Pina Ferro
Aniello Giordano dovrà trascorrere dieci anni in una residenza psichiatrica (Rems) e periodicamente valutato. Così, ieri mattina si sono espressi i giudici della Corte D’Assise e D’appello. Per l’uomo di Pagani, accusato di aver ucciso, in preda ad un raptus, la madre con il piede del letto. La scorsa settimana il Pm Lenza ne aveva chiesto l’assoluzione e la custodia presso una casa di cura extra carceraria.
La richiesta del pubblico ministero era a seguito della perizia presentata da un consulente il quale ha sostenuto la capacità ad essere processato di Aniello Giordano, difeso da Rino Carrara, ma l’infermità mentale. Secondo il consulente la pericolosità sociale di Aniello Giornata attualmente è assopita dal trattamento farmacologico a cui viene costantemente sottoposto in carcere. Se tale trattamento fosse sospeso, così come accadde al momento dell’uccisione della madre, potrebbero ripetersi episodi di violenza.
Secondo il consulente Aniello Giordano dovrebbe lasciare il carcere ed essere ricoverato presso un Rems (strutture residenziali sanitarie gestite dalla sanità territoriale in collaborazione con il Ministero della Giustizia). Quanto delineato dal consulente e, la richiesta del Pm è stata pienamente accolta dai giudici.
Aniello Giordano, nel settembre del 2015, intorno alle 9, 30 uccise l’85enne madre Anna De Martino colto da un raptus di follia.
Tra i due era già da qualche giorno che vi erano tensioni. Lo stesso era in cura presso un centro di igiene mentale, a causa di una “psicosi schizofrenica”. A far scatenare la furia del figlio, forse una strigliata della stessa madre. Dopo le percosse, il 52enne chiamò al telefono la sorella, parlando di un litigio con il genitore, aggiungendo di averla colpita. Poi si diresse verso un bar, per consumare un caffè. A scoprire il corpo senza vita di Anna, fu la figlia. I carabinieri, accorsi poco dopo, arrestarono l’uomo che vagava in stato confusionale nei pressi di casa.