Il caso dei crediti fiscali fasulli si arricchisce di un nuovo inquietante capitolo. Secondo quanto anticipato da L’Espresso, che pubblicherà domani un’inchiesta firmata da Carlo Tecce e Gianfrancesco Turano, i pagamenti effettuati dai club coinvolti per acquistare i crediti d’imposta sarebbero stati dirottati verso una società estera specializzata in criptovalute.
Il denaro? Non verso il Fisco, ma in Olanda
I giornalisti di L’Espresso hanno ricostruito, attraverso documenti e lettere del cosiddetto Gruppo Alfieri SPV, il presunto percorso dei fondi versati da Brescia e Trapani: milioni di euro che avrebbero dovuto servire a pagare le tasse di calciatori e staff tramite compensazioni, ma che invece sarebbero finiti su un conto di una società olandese attiva nel settore della moneta elettronica.
A confermare i sospetti, anche la menzione di un intermediario inedito: uno studio notarile polacco. Un elemento che aggiunge caratteri da thriller finanziario internazionale a una vicenda che, fino ad ora, era stata raccontata soprattutto in termini di sviste contabili e presunte truffe nazionali.
Il sospetto: un sistema già attivo da mesi
Secondo l’inchiesta de L’Espresso, diverse società di Serie B e di Serie C avrebbero iniziato già a febbraio a ricorrere allo stesso sistema per saldare i propri debiti con Erario e Inps, attraverso crediti d’imposta acquistati in modo opaco. Una pratica che ora pone seri interrogativi sulla regolarità delle iscrizioni al prossimo campionato, perché l’ammissione ai tornei professionistici è subordinata alla corretta certificazione fiscale.





