Trump 2, la vendetta. Stupri anche contro clima e scienza - Le Cronache Ultimora

Aldo Primicerio

E’ questa analogia, la prima impressione venutaci in mente dopo la raffica di ordini esecutivi di Trump che ridisegnano il ruolo delle agenzie e degli organismi federali della ricerca scientifica negli Usa. Come una violenza su una donna indifesa, è la rivolta, il capovolgimento dell’immane sforzo compiuto nell’ultimo decennio dal mondo intero per rallentare il declino del nostro pianeta. Il 20 gennaio scorso, neanche il tempo d’insediarsi, lui ha stravolto i pilastri delle politiche climatiche, energetiche e scientifiche. Ordini esecutivi che violentano clima e scienza, e polverizzano le politiche di Biden e degli ultimi Presidenti Usa.

 

Ordini esecutivi contro clima, ambiente, gas serra, energie rinnovabili, vaccini. Firmati stringendo la mano a Giorgia Meloni, unico leader europeo accorso ad acclamarlo

Il primo atto la dice lunga: lo scioglimento dell’Interagency Working Group, responsabile della valutazione del costo sociale dei gas serra. E non è niente. Seduto alla scrivania e brandendo la penna con cui firma – come se stringesse la scimitarra di Michonne, la nera di The Walken Dead – il Tycoon sigla l’abbandono dell’accordo di Parigi, il trattato quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici riguardo alla riduzione di emissione di gas serra e alla finanza, faticosamente raggiunto il 12 dicembre 2015. Ed ancora, Donald il terribile elimina il costo sociale della CO2, considerato un ostacolo arbitrario allo sviluppo dell’economia, e firma il reindirizzamento del delta del fiume Sacramento, privilegiando gli usi umani rispetto a quelli ambientali. Tutti gesti ed azioni per privilegiare esplicitamente lo sviluppo energetico e la crescita economica rispetto alle considerazioni ambientali. L’intervento rapido e decisivo viene giustificato dalla narrativa dell’emergenza. Rivoluzione anche nelle politiche vaccinali. David Weldon, ex membro repubblicano del Congresso della Florida e medico, è stato nominato da Trump come nuovo direttore dei CDC, i Centers for Disease Control and Prevention. Ha già spaventato gli americani per il suo scettisismo sui vaccini da lui ritenuti connessi all’autismo. A digiuno di esperienze nella gestione di agenzie sanitarie o in malattie infettive, potrebbe influenzare significativamente le politiche vaccinali americane, insieme con Robert F. Kennedy Jr., nominato Segretario alla Salute e altrettanto critico sui vaccini. All’aria anche la FDA, l’agenzia che licenzia ed autorizza i farmaci, come l’Aifa in Italia. Dovrà stringere la cinghia, eliminando le spese amministrative non necessarie che aumentano i costi sanitari. E poi la ricerca scientifica: saranno sospesi i fondi legati alla riduzione dell’inflazione per progetti di energia verde. Insomma, tutta l’attività dell’amministrazione Biden spazzata via come immondizia. Sono certo che il vecchio Joe, già sapendo tutto questo, si sarà chiesto se fosse stato più onorevole inventarsi un malore per assentarsi a quel penoso ed umiliante accompagnamento nel passaggio delle consegne

 

E’ il primo presidente nella storia degli Stati Uniti ad essere entrato alla Casa Bianca da condannato, ma senza pena comminata. Cosa resta del pagamento per il silenzio della pornostar? E perché gli americani lo hanno votato?

Condannato, quindi, ma senza che gli sia stata comminata alcuna pena. I suoi avvocati si sono dati da fare per far revocare il procedimento ed il verdetto, senza però riuscirvi: condannato per i pagamenti in nero alla pornostar Stormy Daniels. Per farla tacere sulla loro relazione e non danneggiare così la sua campagna per la presidenza. Lo ha deciso il giudice di New York. Nessuna pena a Trump, né il carcere né una sanzione pecuniaria. Un caso unico, straordinario, perché legato alla sua rielezione, anche se pericoloso come diremo sul finale. E’ stato lo stesso magistrato a dirglielo pubblicamente, mentre lui assisteva alla sentenza in videoconferenza. E’ una clausola voluta in passato dallo stesso Congresso e quindi dai cittadini degli Stati Uniti, e cioè che un presidente eletto debba godere della supremazia e dell’immunità presidenziale. Per il cittadino comune Donald Trump non ci sarebbero le stesse tutele. Una condanna lieve di 4 anni, certo, ma con un forte impatto simbolico. L’immunità non riduce né giustifica la gravità del crimine di una candidato alla presidenza degli Usa. La storia di quest’individuo è ricca di controversie e scandali che hanno connotato il suo percorso personale e politico. A partire da quello per presunti casi di frode fiscale, di manipolazione dei bilanci delle sue società per evitare imposte, fino alla chiusura della fondazione Trump per appropriazioni indebite, ed all’impiego di lavoratori migranti con contratti precari. Per non aggiungere, perché già detto, gli scandali personali, le avances sessuali, la violazione di ogni rispetto della moralità e della decenza.

 

Nonostante questa lunga serie di scandali, Trump ha saputo mantenere e accrescere la sua popolarità  di “outsider” che si oppone alle élite di Washington. Come?

I suoi elettori hanno visto e vedono in lui non solo un leader, ma un simbolo di ribellione contro quello che considerano un sistema corrotto e lontano dai cittadini comuni, la voce che sfida un establishment fatto di scandali politici ed economici che hanno danneggiato le classi più deboli. Quindi lui – lo spiega bene StartMag –  ha saputo capitalizzare un sentimento di ribellione culturale capace di innescare negli Stati Uniti un malcontento nei confronti delle trasformazioni sociali e delle ideologie progressiste, spesso associate al Partito Democratico. La pandemia ha esacerbato le disuguaglianze economiche e la crisi di sicurezza sociale negli Stati Uniti. E Trump ha saputo parlare a questa maggioranza silenziosa, sfruttando bene le sue abilità comunicative per manipolare il consenso mediatico e l’attenzione della stampa statunitense. La sua vittoria rappresenta  l’affermazione di quel populismo che raccoglie il malcontento popolare e lo trasforma in una vendetta, una rivincita della gente comune contro l’élite che comanda dall’alto. Una vendetta, come dire, comprensibile, ma – attenzione – anche un pericoloso precedente. Non solo èer gli Usa, ma anche per qualsiasi Paese. Come il nostro ad esempio, dove l’insicurezza ed i cambiamenti rapidi della società spingono verso una ribellione contro la politica tradizionale e verso un mutamento radicale. Un avvertimento. Per chi oggi è ad una opposizione sterile. Ma anche per chi comanda, facendo tanti errori e gridando tante bugie. Il popolo prima o poi se ne accorge. E te la fa pagare.