Nocera Inferiore/Agro/Scafati. Ignari clienti raggirati per centinaia di migliaia di euro da un gruppo di 15 persone per le quali la procura di Salerno ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa informatica. Il sistema era quello di fare trovare nella casella di posta elettronica dei correntisti una notifica che apparentemente sembrava essere stata spedita dalla banca e che ricordava al cliente di non poter operare online se la persona intestataria del conto non avesse cliccato sul link che gli era pervenuto. E qui avveniva la truffa organizzata con il sistema del phishing e prosciugavano i conti di risparmiatori che ingenuamente fornivano loro informazioni personali e codici di accesso bancario. Il blitz ordinato dal gip di Salerno su richiesta della procura del capoluogo è articolato in due tranche. La prima a giugno e la seconda a settembre quando due degli indagati anche agli arresti domiciliari continuavano a mettere a segno truffe online. L’inchiesta, non del tutto ultimata (ci sarebbe altre denunce) è focalizzata su una serie indeterminata di delitti di accesso abusivo a sistema informatico e di frode. Decine di persone erano finite nelle grinfie di un uomo e una donna per le quali era stata posta la parola fine con la detenzione in carcere. Secondo l’ipotesi accusatoria, sono ritenuti a vario titolo indiziati di associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistemi telematici, riciclaggio di denaro sottratto mediante truffa informatica effettuata a seguito della captazione fraudolenta delle credenziali di accesso ad home banking, con trafugamento di ingenti somme di denaro e trasferimento delle stesse su propri conti correnti e carte prepagate. Le indagini presero il via nel 2021 a Solofra nel corso di controlli da parte dei carabinieri, una coppia di fidanzati venne trovata in possesso di telefoni cellulari e carte di credito intestate a terze persone. Le successive indagini avrebbero fatto emergere l’esistenza di un gruppo criminale, operante anche all’estero, che riciclava il denaro sottratto ai correntisti sia della Campania che di altri parti d’Italia. A farne le spese anche una coppia di Milano, dal cui conto bancario cointestato sono stati portati via 125mila euro, trasferiti su conti correnti e carte prepagate degli indagati. Due le sedi dove operavano i gruppi. Una sarebbe stata a Torre del Greco dove c’era uno dei promotori che, essendo agli arresti in casa, si sarebbe avvalso della preziosa collaborazione della moglie (arrestata a settembre) e quella operativa in un deposito di bombole a Nocera Superiore. Dai bancomat dove confluivano i soldi delle truffe prelevavano denaro e chi operava avrebbe preso il 10% della somma che poi sarebbe finita nelle tasche secondo l’accusa del presunto capobanda residente a Torre del Greco. Ora la richiesta di processo per gli indagati che arriva a distanza di qualche mese dalla conclusione delle indagini.
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