La sala del Bar Moka, in corso Vittorio Emanuele ha accolto ieri, alle 18.00, la cerimonia per il centenario dell’anno di nascita di Giorgio Almirante. Il ricordo di un uomo innamorato del suo popolo riempiva gli animi dei presenti, stretti nel commemorare la figura di un uomo come pochi, devoto alla sua Italia, che seppure assente padroneggiava la sala raffigurato sui manifesti. Il ritratto di un uomo dalle mille vesti: oratore di rara efficacia, politico di straordinaria inventiva, uomo profondamente semplice; questa la descrizione di Anna Villa, dell’ onorevole Teodoro Tascone, Gerardo Siano e dell’avvocato Antonio Calabrese. “ Un uomo semplice, dedito agli affetti e un giornalista brillante con un grosso senso del dovere”- così ha tenuto a ricordare Almirante giovane Anna Villa.”Idealista e realista insieme, questa la dote che gli ha permesso di essere un politico dalla più alta espressione, fiero fondatore e portavoce del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale –continuava Teodoro Cascone, elogiando le sue doti. Ad arricchire i racconti dei presenti diversi filmati audio-visivi che mostravano l’onorevole in questa o quella piazza intento a dialogare con le folle. “Già perché con lui si poteva parlare –continua Calabrese- non era nella sua indole ergersi in posizioni di superiorità. Aveva anzi un modo di colloquiare dialettico e costruttivo, aperto ad ogni idea e proposta; una persona di larghe vedute ben saldo alla propria ideologia”. Le immagini scorrevano accompagnate dall’inno romano mentre si vedeva Almirante salutare i cittadini con affetto. Tanti gli aspetti della sua vita e carriera ripercorsi in poche ore che hanno riportato alla memoria uno dei leader più carismatici della destra italiana. “Ci insegnò il coraggio, la lealtà e l’appartenenza –ha sottolineato Calabrese-, diede un senso alle nostra esistenza perché mai ci sentimmo emarginati nella vita o nel lavoro”. Nei video, sorridendo sornione ricordava di portare con affetto l’appellativo di camerata, ribadendo spesso il significato del termine che in francese sta per “fare la guerra insieme”; già perché lui ci teneva a portare avanti la sua battaglia tenendo fede a due immancabili costanti: ordine e autorità. Fiero portavoce del motto “Non rinnegare e non restaurare”, Almirante si batteva contro la figura dell’uomo da museo, che fossilizzato sul passato non guardava avanti divenendo una cariatide. La parola chiave era per lui “Rinnovamento”. In seguito al dibattito l’attrice Margi Villa Del Priore ha letto alcuni passi del libro Autobiografia di un fucilatore:“Noi siamo caduti e ci siamo rialzati parecchie volte; e se l’avversario irride alle nostre cadute, noi confidiamo nella nostra capacità di risollevarci. In altri tempi ci risollevammo per noi stessi. Da qualche tempo ci siamo risollevati per voi, giovani, per salutarvi in piedi nel momento del commiato, per trasmettervi la staffetta prima che ci cada di mano. Accogliete dunque, giovani questo mio commiato e se volete un motto che vi ispiri e vi rafforzi, ricordate : Vivi come se tu dovessi morire subito; pensa come se tu non dovessi morire mai” Principi saldi e lungimiranti che mai come ora sembrano più attuali messi in discussione anni addietro da un così abile mediatore che anche da morto ha vestito il tricolore.
Maria Rainone