Pina Ferro
“Ricorsi inammissibili”, condanne definitive per gli avvocati salernitani Antonio Pierro, ex consigliere comunale, e Consiglio Naddeo che sconteranno rispettivamente 4 e 3 anni di reclusione e condannati per una serie di truffe assicurative. Lo ha decido la Corte di Cassazione che ha respinto le istanze presentate dai rispettivi legali. Secondo l’impianto accusatorio, “Pierro e Naddeo avrebbero commesso più reati di truffa e di falso in danno di una società assicurativa che garantisce il Comune di Salerno per la responsabilità civile verso terzo avvalendosi per l’istruzione delle pratiche e la liquidazione dei sinistri un’altra società, presentando al Comune di Salerno richieste di risarcimento dei danni, conseguenti a sinistri causati dalla cattiva manutenzione delle strade per conto dei danneggiati, utilizzando diversi raggiri o presentando le richieste di risarcimento in assenza di mandato difensivo. Rappresentando i danneggiati anche in assenza di mandato e nella consapevolezza della presenza di altro difensore, con elezione di domicilio presso lo studio professionale, luogo di riferimento per le richieste e le liquidazioni dopo aver acquisito le generalità dei danneggiati”, scrive la Cassazione confermando la sentenza d’Appello. Secondo la ricostruzione della procura era un infermiere che lavorava al Ruggi (poi assolto) ad annotarsi i nomi dei pazienti che giungevano al pronto soccorso dell’ospedale cittadino per cadute o sinistri stradali, comunicandoli poi agli avvocati. A quel punto gli imputati contattavano i pazienti refertati sollecitandoli a sporgere denuncia anche se, secondo le accuse, in molto occasioni presentavano la richiesta risarcitoria al Comune anche in assenza del mandato difensivo oppure affidato ad altri. Ad accorgersi di alcune anomalie nelle richieste risarcitorie fu proprio la compagnia assicurativa che aveva l’appalto per conto dell’ente comunale. “Il ruolo dei professionisti nella vicenda risulta aver assunto una importanza fondamentale per la realizzazione del programma criminoso”, scrive la Cassazione nelle motivazioni di rigetto del ricorsi.