Daniel Oren ha giustificato le reiterate produzioni de’ Il Barbiere di Siviglia, Bohème e Aida con la motivazione di voler catturare pubblico giovane che può essere attratto solo da questi grandi titoli. Si inizia il 15 aprile con Don Giovanni, a seguire Andrea Chénier
Di OLGA CHIEFFI
Salone del Gonfalone di palazzo di Città affollato, ieri mattina, per la presentazione della stagione lirica 2015, il cartellone dei “campionati regionali”. Numerose le presenze tra giornalisti, rappresentanti delle masse corali, orchestrali, pubblico, per levare il velo sulle novità e gettare finalmente un raggio di luce sugli infiniti dubbi degli artisti del massimo cittadino, tra cui regna la massima disinformazione, con l’apertura di sipario a circa un mese. Lamentele serpeggianti ormai da tempo, ci sono state rivolte da coristi e orchestrali i quali non percepiscono compenso da maggio, coro in subbuglio poiché attualmente senza direttore, visto che non compare sul carnet degli spettacoli il nome di una delle giovani eccellenze musicali salernitane quale è Francesco Aliberti, guida valente della scorsa stagione, il quale sembra possa essere stato sostituito senza alcuna comunicazione. In questo coacervo di voci e interrogativi, il direttore artistico Daniel Oren, con il suo braccio destro Antonio Marzullo, e i rappresentanti dell’amministrazione comunale, Enzo Napoli ed Ermanno Guerra, ha presentato il nuovo cartellone. Ben cinque i titoli delle opere con l’apertura fissata il 15 aprile con repliche il 17 e il 19, come previsto, affidata al Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, con due baritoni di altissimo rango, Markus Werba, che lo interpretò qui già nel 2009, nelle vesti del seduttore e un debutto mondiale, quale quello dell’eccezionale Erwin Schrott, nei panni di Leporello, per la direzione di Gianluca Martinenghi e la regia di Vittorio Sgarbi, una importante sfida registica il bel Vittorio, che si dovrà barcamenare tra fragranza e vitalità senza sottrarre gli enigmi mozartiani alla loro cifra fulgente. Daniel Oren sarà alla guida della Filarmonica salernitana il 13, 15 e 17 maggio per l’Andrea Chénier di Umberto Giordano, titolo attesissimo dal pubblico, che saluterà Svetla Vassileva nei panni di Maddalena di Coigny e Gustavo Porta in quelli di Andrea, ai quali si unirà la splendida voce di Ambrogio Maestri che interpreterà Carlo Gérard. “Sono tre voci attentissime alla bacchetta, che non impongono assolutisticamente i voleri del cantante e con cui amo far musica. Maestri è un eccellente cuoco e ha debuttato tardi proprio per questa sua virtù che interessava maggiormente il suo irresponsabile produttore. Faceva sempre la cover e per sentirlo cantare dovetti fissare una prova con i sostituti, poiché in particolare di domenica, bigiava sempre i provini, causa grandi pranzi”. Maggio verrà chiuso il 27-29-31 da un particolare Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini con cast interamente coreano, una produzione frutto degli scambi internazionali Italia-Corea del Daegu Opera Festival. Il ruolo di Figaro, che fa anche il chirurgo, il botanico, lo speziale e il veterinario, oltre al sensale con quello scioglilingua senza precedenti nella storia dell’opera sarà di San-gun Suk, al suo fianco la rosina di Yunkyoung Yi e il conte d’Almaviva di Nam Won Hu. La nostra orchestra sarà diretta da Ja Kyung Year, mentre la regia è di Ui Ju Lee. I colori d’autunno, il 25-27-29 ottobre sposeranno quelli della Mimì di Maria Giovanna Agresta. Sarà lei a lanciare il più bel bacio del melodramma al suo pubblico e a Salerno dove si è formata e da dove è partita per affrontare la scalata al gotha del bel canto. Con lei il tenore Giorgio Berrugi nel ruolo di Rodolfo e la Musetta di Irina Lungu, per la direzione di Daniel Oren e la regia di Pier Paolo Pacini. Una delle maschere d’oro delle insegne egizie in scena per la deliziosa Aida di Riccardo Canessa del 2012 riprendeva il profilo di Antonio Marzullo, che da allora ha aggiunto ai suoi numerosi soprannomi, quello di “’O Faraone”. La stagione verrà chiusa il 22-26 e 28 dicembre dal ritorno dell’Aida di Giuseppe Verdi e con essa di Hui-He, soprano molto caro a Daniel Oren che sarà alla testa dell’orchestra salernitana, proprio con la regia di Riccardo Canessa che dovrà ancora una volta inventarsi quest’opera, magari guardandola con gli occhi del bambino che al momento dell’entrata degli elefanti veniva portato con la forza via dal padre Francesco. Doppio ruolo per Radamès che saluterà Gusatavo Porta il 22 e Piero Giuliacci per le altre due repliche, mentre ancora due nomi eccellenti andranno a far risuonare le voci di Amneris, affidata a Giovanna Casolla e Amonasro che sarà Claudio Sgura. “Titoli popolarissimi questi – ha continuato Daniel Oren – poiché noi siamo un teatro di tradizione, dobbiamo divulgare l’opera in particolare nell’ambito giovanile che può essere attratto solo da capolavori stra-conosciuti come questi. Niente innovazioni registiche, ne’ tentativi di sperimentazione qui a Salerno, tantomeno registi che amano solo se stessi. Non se ne abbiano a male melomani e musicofili, che potranno godere di cast internazionali a casa loro, ma non ascolteranno opere di nicchia che si allontanino dal repertorio più amato e replicato”.