applaudito in tutto il mondo, studiò e perfezionò il mandolino rendendolo lo strumento evoluto di oggi, che impreziosiranno la serata, un Rondò, una Tarantella e una Mazurka. Ancora virtuosismi col concerto per mandolino di Giuseppe Giuliano, rivelante una scrittura innovativa, variata nelle melodie e nelle dinamiche, nel virtuosismo e nell’intreccio di suoni. L’ensemble si cimenterà quindi, con il Waltz di Dmitrij Shostakovich, dalla Jazz Suite n.2, che ci catapulterà nel mondo dell’orchestrina, con le ancheggianti armonie e l’insinuante tema carico d’ironia, nella sua visione disincantata e spietatamente critica, prima di passare al repertorio partenopeo con la Serenata Napulitana di Mario Costa su testo di Di Giacomo, il canto senza speranza di un innamorato respinto, che annuncia il suo stesso destino alla donna che l’ha lasciato, una melodia è valorizzata da un tono dimesso e discreto, per poi intonare l’inno italiano nel mondo, “‘O sole mio”. Finale classico con le Romanian Folk Dances di Bela Bartòk da cui ascolteremo la prima “Joc cu batà” «Danza col bastone», in tempo Molto moderato, che riflette il documento etnologico in una confezione piuttosto fedele alla tradizione diretta, quindi si passerà all’Intermezzo di Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, di carattere preludiante, dal punto di vista tematico, deriva dal Regina Coeli dell’opera un grande affresco, che rappresenta un’oasi nel dramma che sta per consumarsi, prima di chiudere con Ständchen Serenata, di Franz Schubert, la quarta composizione della raccolta Schwanengesang, connotata da sonorità che ci conducono a contatto con la Natura, attraverso un sentimento che, come avviene in genere per Schubert, viene vissuto in modo molto intimo e la Serenata di Martucci, dalla fresca e preziosa invenzione. Alle 21, spettacolo al Parco dell’Irno con Lucio incontra Lucio che s’ispira ad uno dei capitoli più bella della storia cantautorale italiana, la vita di Lucio Dalla e Lucio Battisti viste in parallelo. Come parallela è la loro nascita a distanza di dodici ore. Sebastiano Somma, in doppia veste di regista e attore, punteggerà il racconto musicale che saluterà l’esecuzione di brani storici quali 4/3/1943, Pensieri e parole, Mi ritorni in mente, La casa in riva al mare, Il mio canto libero, Il gigante e la bambina, Acqua azzurra acqua chiara, Piazza grande, Emozioni, e ancora Come è profondo il mare, e ancora, un medley composto da E penso a te, I giardini di marzo, la canzone del sole, L’anno che verrà, Anna e Marco, Amarsi un po’, Futura, Con il nastro rosa, Caruso e L’arcobaleno, pagine affidate alle voci di Alfina Scorza, Elsa Baldini, Paola Forleo e Francesco Curcio, sostenuti da Gianmarco Santarpino (sassofono), Marco De Gennaro (pianoforte), Aldo Vigorito (contrabbasso), Giuseppe La Pusata (batteria), Lorenzo Guastaferro (vibrafono). Lo spettacolo è la realizzazione di una performance di teatro canzone, la quale narra la vita e la produzione dei due notevoli artisti Sicuramente non sono mai stati l’uno contro l’altro, anzi, certamente si sono apprezzati sia umanamente che artisticamente. Così diversi ma uniti dalla esigenza della sperimentazione di nuove strutture musicali. Erano gli inizi degli anni Ottanta quando Dalla parlò a Battisti di un suo grande progetto da fare insieme: una grande tournée e poi un disco da incidere. Battisti rifiutò l’invito, perché ormai immerso in una nuova sperimentazione musicale con quella decisione devastante di sparire dalle scene. Lucio incontra Lucio quindi, prova a figurare quell’incontro artistico mai avvenuto, anche se solo immaginario, facendo entrare in ballo gli dei greci Zeus, Apollo, Ares, i quali tentano di salvare l’Italia e il mondo, dagli orrori della seconda guerra mondiale, inviando sulla terra due campioni dell’arte musicale e della poesia, Lucio & Lucio, una chitarra, un pianoforte e….tutto il resto vien da sé. Gran finale “’Round Midnight”, per stare in tema e dirla con Thelonious Monk, quando tutti ritorneremo al mare, alla spiaggia di Santa Teresa per assistere ai fuochi pirotecnici firmati da Amodio Curci. Niente malinconia al terzo colpo oscuro: la festa non finirà mai, come la Musica, che saprà giungere vincitrice fino alla fine dei tempi.