di Arturo Calabrese
Ha scatenato non poche polemiche l’intervento di mercoledì del consigliere provinciale e coordinatore Cilento Nord di Fratelli d’Italia Modesto Del Mastro.
Commentando il consiglio comunale di martedì con al centro la questione dell’ospedale di Agropoli. In particolare, Del Mastro ha attaccato i rappresentanti dell’amministrazione, definendoli delle scarse comparse.
Ad attirare la sua attenzione sono stati il sindaco Roberto Antonio Mutalipassi, il presidente del consiglio Franco Di Biasi, gli assessori Elvira Serra e Rosa Lampasona, entrambe medico ed accusate di no aver proferito parole se non per inutili considerazioni.
Il presidente Di Biasi incassa e risponde a dovere e parla di fascismo: “Leggo con stupore le parole di amministratori e di consiglieri provinciali che, invece di cogliere la straordinarietà di un consiglio comunale aperto e partecipato, si lascia andare a considerazioni offensive e poco rispettose verso chi ogni giorno lavora con impegno per il bene della propria comunità – scrive sui social – chi parla di “scarse comparse” forse dimentica il significato profondo della democrazia, che non è imporsi ma ascoltare, non è urlare ma cercare soluzioni, anche attraverso momenti di confronto accesi ma sempre rispettosi.
Difficoltà nel gestire l’aula? No, semplicemente si è dato spazio a tutti, anche ai cittadini, come in ogni vera casa della democrazia.
Se questa apertura e questo rispetto per le istituzioni e le persone viene vissuto come confusione, allora è chiaro che qualcun altro è rimasto fermo a logiche che, personalmente, ho sempre combattuto: quelle del centralismo, dell’autoritarismo e, permettetemi, di un certo modo “fascista” di intendere la politica.
Detto questo, pur sapendo in cuor mio di non essere completamente soddisfatto del risultato finale, continuerò a combattere. Il mio impegno sarà totale per vigilare affinché le promesse fatte ieri non restino parole al vento, ma si trasformino in azioni concrete. Darò il massimo affinché Agropoli possa finalmente avere i servizi sanitari che merita”.
Dello stesso avviso, e con lo stesso incipit, l’intervento dell’assessore Serra: “Leggo con stupore le menzogne e le continue insinuazioni di questo signore che rappresenta una istituzione – scrive anch’ella – io non offendo mai nessuno e non dico falsità, ma anche il giornale verifichi la verità delle affermazioni e poi questo signore guardi in casa propria e troverà le risposte a tutte le domande da chi ieri era Forza Italia poi Pd, oggi Fratelli d’Italia.
Si sa, loro erano le persone che sono state bracci sinistri e destri del povero Alfieri che ora fanno finta di non conoscere.
Io sono l’unico esempio di una che la poltrona l’ha lasciata (nel 2018 da vicesindaco e col piano sanitario regionale ricordate la famosa delibera?). Non risultano altri casi di abbandono di poltrone ma gli altri tutti a darsi titoli altisonanti, tutti imperatori della Cina.
Oggi chi passa con loro diventa santo”.
L’assessore continua nella sua risposta al consigliere provinciale: “Però non dovete dire bugie: io ho risposto eccome in consiglio pur non essendo mai stata assessore alla sanità neanche con il sindaco del Partito Democratico Adamo Coppola, già vicesindaco con Alfieri. In circa dieci anni quanti nastri tagliati?”.
Elvira Serra parla di Coppola perché oggi, dopo una militanza a sinistra, è tornato a destra, diventando coordinatore cittadino del partito di Giorgia Meloni. “Io non mi meraviglio che dal Pd si passi con FdI – chiosa – non mi meraviglio di governi gialloverdi o giallorossi. Le bandiere contano poco. Conta l’onestà e di quella io ne ho da vendere”.






