Una settimana dopo il ritorno a scuola, studenti divisi su presenza e Dad - Le Cronache
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Una settimana dopo il ritorno a scuola, studenti divisi su presenza e Dad

Una settimana dopo il ritorno a scuola, studenti divisi su presenza e Dad

di Benedetta Gaia Palumbo

Come ben sappiamo il covid è ormai argomento principale delle nostre giornate e proprio ora ci ritroviamo a doverci porre la fatidica domanda “scuole aperte o dad?” Dopo aver parlato della situazione generale del covid, del ritorno a scuola, della dad e delle ordinanze del governatore De Luca e dei vari sindaci, della posizione del Governo e del Ministro, abbiamo incontrato alcuni studenti salernitane per capire quale sia la loro l’opinione in merito a tutto questo, a due anni dall’inizio della pandemia, che ha colpito tutto il mondo.

Andrea Farella, studente liceale spiega che… “Si è parlato tanto della riapertura della scuole dopo la pausa natalizia. Credo che il ritorno in presenza è stato un po’ azzardato. Sarebbe stato più corretto farle riaprire tramite didattica a distanza, dato il numero di contagi a dir poco allarmante, e che questa nuova variante con la quale stiamo avendo a che fare in queste ultime settimane, come possiamo vedere dai dati della regione, è particolarmente diffusa fra i giovanissimi quindi fra gli studenti, quindi mi viene ovviamente da pensare che se i ragazzi tendono a mischiarsi il virus facilmente quando si vedono all’aria aperta, figuriamoci in una classe che cosa potrebbe succedere, infatti sono numerosi i ragazzi che data la situazione al dir poco tragica stanno iniziando a uscire di meno con i propri amici, proprio per la paura di essere contagiati, questo fa capire che gli studenti non utilizzano questa situazione come alibi per non tornare a scuola in presenza, ma che c’è il reale terrore di essere contagiati”.

Contraria al ritorno in classe in presenza anche Camilla Saracino… “E’ ovvio che adesso stiamo andando a scuola, visto che non ci sono altre alternative, però io avrei rinviato l’apertura perché viviamo in un momento delicato, e proprio in questo periodo i contagi stanno aumentando sempre di più. Sicuramente il covid ha assunto una forma molto più lieve e il tasso di mortalità è minore ma contagia di più. La riapertura della scuola è stata una scelta sciocca presa da un governo che pensa solo all’immagine che da, senza preoccuparsi realmente della salute e delle condizioni in cui ci mandano a scuola.

Felice per il ritorno in classe invece Giusy Capobianco che motiva la sua voglia di rimanere in presenza perchè… “Dopo due anni di Dad, è importante avviarsi verso la normalità. Sebbene molti studenti preferiscano la chiusura delle scuole, perché la Dad è meno impegnativa, io penso che sia da preferire la frequenza in presenza in quanto noi studenti potremmo ugualmente contagiarci praticando attività extrascolastiche pomeridiane. Inoltre, stare in classe, come ben sappiamo, facilita la socializzazione, dandoci, così, l’occasione di riscoprire la bellezza dello stare insieme e di non vivere dietro uno schermo. In ogni caso la salute va sempre messa in primo piano e, quindi, sono convinta che il governo sarà in grado di garantire le giuste precauzioni, nel caso in cui dovesse essere stabilito il ritorno a scuola”.

E’ per la Dad invece il liceale Vincenzo Erra, che spiega così le sue ragioni… “Vero è che, con il ritorno in DAD, mancherebbe il contatto diretto con i propri compagni di classe e con i professori, guastandoci l’esperienza scolastica e rendendoci più difficile l’apprendimento però, comunque, a parer mio la salute va sempre messa in primo piano e, se per vivere in tranquillità e per sperare in un futuro in cui questo virus non sarà più così diffuso come lo è stato specialmente in quest’ultimo periodo, io sono favorevole al ritorno in Dad”.

Parla invece di un fondamentale ritorno a scuola in presenza lo studente Giovanni Paolo Capobianco… “perché essendo stati quasi due anni in Dad noi alunni non abbiamo avuto il tempo di interagire con i nostri compagni. Ora che la mortalità è diminuita, grazie anche, al vaccino non capisco perché debba chiudere solo la scuola, mentre le restanti attività debbano rimanere aperte e soprattutto affollate. La riapertura delle scuole serve, anche, per ricostruire un rapporto diretto tra alunni e professori che con la Dad è mancato”.