Una Norimberga per le devastazioni ambientali in Campania - Le Cronache
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Una Norimberga per le devastazioni ambientali in Campania

Una Norimberga per le devastazioni ambientali in Campania

di Michelangelo Russo

L’orrore della guerra in Europa ha resuscitato l’importanza storica del Tribunale Internazionale di Norimberga per i crimini contro l’Umanità commessi dai gerarchi Nazisti. Norimberga non fu un tribunale statale in senso tecnico. Non fu applicata la legge tedesca, che astrattamente doveva essere quella vigente nello Stato che ospitava il tribunale. Fu applicato invece il Diritto Naturale, cioè un codice inesistente, le cui regole furono desunte, per così dire, dallo spirito comune delle genti e dei popoli dell’intera Umanità. Da quelle leggi che dovunque, nel mondo, vietano crudeltà, furto, torture, assassinio, sterminio e violenze di ogni genere.

Perciò, il Tribunale di Norimberga giudicò e mandò a morte i criminali nel nome dell’anima stessa dell’uomo, e non di vere e proprie leggi scritte. Il Tribunale Internazionale dell’AJA è diverso. Il principio è lo stesso, ma il suo intervento è legittimato dalla convenzione internazionale tra gli Stati che l’hanno istituita. C’è dunque un potere giudiziario istituito pattiziamente e governato quindi da accordi societari. Quello di Norimberga, invece, è stato un messaggio diverso. Quando non ci sono leggi imperative degli Stati né organi giudiziari legittimati a esercitare l’erogazione delle pene, o incapaci di applicare la legge, non per questo la Giustizia può rinunziare ad affermare la sua esistenza. Perché, abbiamo detto, essa è espressione di una trascendente esigenza di parametrazione all’essenza stessa del Divino che è in ogni uomo. E il Divino è commistione di Amore e Giustizia. Il nome stesso di Norimberga spaventa nel profondo i macellai e gli sterminatori. E’ un oscuro monito e un presagio di sventura che dice ai criminali di guerra che non ci sarà posto o buca profonda in cui potranno nascondersi, perché a scovarli sarà lo stesso occhio di Dio.

Questo prologo sembrerà, a prima lettura, forse spropositato rispetto a crimini di cui stiamo per parlare. Quelli ambientali! E’ chiaro che la disumanità della guerra non è paragonabile all’inciviltà dei guastatori dell’ambiente. Ma serviva il richiamo alla possibile, alternativa esistenza di altri meccanismi di tutela della giustizia, che non sono i tradizionali Tribunali dello Stato, fatti da giudici di carriera stipendiati come erogatori di un servizio pubblico, come il tram o l’acquedotto. Per i crimini contro l’ambiente, dunque, non parleremo di giudici con toga e fiocchetti sulle spalle; ci sono, fanno il loro lavoro, ma purtroppo, si sa, sono oberati di cause e causette, procedure e schermaglie, per cui il risultato di salvaguardia agli attentati alla natura spesso sono tardivi e inadeguati. Può esserci, quindi, un altro tribunale. Che non ha gendarmi nè manette, ma parla direttamente alle coscienze. E segna con il marchio della colpevolezza e dell’ambienticidio persone e istituzioni in malafede o complici.

Questo sarà un argomento che tratteremo ai primi di maggio negli incontri programmati del Convegno Giuristi per l’Ambiente. Da quindici anni, l’avv.to Gianpiero Meo e l’Ordine degli Avvocati di Salerno portano avanti questa meritoria iniziativa che vede la partecipazione di Greenpeace, l’associazione più famosa del mondo nella lotta ai delitti ambientali.

Quest’anno uno degli argomenti più scottanti sarà questo: “ma che fine ha fatto a Salerno il processo per il Ripascimento del litorale da Mercatello a Santa Lucia? E’ in stato di arresto anche lui, unitamente al magistrato che lo aveva iniziato?”. A questa e ad altre domande cercheremo di rispondere. Per ora, sappiamo che è stato presentato nei giorni scorsi, un Masterplan faraonico del litorale fino, per ora, ad Agropoli. Ma quello che si è annunziato nella conferenza del Governatore a Paestum, a quanto si sappia, era praticamente lo stesso progetto presentato venti anni fa (e gratis) alla Provincia dall’allora Assessore al Turismo Provinciale Architetto Gianpaolo Lambiase. Sta di fatto che nei circuiti ambientalisti si inizia a parlare di questo Masterplan come la madre di tutte le battaglie prossime per l’ambiente. Vedremo. Per ora, come Giuristi per l’Ambiente, prepariamoci ad attrezzarci come un tribunale alternativo!

A presto!

Dr. Michelangelo Russo